Ed Wood

Irene Bignardi

Del caso Edward D Wood Junior - considerato con qualche disinformazione “il peggior regista di tutti i tempi”, come se i festival e i cinema non dimostrassero che la concorrenza è agguerrita - si è molto parlato, cercando di esaminare le ragioni di un’ammirazione e di un culto paradossale che da lui è disceso sul film di Tim Burton, un regista mainstream molto amato per la sua fantasia funeraria e visionaria. Ed Wood (come si può apprendere anche leggendo Ed Wood - Hollywood spazzatura) è morto neI 1978 a cinquantatre anni, ed è stato riscoperto nel 1980 da un gruppo di cinefili che elessero uno dei suoi film di serie Z, Plan 9 from Outer Space, il capolavoro al negativo del cinema. Ma il tentativo di Tim Burton di spiegare il mistero di una personalità e il fascino paradossale di una creatività sballata si traduce nella fredda e condiscendente esercitazione di un giovane regista di successo sulle ceneri delle illusioni artistiche altrui: e il personaggio Ed Wood, che Burton segue nelle sue imprese cinematografiche degli anni cinquanta, non si lascia decifrare, resta vagamente antipatico, non rivela i segreti delle sue ambiguità, per quanti sforzi faccia Johnny Depp, meno convincente del solito.
Dal debutto con Due vite in una (1953) che si ispirava al cambiamento di sesso di Christine Jorgensen, a Plan 9 from Outer Space (1959), di cui Burton riprende per i titoli di testa la sequenza tra le lapidi del cimitero, la storia dei film di Ed Wood ci porta in un mondo di cinefilia e di citazioni distillate nel sublime bianco e nero di Peter Czapsky. Ma il cuore di un film sostanzialmente autoreferenziale e freddo è l’amicizia che Ed Wood intreccia con il grande
Bela Lugosi, interpretato in stato di grazia da Martin Landau (che infatti si è conquistato un Oscar). Sono l’abbandono e la solitudine del grande interprete di Dracula a dare a Ed Wood l’umanità di cui manca la perfetta ricostruzione di Burton. Forse perché è più facile intuire le ragioni della grandezza - e del culto che ogni tanto le viene riservato - che essere invitati a partecipare seriamente alla celebrazione dei misteri del cinema-spazzatura.
Da Irene Bignardi, Il declino dell’impero americano, Feltrinelli, Milano, 1996


di Irene Bignardi, 1996