A l'Origine

Paul è un truffatore che conosce il carcere. Uscitone e venuto a conoscenza di un'area in cui i lavori per la costruzione di un'autostrada sono da tempo bloccati, decide di far ripartire l'impresa. Falsifica tutto quanto si può falsificare per ottenere macchine, attrezzature e materiali e riesce ad ottenere la fiducia della gente del posto che vede in quel cantiere l'occasione di un rilancio. I lavori hanno inizio e procedono celermente anche perchè il 'boss' Philippe Miller (questa la falsa identità che ha assunto) è sempre più coinvolto e partecipe e il rischio di essere scoperto si fa ogni giorno più incombente.
Xavier Giannoli ha centrato finalmente il bersaglio. Se i suoi film precedenti convincevano solo parzialmente questa volta, nonostante la durata che però si rivela necessaria, sa offrirci il ritratto di un personaggio che trae origine da quella realtà che talvolta è più creativa della finzione. Perchè Monsieur Miller esiste per davvero e realmente è riuscito a far costruire un tratto di autostrada non avendo alcuna autorizzazione e nessuna impresa che lo conoscesse a sostegno. Per di più, dopo la scoperta della truffa, il prodotto dell'imponente cantiere è risultato a norma e realizzato a un costo più basso di quello usuale.
La domanda che Giannoli si è posto quando ha cominciato la sua inchiesta, coadiuvato anche dal giudice Laurent Leguevaque che aveva seguito il caso, è stata quella che tutti ci saremmo posti: «perchè?». Il film offre una risposta complessa ma affascinante. Perchè questo piccolo truffatore voleva finalemente compiere un'azione che lasciasse il segno, aiutare delle persone, sentirsi lui stesso Persona. Il fango degli scavi, il rumore delle macchine, la vitalità di esseri umani che uscivano da un'attesa priva di speranze coalizzandosi intorno a lui, il bisogno di amore. Tutto questo diventa indispensabile per un uomo che fino ad allora ha vissuto il falso come unica regola e adesso vede brillare nei disegni dei figli dei 'suoi' operai la gioia della speranza in un futuro.
François Cluzet offre al film una delle sue interpretazioni migliori regalando a Paul/Philippe il tormento di una ricerca di un ruolo in una società che in questi anni difficili ha più che mai bisogno di potersi fidare di qualcuno: anche di chi progetta un tratto di strada che non andrà mai da nessuna parte. 