
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Giuseppe Carleo |
Attori | Maziar Firouzi, Marilù Pipitone, Serena Barone, Maurizio Bologna, Sergio Vespertino Claudio Collova, Cesare Biondolillo, Vincenzo Amato, Aglaia Mora, Alessandra Pizzullo, Loredana Marino, Franz Cantalupo, Salvo Piparo, Alessio Barone. |
Uscita | giovedì 26 settembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Artex Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,47 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 settembre 2024
Un uomo torna dalla guerra nel suo villaggio di montagna: un male oscuro lo tormenta, un dono magico lo riporta in vita. In Italia al Box Office La bocca dell'anima ha incassato 31,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Al termine della guerra, Giovanni Velasques torna nel suo paese tra le montagne della Sicilia dopo un lungo periodo di prigionia. Pallido ed emaciato, Giovanni ritrova la fidanzata Angela e il mondo che ha lasciato, con i campi da lavorare e le tradizioni da rispettare. Lui, però, non è più lo stesso, un trauma oscuro lo divora e solo una vecchia majàra sa scorgere nella sua anima lo spirito di un altro uomo, un marinaio morto in guerra. Giovanni scopre così di possedere un "dono" speciale che gli consente di guarire la gente con poteri da sciamano e diventa un punto di riferimento nel paese. Così facendo, però, si isola da tutti, compresa Angela, che nel frattempo ha sposato e gli ha dato un bambino, finendo per scontrarsi con la Chiesa, la mafia e i suoi fantasmi interiori.
Per l'esordio nel lungometraggio, il regista palermitano Giuseppe Carleo ha studiato le credenze magiche della sua regione, cercando di unire fascino per il mistero, sguardo antropologico e indagine sociologica.
Ne è emerso un lavoro che affonda le radici nella tradizione popolare del mondo contadino del meridione ripercorrendone le figure in qualche modo fisse: il soldato sopravvissuto e trasformatosi in uno straniero; la majàra, cioè la strega del villaggio, che ha riscontri in tutte le altre culture folkloriche d'Italia; la fidanzata paziente che accetta di sposare l'uomo che ha ritrovato e che non riconosce più; la comunità chiusa e bigotta; le istituzioni (legali o meno) oscurantiste e repressive.
La sceneggiatura del regista e di Carlo Cannella fa del protagonista un "ritornante", un uomo riapparso dal nulla che rinasce a nuova vita. Giovanni riprende a lavorare la terra, si sposa, ha un figlio, si conforma nuovamente alla società di cui fa parte, ma è al tempo stesso un altro uomo: un condannato, prigioniero del suo "dono" e del suo legame con il regno dei morti. «È inutile», gli dice il fantasma del marinaio che ha visto morire e che Giovanni vorrebbe allontanare, «l'abisso in cui cerchi di ricacciarmi è dentro di te».
L'aspetto interessante della vicenda - ispirata ad autentici racconti del dopoguerra - è il rapporto fra l'esperienza individuale del protagonista e il contesto economico e sociale in cui vive. Carleo sa che nella cultura contadina l'esistenza stessa della magia serviva a cercare altrove, per altre vie e con altre forme, quelle risposte al mistero della vita e della morte di fronte che né l'istituzione della Chiesa né l'organizzazione sociale riuscivano del tutto a trovare.
Peccato che la diversità rappresentata da Giovanni, l'eccedenza dei suoi comportamenti nel mondo chiuso in cui ogni cosa è regolata (dalla tradizione, dalla natura, dalla Chiesa, dalla legge del più forte), non è adeguatamente rappresentata dal film. Carlo ricorre a uno stile elementare, cerca nella distorsione visiva e sonora, nel montaggio a volte frenetico, nei punti di vista inusitati della macchina da presa, negli effetti visivi basilari (le luci bianche delle scene oniriche, l'opposizione tra la roccia e l'acqua, l'oscurità in cui opera la strega...) e nel regionalismo estremo della lingua un corrispettivo a quell'immersione nel magico che sta alla base del progetto.
La bocca dell'anima è più dalle parti del realismo fantasioso di Edoardo De Angelis (il fantasma del marinaio sembra venuto fuori da Comandante) che dal mondo contadino di Maura Delpero in Vermiglio (senza tirare in ballo l'autentica visionarietà di Simone Massi in Invelle). Non possiede però né l'audacia del primo né la giustezza di sguardo della seconda, restando nella terra di mezzo di un cinema volenteroso e appassionato che non sa ancora, però, trasmettere sullo schermo l'ampiezza delle proprie ambizioni.
Giovanni Velasques (il protagonista, interpretato da un intenso Maziar Firouzi), reduce della Seconda guerra mondiale, torna lacero e stremato al suo paese, inconsapevole portatore di un dono magnifico e tenebroso, pegno d’affetto (se ne intuirà la ragione nella scena finale, onirica e delicata) di un compagno d'armi. Mariannina (Serena Barone), l’anziana magàra del paese, [...] Vai alla recensione »
La "Bocca dell'Anima" è un viaggio unico e insostituibile all'interno di un mondo nascosto, quello della magia popolare, in una Sicilia fuori dagli stereotipi. Un racconto preciso e puntuale di un contesto storico e culturale, quello del Secondo Dopoguerra, ricostruito attraverso una lingua siciliana fedele, una scenografia curata nel dettaglio, dei costumi dell'epoca [...] Vai alla recensione »
Nel film La Bocca dell’Anima il regista Giuseppe Carleo presenta interessanti stratificazioni di significato in un contesto narrativo autentico, a tratti intenso. Le vicende personali del protagonista, collocate nella Sicilia del secondo dopoguerra, aprono a tematiche quali la potenza del pensiero magico e la pratica dello sciamanesimo in una piccola comunità rurale, l’ingerenza [...] Vai alla recensione »
Una Sicilia lontana dagli stereotipi abituali! Ambientato in un paesino montano innevato, nel cuore dell’isola nel 1949, il film esplora il mondo delle antiche credenze e dei guaritori locali, i “maaari”, offrendo uno sguardo autentico e veritiero sulle pratiche magiche del tempo. L’interpretazione di Maziar Firouzi nel ruolo di Giovanni, un reduce della Seconda Guerra Mondiale, è intensa e toccante, [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film, coinvolgente, intrigante, affascinante. Curato tutto nei particolari, dall'ambientazione a tratti surreale e kafkiana, alla descrizione antropologica dei personaggi, alla cura del contesto rurale di un tempo, tutto intriso di autentica sicilianita'. Finalmente un volto diverso della Sicilia che non è più annichilita dai soliti retaggi stereotipati ma diventa una [...] Vai alla recensione »
Pellicola molto introspettiva che mi ha rapito fin dai primi minuti. Il viaggio del protagonista alla ricerca di sé stesso e la scoperta del suo passato creano un intreccio che invoglia sempre di più a raggiungere la fine e le risposte. Ottima regia di Giuseppe Carleo che ha creato qualcosa che può essere tranquillamente definito un capolavoro.
Bellissimo film, coinvolgente, affascinante. Curato tutto nei particolari, dall' ambientazione a tratti surreale e kafkiana, alla descrizione antropologica dei personaggi, alla cura del contesto rurale di un tempo, tutto intriso di autentica sicilianita'. Finalmente un volto diverso della Sicilia che non è più annichilita dai soliti retaggi stereotipati ma diventa una terra che [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film, coinvolgente, intrigante, affascinante. Curato tutto nei particolari, dall’ambientazione, a tratti surreale e kafkiana, alla descrizione antropologica dei personaggi, alla cura del contesto rurale di un tempo, tutto intriso di autentica sicilianita’. Finalmente un volto diverso della Sicilia, che non è più annichilita dai soliti retaggi stereotipati ma diventa una terra che si riappropria [...] Vai alla recensione »
Ormai è difficile trovare un film che sia un'opera mondo. La Bocca dell'Anima è proprio questo. Uno sguardo verso un'aspetto della nostra identità, un viaggio in un mondo perduto, dimenticato, rinnegato, il mondo degli antichi guaritori, questo linguaggio ancestrale che risale all'origine dell'uomo. C'è una Sicilia inaspettata, quella dei paesi freddi [...] Vai alla recensione »
Inaspettato. Una boccata d'aria fresca e nuova in un panorama cinematografico italiano ossidato e vincolato a tematiche che seguono le mode del momento. Un film libero che non chiede permesso a nessuno e punta dritto al cuore.
Una incredibile storia raccontata in un bellissimo dialetto la sceneggiatura meravigliosa e gli attori davvero bravi, una Sicilia che sicuramente non ti aspetti.
Bellissimo film un film storico autentico e in ricerca bravo il regista carleo e bravi anche gli attori auguro un bel futuro per il film e per tutti
Questo film entra nelle viscere della Sicilia rompendo stereotipi e cliché con una storia dura, avvincente ed emozionante, attraverso immagini evocative e mai viste sul gramde schermo.
Ci sono tradizioni e consuetudini antiche che sopravvivono nel tempo, perpetuate da figure (soprattutto femminili) che ne sono le tramandatrici e le vestali. La bocca dell’anima prosegue un discorso iniziato dal suo regista e sceneggiatore Giuseppe Carleo (qui con Carlo Cannella) con il cortometraggio Parru pi tia, vincitore del concorso I Love GAI nel 2018, che vedeva al centro una nonna dai poteri occulti interpretata da Serena Barone. Anche ne La bocca dell’anima la veterana attrice siciliana (vista anche in Le sorelle Macaluso per cui, nella versione teatrale, è stata candidata al premio UBU) dà volto, voce e soprattutto sguardo ad una zia, Mariannina, che conosce la magia e la riconosce in Giovanni, il protagonista della storia: un giovane uomo stanco di guerra e testimone in sé dell’esistenza perduta di un compagno di battaglie, il marinaio straniero Enrico Marchese.
La “magia popolare”, come l’ha definita lo stesso Carleo, è al centro non solo della trama, ma anche della società di Pietrasanta, nel 1949 come forse anche oggi. Della Sicilia Carleo, che ha studiato regia presso la sede palermitana del Centro Sperimentale di Cinematografia e recitazione presso quella romana, raffigura l’elemento arcaico e ancestrale come parte integrante tanto del luogo, con cui gli esseri umani si devono continuamente rapportare in un rapporto dialettico e spesso conflittuale con la natura, e del carattere isolano come di una tradizione che si tramanda nei secoli, anche attraverso i suoni (Paolo Brignoli è l’autore della colonna sonora di cui fanno parte anche “canti polifonici in latino, musica da barberia e il repertorio canoro monofonico della Sicilia occidentale”, come spiegano i crediti finali).
Carleo opera una ricerca filologica e semantica che conduce dritta alle origini del mito e del carattere siciliano, e che dà forma ineluttabile alla storia di Giovanni. L’uomo trattiene rabbiosamente ed ostinatamente dentro di sé la memoria di chi non c’è più, e opera in modo riluttante per il bene della comunità, ribellandosi ai poteri forti del luogo - il prete bigotto, il padrino latifondista – che lo vogliono “mansueto”. Più si dedica alla cura del prossimo, più cresce il suo rancore, che si rovescia sulla moglie Angela e lo spinge ad ignorare il figlio neonato. “L’abisso è dentro di te”, gli viene detto, perché Giovanni, diversamente da Mariannina che sa custodire l’irrazionale e tramandare il mistero, ne è tormentato e soggiogato.
Maziar Firouzi, attore italo-iraniano nato e cresciuto a Palermo e già scelto in passato da Emma Dante, Sebastiano Riso e Gianfranco Cabiddu, presta la sua intensità e il suo sguardo spiritato a Giovanni, rendendolo il protagonista di una storia ai confini dell’horror e del gotico siciliano. Intorno a lui si perpetuano intatti antichi riti e tradizioni destinati a non cambiare mai e un universo materico che condanna alla resa, fatto di pietra improduttiva, nevi silenziose, acqua di mare lontana e irraggiungibile. E solo chi capisce e rispetta la magia può sopravvivere in quel mondo impervio e onnipotente.
Oscuro, pieno di mistero, sospeso in un tempo indefinito tra la vita e la morte, La bocca dell'anima, primo lungometraggio di Giuseppe Carleo, approfondisce l' interesse per il mistero già inaugurato dal regista con il cortometraggio Parru pi tia, vincitore del concorso "I Love GAI" nel 2018, che vedeva come protagonista una donna anziana intenta ad aiutare la nipote a riconquistare il fidanzato con [...] Vai alla recensione »
L'opera prima di Giuseppe Carleo prende le mosse dalle ricerche della antropologa Elsa Guggino sulla Sicilia magica. Giovanni torna al paese tra i monti. Ha combattuto nella Seconda guerra mondiale, è a pezzi: emaciato, la barba incolta, i conati di vomito. Malato? No, dice la vecchia maara (la maga, la guaritrice). È abitato dallo spirito di un compagno d'armi.
Pallido, sporco ed emaciato, Giovanni Velasques ritorna nel suo paese natale, un piccolo villaggio arroccato sulle montagne della Sicilia. Un oscuro trauma che si porta dalla guerra provoca in lui una violenta crisi. A liberarlo da questa sofferenza è una vecchia maara che lo inizia all'arte della magia, rivelandogli di possedere "il dono", lo spirito di un uomo morto con il quale potrà aiutare gli [...] Vai alla recensione »
Esordio al lungometraggio di Giuseppe Carleo, giovane autore siciliano proveniente dal Centro Sperimentale in cui ha studiato recitazione e regia del documentario. La bocca dell'anima, opera presentata al Taormina Film Festival, complessa e assai articolata, si confronta con l'antropologia e l'etnologia, prendendo ispirazione dai testi di Elsa Guggino e il suo libro La magia in Sicilia e il corpo è [...] Vai alla recensione »
Sicilia, secondo dopoguerra. Un paese sul picco delle Madonie, tra vernici spalmate di neve e striature graffiate di sole. Giovanni torna dalla guerra e scopre un dono straordinario. Mariannina, la maga di origine albanese, gli rivela che dentro di lui, nella bocca dell'anima, ci sta lo spirito del marinaio Marchese, suo compagno d'armi, che gli permette di guarire gli infermi e alleviare le sofferenze. [...] Vai alla recensione »
C'è un cinema italiano, marginale, che scava nell'antropologia, nel ventre etnologico profondo di vari popoli della penisola. Ne fanno parte, per esempio, autori come Laura Samani o Giovanni Columbu. In questo solco è l'esordio al lungometraggio di Giuseppe Carleo, La bocca dell'anima, presentato al 70° Taormina Film Festival, nella sezione Officina Sicilia, nell'ambito della collaborazione con Efebo [...] Vai alla recensione »