1939, Bletchley Park, Inghilterra. Alan Turing (Benedict Cumberbatch) professore di Cambridge nonché noto matematico, sostiene un colloquio con il comandante Alastair Denniston (Charles Dence), in cerca delle menti britanniche più geniali ed in grado di poter decrittare la famigerata macchina dei codici militari tedeschi : Enigma. Turing viene reclutato insieme ad altri brillanti uomini, ma subito si distacca dal gruppo mostrando un lato di sé che lo farà catalogare come diverso. Tuttavia, nonostante i suoi metodi alternativi, egli ha tutte le carte in regola per poter volgere al meglio la mansione assegnatagli e darà del filo da torcere a coloro che non credono in lui.
Affascinante e tratto da una storia vera, The Imitation Game, è azzeccato in ogni dettaglio. Partendo dal cast, spiccano alcuni tra i più brillanti nomi del cinema, passando poi al montaggio (curato da William Goldenberg , vincitore dell’Oscar con ARGO), i costumi (di Sammy Sheldon Differ de Il Gladiatore) e le magnifiche musiche (grazie ad uno dei compositori cinematografici più richiesti oggi : Alexandre Desplat, il quale ha già collaborato in film del calibro de Il Discorso del Re, Philomena e Moonrise Kingdom). Sullo sfondo di una Londra in fermento per la guerra e che minuto dopo minuto viene decimata, si materializzano i personaggi del film del norvegese Morten Tyldum, muovendosi in uno schema che trova equilibrio tra amore, dolore, rivalsa e trionfo. Dalla stazione di Kings Cross sino a toccare alcuni tra i posti più suggestivi dell’Inghilterra, il regista ripercorre fedelmente la vita di Alan Turing, partendo dalla sua adolescenza. Grazie ad ampi e numerosi flashback, lo spettatore è in grado di comprendere appieno il carattere dell’uomo e partecipare alla sua crescita esteriore ed interiore, da quando ancora era uno studente collegiale fino alla sua creazione di “Christopher” una macchina in grado di decifrare codici nazisti. Turing trova inizialmente ostili i collaboratori con i quali dovrà decodificare i messaggi cifrati provenienti dalla Germania e cerca sempre più di allontanarsi da loro, ma grazie ad una new entry del gruppo, la giovane ed intelligente Joan Clarke (Keira Knightley - Pirati dei Caribi), egli capirà che deve farsi accettare da tutti e che l’unione fa la forza. Si ritrova dunque in squadra con uomini attenti e talentuosi tra cui Hugh Alexander (Matthew Goode - A Single Man), campione nazionale di scacchi, John Cairncross (Allen Leech – Downtown Abbey), misterioso scozzese anch’egli matematico, e Peter Hilton (Matthew Beard– An Education), giovane laureato ad Oxford. I cinque lavorano incessantemente ogni mese 24 ore su 24 e devono riuscire a tradurre almeno uno dei milioni di codici che intercetta l’Inghilterra. Allo scoccare della mezzanotte, il lavoro di ogni giorno va perduto poiché le stazioni radio tedesche modificano nuovamente le impostazioni base. Quando tutto appare perduto e non sembrano esserci miglioramenti, Turing capisce, con l’aiuto di un’amica di Joan, che molte frasi vengono ripetute in ogni messaggio. Alan crede che “Heil Hitler” possa essere una di queste e non sbaglia. Enigma adesso può essere decifrata, l’Inghilterra può intercettare le prossime mosse dell’esercito e vincere la guerra.
Benedict Cumberbatch, lo Sherlock dell’omonima serie (grazie alla quale ha ricevuto la nomination ai Golden Globe), incarna perfettamente il genio di Turing, ricordando in senso lato lo Sheldon Cooper di The Big Bang Theory. Mostra tutta la sua bravura e la sua versatilità del coprire il ruolo di un uomo lunatico e dalle mille sfaccettature. Un uomo che, ebreo ed omosessuale non dichiarato, all’interno di una società con regole severe si trovò sempre al di fuori di un sistema così ben definito. L’illegalità e la pericolosità del suo essere, lo hanno portato dall’essere vittima di bullismo in giovane età sino poi all’essere obbligato alla cosiddetta “castrazione artificiale” (metodo imposto dalla legge che prevedeva terapie ormonali per “modificare” gli impulsi sessuali). "Penso che Benedict abbia quel giusto mix di sensibilità e di forza; non molti possono impersonare un genio e farlo diventare credibile. Trasmette così tanto della sua vita interiore al punto da pensare veramente che Benedict diventi Alan Turing e che quest'uomo sia in grado di partorire grandi idee". Sostiene infatti il regista Tyldum. Nonostante i drammi della sua vita, il dolore e l’incomprensione di una mente così brillante e rara, Turing non solo dovrebbe essere considerato un eroe di guerra ma anche un valido antenato. E’ grazie a lui, infatti, se oggi possiamo utilizzare il computer (primitivamente chiamata “La Macchina di Turing”).
Di film come The Imitation Game ne esistono pochi, ancora meno sono quelli che arrivano così diretti allo spettatore. Film con ritmo incalzante e che non stancano, nemmeno per un attimo. Concludendo, sono certa che per i più sarà impossibile non restare incantanti da una pellicola simile e di fronte ad un’interpretazione, più unica che rara, di un Cumberbatch degno di Oscar.
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