Dunkirk |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles.
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Titolo originale Dunkirk.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- USA, Gran Bretagna, Francia 2017.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 7 agosto 2023.
MYMONETRO
Dunkirk
valutazione media:
4,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una guerra mai vista.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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sabato 23 settembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dunkerque è stata teatro di uno degli episodi più drammatici della seconda guerra mondiale, ma anche uno dei meno trattati dal cinema. Così ci pensa l'insospettabile Nolan a portare in scena la terribile evacuazione e lo fa con la sua solita cifra stilistica. Il regista riempie lo schermo con un 'estetica trascinante, aiutato dalla coinvolgente colonna sonora di Zimmer e con degli effetti audio da urlo. Chris rispolvera una sua vecchia scelta di narrazione, spalmando la vicenda su tre livelli temporali differenti miscelati tra loro da un montaggio preciso. Questo stile funziona ancor meglio che in Inception (e infatti io quel film non lo reggo, mi dispiace) e contribuisce ad aumentare il livello di tensione che permea tutta la pellicola. Nolan non punta sul sangue, come certe tendenze crudiste ci hanno abituato in questi ultimi anni. Piuttosto il film se la gioca sulla forza psicologica della situazione. Si lavora sul livello ansiogeno degli avvenimenti e sulla sensazione che non ci sia alcuna via d'uscita dalla spiaggia francese. L'accompagnamento di Zimmer e la fotografia gelida di Nolan ci proiettano dentro una pellicola di stampo horror, dove il mostro non si vede ma fa sentire la sua presenza in maniera implacabile. Toglie il fiato allo spettatore e ai suoi personaggi, quasi mai capaci di parlare. Anche perché, in momenti come quelli davvero non c' nulla da dire. Insomma, si potrebbe dire che Nolan è un grande autore rubato al muto. Come a conferma di questa mia teoria, infatti, appena i suoi personaggi aprono la bocca si manifesta inesorabilmente uno dei difetti congeniti di questo regista (per me eh, poi son opinioni). Se Chris è capace di utilizzare la tecnica per toccare la corda emotiva in maniera sopraffina, non si può dire altrettanto per il suo modo di trattare i sentimenti umani. Ha fatto di peggio in passato, sia chiaro (il trattato di Anne Hattaway in Interstellar me lo porto ancora dentro come una cicatrice), però anche qui scivola in una certa retorica di fondo che stona. La sceneggiatura mette in bocca a un soldato del 1940 parole che difficilmente immagino potesse pronunciare, per esempio. In più il finale si abbandona a qualche stereotipo comodo che avrei preferito non ascoltare. Intendiamoci, il concetto del coraggio di una nazione che da sola ha retto il peso del conflitto per molto tempo è importante e ci sta; solo speravo che, da un regista capace di interpretare la guerra in modo così personale, si potesse ascoltare con toni più innovativi. Ma non importa, è Nolan e così ce lo dobbiamo tenere. Dunkirk rimane un grandissimo film, da ammirare possibilmente in sala. Vero Cinema.
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