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L'ultimo film dei fratelli Coen True Grit è una storia romanzata a tinte western di genere drammatico. Mattie Ross è determinata a mandare alla forca l'assassino di suo padre, ucciso dall'ubriacone Tom Chaney e per questo chiederà aiuto a Rooster Cogburn uno sceriffo federale pieno di grinta che alleatosi con il texano LaBeouf cercherà di seguire le tracce del fuggitivo...riassumerei così la trama di questo film ma la fine preferisco risparmiarvela per correttezza e pietà...cominciamo con il dire che questo film è estremamente sopravvalutato: 10 nomination agli oscar se le sono sognate! Il Grinta è il classico film dei fratelli Coen che esce negli Usa gli ultimi 10 giorni di dicembre rubando ad altri film ben più meritevoli diverse candidature agli oscar. Ma ormai giustizia, o meglio giustizia nei confronti di questo film, è fatta. I fratelli Coen, il duo di registi tipicamente americani dalla rispettabile filmografia, non mi hanno mai convinto. Ottimi registi per carità ma per nulla seri...valeva la pena aspettare il 2007 perchè con Non è un Paese per Vecchi non solo hanno mantenuto intatto l'essenziale del romanzo di McCarthy amplificandone il significato attraverso la loro sceneggiatura ottimamente adattata ma sono riusciti anche a trasformare l'opera letteraria in una pellicola che usa un linguaggio cinematografico assolutamente fantastico che parla letteralmente per immagini. Il tutto rende No Country for Old Men qualcosa di estremamente significativo che riesce a mantenere una bellezza d'immagine degna del miglior Kubrick. Posto che non conoscevo la storia nè il film del 1969, ritengo che questo True Grit abbia un approccio sbagliato con il suo libro. Sta di fatto che i Coen avrebbero dovuto metterci molto di più del loro e sarebbe stato meglio se avessero sforbiciato non solo le inutili scene lunghe ma anche quelle comiche. Ne esce un film con una regia che cerca la spettacolarizzazione dove non ce n'è, una comicità eccessiva con troppe gag, scene ridicolmente lunghe e assolutamente inutili, personaggi macchiettistici e chi più ne ha più ne metta. Jeff Bridges è bravo ma solo a divertirsi, la ragazzina è brava per essere all'esordio ma in in linea di massima niente di mostruoso, Matt Damon è credibile come l'acqua nel deserto africano. Josh Brolin merita una menzione speciale per il suo essere ridicolo e la sua inutilità, complice il fatto che il suo ruolo si basa sulla sua assenza, quindi il suo ruolo è più efficace quando non si vede e in un certo senso, per come Brolin recita male, direi che l'attore fa la sua bella figura quando non è presente...ciò mi porta a giudicare la fine del film affrettata, retorica e apatica. Il vero finale quando lei torna in città è anche peggio, il giusto culmine per un film pieno di elementi buttati lì, inclusa la menzione della grazia divina e della punizione imprescindibile.
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