Il duro del Road House |
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Un film di Rowdy Herrington.
Con Patrick Swayze, Ben Gazzara, Kelly Lynch, Kevin Tighe, Sam Elliott.
continua»
Titolo originale Road House.
Drammatico,
durata 108 min.
- USA 1989.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il duro del Road House
valutazione media:
2,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Blowing in the winddi RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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martedì 24 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al suo secondo film da regista Rowdy Herrington fa centro avvalendosi della preziosa collaborazione di un grande esperto e cultore di arti marziali come Patrick Swayze. Questo attore un po’ mingherlino ma tutto muscoli e agilità non può che riportare alla memoria Bruce Lee, il maestro per antonomasia dell’antica arte cinese del Kung-Fu, che si basa su doti tecniche ma anche su doti morali come l’incorruttibilità. Di fronte a chi crede che tutto si possa comprare con i soldi, colui che ha capito il vero significato di questa filosofia di vita, che nel film è anche un laureando in filosofia alla New York University, oppone una risoluta indignazione che scatena la guerra. Ma prima di vincerla il nostro eroe senza macchia e soprattutto senza paura, come si evince dalla cartella clinica che porta sempre con sè per aggiornamento da parte del medico di turno del pronto soccorso, dovrà vincere una serie di battaglie a cui seguiranno faide in un escalation di violenza fino alla resa finale dei conti. Solo allora compariranno le forze dell’ordine, per fare comunque una pessima figura. Né Reagan né il suo successore Bush padre, d’altronde, si premurarono di rendere più sicure le strade favorendo così la nascita di una generazione di americani duri e puri che agli studi teorici preferivano la pratica e disprezzavano tanto i criminali quanti i corrotti o sfaccendati agenti di polizia. La diffusione endemica delle armi è alla fine accettata come una cosa buona e giusta in questo film, che in ultima analisi equipara le arti marziali all’imbelle pacifismo, entrambi considerati generatori di debolezza e ingannatori. Simbolo di questa visione pessimistica e guerrafondaia della vita è il country singer cieco, amico del boss dei buttafuori campione di Kung-Fu: il suo genere musicale ricorda quello del pacifista Bob Dylan, ma per stridente contrasto è costretto a suonare all'interno di una sorta di gabbia metallica a prova di lancio di bottiglia. La risposta ai problemi della vita non vola nel vento se si può impugnare in un'arma da fuoco.
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