Io, Daniel Blake |
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Un film di Ken Loach.
Con Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann.
continua»
Titolo originale I, Daniel Blake.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Francia 2016.
- Cinema
uscita venerdì 21 ottobre 2016.
MYMONETRO
Io, Daniel Blake
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cogito ergo sumdi gabriellaFeedback: 17197 | altri commenti e recensioni di gabriella |
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giovedì 3 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ken Loach è una specie di Don Chisciotte e lo sa bene, continua a combattere contro i mulini a vento, solo che i suoi non sono fantasmi, ma qualcosa di assolutamente concreto che però se ne frega della miseria e della difficoltà cui è costretta a scontrarsi giornalmente certa gente. Danie Blake è un carpentiere inabile al lavoro in quanto è stato colpito da infarto, ma l'ingranaggio istituzionale non gli riconosce l'indennità di malattia pur essendoci un certificato redatto dal medico. Daniel è un uomo onesto, vive secondo le regole e , nonostante sia completamente digiuno all'uso del computer, cerca di far fronte alle richieste di compilare i vari moduli on line . Conosce Katye, una giovane mamma di due figli che da Londra è appena arrivata a Newcastle, in cerca di un lavoro, si offre di aiutarla, cominciando a far dei lavoretti nel fatiscente appartamento della donna, si occupa dei bambini per permetterle di cercarsi un lavoro e intanto si reca continuamente al centro per l'impiego per cercare di risolvere la sua situazione. Deve dimostrare che sta cercando un lavoro, pena una sanzione, se vuole ottenere il sussidio, ma, benchè lui esegua tutto con dovizia, sembra che sia insufficente, come gli fa notare con aria di sufficenza l'assessore del centro impiego. I cavilli burocratici sembrano dilatarsi all'assurdo, ciò nonostante non viene meno il senso della solidarietà verso Kathy e i suoi bambini, tra i due nasce una sincera amicizia , per entrambi sarà come un'ancora di salvezza , l'urgenza di sentirsi parte di un'umanità attraverso le semplice cose della quotidianità, emerge la persona, quella che sa rendersi utile, che divide le difficoltà, figura ormai sempre più lontana in un mondo lanciato nella sua folle corsa. Ken Loach ancora una volta ci mostra l'aspetto di grande difficoltà delle fasce di reddito più deboli, si affianca dalla loro parte e ci trascina a considerare questa realtà che si vorrebbe invece tenere sotto silenzio sperando passi inosservata, perchè scomoda. Il cinema di Loack è sempre stato scomodo, da dire che la sua partecipazione , quando si tratta di parlare di dignità, ha un vigore e una tenacia difficili da trovare in un uomo di ottant'anni, per questo è un bene che registi come lui siano ancora in giro e fa bene a sottolinearlo, perchè non è mai abbastanza, ciò che fa dire al suo protagonista " MI chiamo Daniel Blake, sono un uomo, non sono un cane, sono un cittadino, niente di più, niente di meno". Qui non si vogliono privilegi o scorciatoie per riconoscere un diritto fondamentale, forse queste frasi per molti sono desuete, fanno sorridere, però, come ha detto il regitsa stesso a proposito della recente uscita del Regno Unito dall'Europa, molti appartenenti alla working class hanno votato per il leave, chiediamoci se il fatto di essere dimenticati, di nessuno che si interessi a loro abbia contribuito a tutto questo. Speriamo che Loach continui a fare cinema, è uno dei pochissimi registi ad avere uno sguardo così partecipe alle sue storie e ai suoi protagonisti, riesce a mantenere la sua ironia , anche se amara, ma a rendere visibile un mondo sommerso che si vorrebbe sprofondasse ancora più giù.
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