Come si arrivò a produrre le più potenti armi di distruzione di massa che l’uomo abbia mai creato? Lo racconta la serie tv firmata da Sam Shaw. Ora su TIMVISION.
Il 6 e il 9 agosto del 1945 sono due giorni che hanno segnato un punto di non ritorno nella storia dell’Umanità. Sono i giorni che videro la distruzione di Hiroshima e Nagasaki, le due città giapponesi colpite dalle bombe nucleari sganciate dall’aeronautica americana. Una devastazione, con più di 100.000 vittime all’attivo, che pose drasticamente fine alla Seconda Guerra Mondiale. La chiusura del conflitto fu decisa dagli straordinari avanzamenti tecnologici e scientifici degli Stati Uniti. Come si arrivò a produrre le più potenti armi di distruzione di massa che l’uomo abbia mai creato? Lo racconta Manhattan, serie tv in due stagioni firmata da Sam Shaw.
Tra il 1942 e il 1946, nel segreto più totale, per contrastare l’avanzata nazista in Europa e il predominio giapponese nell’area del Pacifico, il governo degli Stati Uniti organizzò un programma di ricerca e sviluppo in campo militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche. Furono radunati i migliori scienziati del Pianeta e si diedero loro strutture e laboratori all’avanguardia. Il programma, denominato Progetto Manhattan, fu attuato nel New Mexico. L’obiettivo dichiarato era mettere la scienza al servizio dell’uomo per vincere il prima possibile la guerra evitando ulteriori perdite di soldati sui campi di battaglia.
I 23 episodi di Manhattan mostrano chi sono gli uomini e le donne che hanno dedicato anni della loro vita nella progettazione e messa a punto di Fat Man e Little Boy, le due bombe atomiche che devasteranno Hiroshima e Nagasaki. In particolar modo si segue la storia del fisico Charlie Isaacs che, nel 1943, entra a far parte del programma. Lasciatosi tutto alle spalle, arriva con mille dubbi in testa a Los Alamos insieme alla moglie Abby e al figlio Joey. Qui incontra Frank Winter, tra gli scienziati più importanti del progetto, a capo di uno dei dipartimenti decisivi sulla fusione dell’atomo. Non meno interessante è la moglie, la botanica Liza Winter, tra le prime a capire le conseguenze delle radiazioni nella biosfera.
Manhattan non è una serie che va alla ricerca dell’assoluta fedeltà storica. Tutti i personaggi sono inventati, romanzati o ispirati a figure realmente esistite. Nel corso delle puntate, con sceneggiature che fanno largo uso di dialoghi, concentra le sue attenzioni sui conflitti interiori e sui dilemmi morali dei protagonisti. È un’opera sul dubbio, sull’eterna ricerca dei propri limiti, sulle concessioni che ognuno di noi fa alla propria etica. In tal senso, dando spessore a una serie di questioni dirimenti, approfondisce il valore delle scelte, l’importanza di prendere posizione, il significato dei propri gesti.
In onda su WGN America con pubblico e critica che hanno dato giudizi positivi sulla serie, Manhattan ha potuto contare su un’assoluta cura nella scrittura, su una regia che ha saputo dar vita a un’atmosfera densa di dubbi e sospetti, su un cast di buonissimo livello. Tra gli attori ricordiamo John Benjamin Hickey, attore teatrale vincitore di un Tony Award, e Ashley Zukerman, volto di Designated Survivor. Note di merito vanno riconosciute alle interpreti femminili: Rachel Brosnahan, vincitrice del Golden Globe nel 2018 per la partecipazione in The Marvelous Mrs. Maisel, e Olivia Williams, già apprezzata tanto sul piccolo quanto sul grande schermo. Nella seconda stagione fa capolino anche William Petersen, il Gil Grissom di CSI - Scena del crimine.