| Titolo originale | Sarah Bernhardt, la Divine |
| Anno | 2024 |
| Genere | Biografico, |
| Produzione | Francia, Belgio |
| Durata | 98 minuti |
| Al cinema | 4 sale cinematografiche |
| Regia di | Guillaume Nicloux |
| Attori | Sandrine Kiberlain, Laurent Lafitte, Amira Casar, Pauline Etienne, Mathilde Ollivier Laurent Stocker, Grégoire Leprince-Ringuet, Clément Hervieu-Léger, Sébastien Pouderoux, Arthur Igual, Sylvain Creuzevault, Arthur Mazet, Jessica Cressy. |
| Uscita | giovedì 6 novembre 2025 |
| Distribuzione | Wanted |
| MYmonetro | 2,67 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 ottobre 2025
Sarah Bernhardt è stata un'impronta indelebile nella sua epoca, ma il suo nome è rimasto vivo per tutto il XX secolo e lo è ancora oggi. Eppure, pochi conoscono la sua vera storia. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, La Divina di Francia - Sarah Bernhardt è 47° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 1.225,00 e registrato 2.325 presenze.
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CONSIGLIATO NÌ
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Sarah Bernhardt è Marguerite Gautier, Lucien Guitry è Armand. La morte li separa, dopo un lungo e sofferto amore, nel finale della Signora delle Camelie. Ma quell'amore non è solo finzione e Sarah e Lucien, i due mostri sacri del teatro francese, non sono solo colleghi. È la stessa attrice a raccontarlo al figlio di Lucien, Sacha Guitry, che da lì a poco diverrà a sua volta un nome di spicco del teatro e del cinema. È giunto il tempo che sappia che, delle sue decine o addirittura centinaia di amanti (così vuole la leggenda), lei ha amato veramente solo suo padre; lo ha fatto soffrire e ha sofferto a causa sua, quando lui, a un certo punto, le ha preferito un'altra.
Il biopic di Nicloux su Henriette Rosine Bernard, in arte Sarah Bernhardt, sceglie la sua relazione professionale e sentimentale con Guitry padre, come linea guida per orientarsi nell'esistenza della divina di Francia, ma fatica a rinunciare alla tentazione dell'aneddoto e finisce per assomigliare a un elenco di fatti noti, spillati senza un chiaro criterio a una scena o a quell'altra.
Sarah che non porta il corsetto, che tiene in casa un boa e una lince, che si fa dipingere le locandine da Alfred Mucha, che sprona Zola al J'accuse del caso Dreyfuss. Intanto alcuni dei suoi tanti amanti siedono attorno al suo divano ricoperto di broccato (il povero Edmond Rostand, la convivente e pittrice Louise Abbéma) e le mode dell'epoca la inseguono, come la pratica del collezionismo d'autografi o delle ciocche di capelli. E poi Sarah lusingata dalle attenzioni di Wilde, omaggiata da Hugo, Sarah che snobba Freud. Un catalogo che può risultare scolastico o quantomeno illustrativo.
È più interessante guardare, allora, al film da due altri versanti: da un lato, l'intepretazione di Sandrine Kiberlain, la cui fisicità, lontana da quella del modello originale, riporta in vita non tanto un corpo ma un'energia, uno stare nel personaggio senza soluzione di continuità, sempre in costume, col pugnale letteralmente a portata di mano e la risata pronta, specialmente per le proprie battute; dall'altro il delinearsi più o meno volontario di un'agiografia inversa della "Voce d'oro", una celebrazione delle ombre anziché delle luci.
Capricciosa, arrogante ("Non ho più bisogno di te, scarafaggio"), generosa soltanto con il figlio Maurice e contro il suo stesso bene, la Sarah Bernhardt di Guillaume Nicloux è una donna all'avanguardia per pensiero politico e libertà sessuale, ma caratterialmente insopportabile, portatrice consapevole di un narcisismo lucido che poteva essere rivoluzionario all'epoca ma oggi forse non affascina più. Eppure, sembra dire Nicloux, essere Sarah Bernhardt voleva dire proprio scegliere la teatralità sempre, e sopra ogni cosa. Per questo nel film, fatta eccezione per l'inizio, non la vediamo mai in scena; perché, in realtà, la vediamo in scena tutto il tempo.
Come si fa a raccontare una “grande dame” del teatro appartenente al passato? Quest’anno ci si sono cimentati in due: Pietro Marcello con Duse (una coproduzione italofrancese, con
protagonista l’attrice italiana ma residente in Francia Valeria Bruni Tedeschi) e il regista francese Guillaume Nicloux con La Divina di Francia - Sarah Bernhardt, affidando a Sandrine Kiberlain il ruolo del titolo. Curiosamente, i due film si parlano, anche esplicitamente: in Duse la protagonista addirittura incontra la Bernhardt, di 14 anni più anziana e già in sedia a rotelle dopo l’amputazione della gamba per tubercolosi ossea.
La Divina di Francia - Sarah Bernhardt inizia proprio con l’amputazione della gamba dell’attrice ormai settantenne ma ancora indomita, e prosegue saltando avanti e indietro nel tempo (come del resto fa anche Duse): ma se il ritmo del film di Marcello è a tratti dilatato, quello del film di Nicloux è veloce, secco, a tratti quasi sincopato, e comunica l’energia cinetica di una donna a cui nessuno ha mai potuto dire cosa fare della sua vita. Kiberlain la interpreta in tutte le sue manifestazioni esteriori – brusca, plateale, ironica, severa, consapevole, capricciosa – e
nella sua refrattarietà alle regole della società del tempo: circondata da amanti – uomini e donne – più o meno celebri, e dedita a quella che lei identificava come la missione delle donne, ovvero “vivere libere con il loro corpo e la loro mente”.
Duse, Magnani e ora tocca a Sarah Bernhardt il cinema racconta divine attrici guardando al passato. A Nicloux non interessa fare una fotocopia della "signora del palcoscenicd e ne affida il molo alla brava, ma sicuramente diversa fisicamente da Sarah, Sandrine Kiberlain. Capricciosa, arrogante, donna libera e affascinante, l'attrice è stata l'epicentro intellettuale del suo mondo: Zola, Mucha, Rostand, [...] Vai alla recensione »
A cento anni dalla morte della più grande tragédienne francese, arriva un film biografico leggero che rinuncia a ogni accenno di enfasi. La sceneggiatura di Nathalie Leuthreau opta per il tratteggio anziché la portata epica. Cattura Sarah Bernhardt (Kiberlain) nel 1923, sul letto di morte, per tornare indietro e concentrarsi su due momenti chiave della sua vita: il 1915, anno in cui, dopo una rovinosa [...] Vai alla recensione »
Un biopic nel vero senso della parola, il più classico dei film biografici, quello che il regista Guillaume Nicloux dedica alla figura di Henriette Rosine Bernard, in arte Sarah Bernhardt, la più grande e celebre attrice di Francia tra Otto e Novecento, dalla vita turbolenta, sessualmente disinibita, con amanti bisessuali, e politicamente impegnata, pare sia stata lei a convincere Emile Zola a impegnarsi [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film del regista Guillaume Nicloux racconta la vita e l'anima di una grande attrice teatrale dell'Ottocento, Sarah Bernhardt, un'icona che ha attraversato la Belle Époque imprimendo il suo nome nella memoria collettiva come "la Voce d'oro" e "la Divina". La sua fama ha oltrepassato i confini del teatro, proiettandola in un universo di tournée trionfali e di scandali, di libertà e di leggenda. [...] Vai alla recensione »
"Esistono cinque tipi di attrici" sosteneva Mark Twain. "Quelle cattive, quelle passabili, quelle buone, quelle grandi. E poi c'è Sarah Bernhardt". Dopo averla vista interpretare La signora delle camelie a Torino nel 1882, anche Eleonora Duse (all'epoca poco più che ventenne e non ancora acerrima rivale della diva francese) ammise che "nessuno singhiozza, nessuno si dispera, nessuno muore così bene [...] Vai alla recensione »
C'è sempre qualcosa di irreparabile in questi biopic femminili, ritratti di donne che hanno sfidato la loro epoca, che si sono confrontate con il mondo che le circondava con risolutezza, sfrontataggine e disarmante, malinconica inquietudine. Un senso di finitezza irrisolta, un correre sul crinale di un'eternità relegata al mito, che ne divora quasi la vita, sia sul palcoscenico o ovunque esso si esprima, [...] Vai alla recensione »
Il cinema, all'alba del Novecento, è ancora un artificio ottico che diverte e sorprende: un treno che arriva in stazione, operai che escono da una fabbrica, trucchi di magia che trasformano la realtà in fantasmagoria. È un mezzo giovane, guardato con sospetto dal teatro, che teme di perdere il suo pubblico a favore di quel rettangolo di luce. In questo scenario incerto, una figura avanza senza esitazioni. [...] Vai alla recensione »
Un autentico mito. Sarah Bernhardt è stata la prima "star" conosciuta a livello mondiale. La più grande attrice di tutti i tempi, è spesso definita. Non solo ha lasciato un'impronta indelebile nella sua epoca, ma il suo nome è rimasto vivo per tutto il XX secolo e lo è ancora oggi. Eppure, pochi conoscono la sua vera storia. A rimediare ci pensa il film La divina di Francia - Sarah Bernhardt.
Dal 6 novembre al cinema, Sandrine Kiberlain vestirà i panni della leggendaria attrice Sarah Bernhardt nel nuovo film di Guillaume Nicloux, La divina di Francia - Sarah Bernhardt. Un ritratto intenso e poetico dedicato alla donna che ha rivoluzionato il teatro e la cultura europea. Arriva nelle sale italiane La divina di Francia - Sarah Bernhardt, il film che rende omaggio a una delle figure più carismatic [...] Vai alla recensione »