800 giorni |
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Un film di Dennis Dellai.
Con Marta Dal Santo, Davide Dolores, Vasco Mirandola, Matteo Dal Ponte.
continua»
Drammatico,
durata 118 min.
- Italia 2023.
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Un''interminabile prigioniadi gabriellaFeedback: 16376 | altri commenti e recensioni di gabriella |
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mercoledì 8 novembre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo " Terre rosse" e " Oscar", il regista vicentino Dennis Dellai , al suo terzo lungometraggio . affronta un tema molto delicato, una delle stagioni più oscure che hanno riguardato l'Italia, la famigerata epoca dei sequestri tra gli anni 80/90, a scopo di estorsione , una piaga dolorosissima e purtroppo caduta un pò nell'oblio., in particolar modo quella di Carlo Celadon, persona riservata e schiva che è uscito da un’esperienza terribile Da qui l'urgenza di raccontare una vicenda accaduta nel vicentino a fine anni 80 quando , una sera di gennaio, il diciottenne figlio di un imprenditore locale venne sottratto alla sua famiglia e rinchiuso in una caverna sull'Aspromonte. E' l'inizio di un incubo che durerà per più di 800 giorni, una prigionia in uno spazio ridottissimo con una catena al collo e una alle gambe, isolato dal mondo, imbottito di menzogne su un presunto abbandono della famiglia, viene da chiedersi veramente come abbia fatto a resistere per così tanto tempo. Per rispetto al protagonista reale della vicenda, Dellai sceglie dei nomi fittizi per raccontare i fatti,scegliendo una distanza narrativa che mantiene lucido lo spettatore e lo invita a riflettere su un passato buio e doloroso che ha sconvolto la vita di molte famiglie , alle quali il regista rende l’omaggio di una memoria collettiva . C’è un’Italia sotto pressione , l’ inadeguatezza delle istituzioni, l’impotenza della famiglia, la rabbia e lo sgomento degli amici, tutto filtrato dallo sguardo di Maria, la giovane fidanzata, che rappresenterà la speranza cui aggrapparsi nei momenti di disperazione, la forza per resistere a una stremante prigionia, la prospettiva di un futuro ancora possibile. E’ una storia accaduta nel vicentino, come ci tiene a sottolineare il regista, come le precedenti, fatti accaduti nel nordest del Veneto, che gli è valso il Leone di vetro al festival del cinema di Venezia. Se pensiamo che il film è stato prodotto con un budget ridottissimo e con l’aiuto di imprenditori locali che hanno sostenuto e finanziato il progetto, il pregio è anche maggiore, c’è passione, dietro la macchina da presa, c’è entusiasmo e rigore d’informazione, c’è cuore, molto cuore, che fa pulsare la parte emotiva , c’ amore per il cinema e della sua forza di comunicazione.
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