
Anno | 2025 |
Genere | Horror, |
Produzione | USA |
Durata | 96 minuti |
Al cinema | 50 sale cinematografiche |
Regia di | Justin Tipping |
Attori | Marlon Wayans, Tyriq Withers, Julia Fox, Tim Heidecker, Jim Jefferies Richard Lippert, Indira G. Wilson, Gabriela Alicia Ortega, Sean Dillingham, Norman Towns, Greg Lutz, Jermaine Washington, Jade Vargas, Naomi Grossman, Esodie Geiger, Danielle Todesco, GiGi Erneta. |
Uscita | giovedì 2 ottobre 2025 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 1,54 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 ottobre 2025
Cosa saresti disposto a perdere pur di diventare una leggenda? Him è 16° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 8.306,00 e registrato 14.795 presenze.
CONSIGLIATO NO
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Cam è cresciuto sin da bambino idolatrando il famoso quarterback Isaiah White dei Saviours, capace di imprese impossibili e di superare infortuni che avrebbero fatto finire la carriera di chiunque altro. Cam è a sua volta diventato un acclamato campione di football americano, ma, mentre è una sera da solo nel campo di gioco, viene aggredito da uno sconosciuto riportando un grave trauma cranico. Secondo i medici, se riprendesse a giocare prima d'essere guarito - e i tempi di guarigione sono incerti - potrebbe rischiare molto.
Nel contempo, Isaiah White sembra indeciso se continuare o abbandonare i campi di gioco e invita Cam per una settimana di allenamenti speciali nella sua riservatissima magione isolata nel deserto, apparentemente per capire se Cam può essere il suo erede designato. Cam, lusingato, accetta e si immerge nel mondo di Isaiah, ma quello che trova non è quello che si aspettava.
Prodotto, tra gli altri, dal celebrato Jordan Peele di Scappa - Get Out e diretto da Justin Tipping, fornito di un background registico fatto soprattutto di serie TV, il film cerca probabilmente di essere una parabola sul successo, sulla difficoltà di ottenerlo e di mantenerlo, soprattutto sulla difficoltà di abbandonarlo e anche sulle manipolazioni cui sono soggetti i campioni da parte di chi governa il gioco, nonché sul prezzo che devono pagare per essere o continuare a essere, appunto, campioni.
La carne al fuoco è quindi molta e anche interessante, pur se magari la poetica del football americano è poco nelle nostre corde, ma la storia, così come è presentata, non riesce a "cuocerla" in modo convincente. Non c'è un vero e proprio sviluppo drammatico e i personaggi non hanno un arco caratteriale significativo: i lunghi dialoghi tra il "vecchio" e il "nuovo" astro del football - in particolare quello, protratto, nella sauna - dovrebbero essere profondi e caratterizzanti, ma non riescono ad andare oltre una prolissa banalità.
Le stranezze degli allenamenti e dei "trattamenti" anche medici cui è sottoposto Cam non sono tali da essere particolarmente interessanti e sembrano solo essere un modo per impiegare il tempo in attesa di arrivare alla conclusione del film che, dopo tante chiacchiere e tanto filosofeggiare, viene risolta prima a sganassoni e poi in una svolta allegorico-ribellistica un po' facile e non proprio motivata da quanto abbiamo visto in precedenza.
Non mancano riflessioni sul tema del razzismo e del potere delle classi privilegiate, ma anche queste risultano un po' risapute e poco ficcanti. Così come il parallelo tra il football americano e gli scontri tra gladiatori nell'arena romana non va oltre un'enunciazione tutto sommato banale e prevedibile.
Qualche squarcio allucinato serve soprattutto a dare almeno un po' di respiro visuale e a fornire qualche momento spettacolare, ma non aggiunge molto alla sostanza narrativa o comunque contenutistica del film, che resta un esercizio sostanzialmente vacuo e privo degli spunti originali che siamo stati abituati a trovare nei film diretti da Peele. Marlon Wayans cerca di dare forza al suo personaggio attraverso l'esagerazione, mentre Tyriq Withers agisce al contrario per sottrazione con il risultato di sembrare sempre un po' indifferente: entrambi fanno del loro meglio, ma i loro personaggi non emergono in modo convincente e il loro confronto non sprizza scintille. In definitiva, un'occasione mancata per affrontare in modo compiuto una tematica stimolante.
molto bello, un po splatter, ma fatto davvero bene con immagini, grafica e attori molto bravi, e molto bello il fatto che alla fine non si capisce piu cosa ? reale e cosa ? delirio. anche il finale bellissimo e inaspettato, anche il finale nosostante sia profondo e complicato, molto bello. comunque lo riguarderei sicuramente
Mai vista una porcheria pi? insensata, sconclusionata, splatter, inutile, noiosa. Ho buttato via 96 minuti della mia vita.
Una volta il famoso telecronista sportivo Howard Cosell si chiese: "Il football è un gioco o una religione?". L'horror di Justin Tipping (prodotto da Jordan Peele) considera l'idea dello sport come religione così ovvia che si preoccupa più che altro di stabilire se si tratta di un culto dell'eroe o di una setta sinistra. Sin da bambino Cameron (Withers) idolatra il quarterback Isaiah White (Wayans). [...] Vai alla recensione »
Diretto da Justin Tipping (a nove anni da Kicks e dopo varie esperienze televisive) e prodotto, tra gli altri, da Jordan Peele, ormai ben noto regista di Get out (2017), Noi (2019) e Nope (2022), Him mostra il lato morboso e oscuro del sogno americano incrociando l'ossessione per l'American football, l'idea performativa della società contemporanea e la dimensione cinica di una gioventù disposta a tutto [...] Vai alla recensione »
"Chi non osa non vince". E certamente non si può accusare Him del fatto di non aver osato. Declina il film sportivo in chiave horror, porta all'estremo la performance rivelandone gli angoli più oscuri come era accaduto con il balletto in Il cigno nero e con il jazz in Whiplash. Come questi due film, anche Him mostra il lato sinistro della ricerca del successo rivelandone il buio nella mente, la provvisoria [...] Vai alla recensione »
Prima di lanciarsi in una disamina non priva di forti accenti critici di Him appare necessario restituire anche un quadro dei meriti del film. Non sono infatti del tutto assenti le componenti più o meno distintive della poetica di Justin Tipping che - seppur non abbia avuto modo di esporle con una certa costanza nell'arco di questi nove anni - dal buon Kicks si porta dietro la tendenza al racconto [...] Vai alla recensione »
Se la produzione di Jordan Peele lasciava inevitabilmente intendere un progetto capace di oscillare tra l'intrattenimento popolare e incursioni metaforiche sul Sogno americano, non ci vuole molto a sospettare, dopo poche sequenze sparate e didascaliche, di doverci arrendere alle carenze di sguardo e di confezione di Justin Tipping, anche co-sceneggiatore.
È uno dei produttori di Him, Jordan Peele, da cui il nome sparato sulla locandina e sui titoli prima del regista e degli attori, ma è anche l'espediente per conferire un quarto di nobiltà a questo ennesimo esemplare di elevated horror che in fin dei conti si rivela inadeguato rispetto alle ambizioni. Che interroga il lato oscuro (eufemismo) del sogno americano incrociando la religione del football [...] Vai alla recensione »