Che bella giornata |
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Un film di Gennaro Nunziante.
Con Checco Zalone, Nabiha Akkari, Rocco Papaleo, Tullio Solenghi, Annarita del Piano.
continua»
Comico,
durata 97 min.
- Italia 2011.
- Medusa
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Che bella giornata
valutazione media:
3,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non maledi EverlongFeedback: 3730 | altri commenti e recensioni di Everlong |
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domenica 6 febbraio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Partendo dal presupposto che il meglio della commedia all'italiana non tornerà mai più, il film di Zalone, senza infamia e senza lode, ha certamente il merito di strappare qualche risata, il che, senza dubbio, va sempre bene. La raffinatezza, la genialità, l'intelligenza critica e satirica della commedia di un tempo difficilmente potremo rivederle ancora, o quantomeno si vedono sempre più raramente. Certamente una delle ragioni è rappresentata dal mutato contesto culturale degli ultimi anni, contesto nel quale volgarità, ignoranza, superficialità e pressapochismo (elementi che senza dubbio sono sempre esistiti) trovano oggi una vasta eco di risonanza attraverso new media e televisione, per cui assurgono ad una posizione di rilievo nella realtà odierna, o meglio nella realtà odierna rappresentata. Zalone sostanzialmente si nutre di questo contesto, strizza l'occhio a tutto il trash del post-moderno televisivo alimentandosene più che criticarlo o bacchettarlo. E' prevedibile che sia così, in quanto questo rappresenta la sua fortuna. In questo secondo lavoro, il protagonista è sempre Checco, il solito personaggio di Cado dalle Nubi e di Zelig, anche se qui nei panni di un addetto alla Security al duomo di Milano. Il film diverte e non annoia mai, anche se la sceneggiatura e i personaggi (e le relazioni che li legano) sono alquanto assurdi e poco credibili, ma questo non è necessariamente un difetto. Liberare la fantasia al prezzo della credibilità spesso è un'operazione apprezzabile e condivisibile. Più che altro il problema è che, colto nella sua forma astratta, questo film è identico al primo, fatto di sentimenti superficiali ma allo stesso tempo iperbolici ed estremizzati proprio per la loro scarsa plausibilità. Siamo ignoranti e ridiano della nostra ignoranza perché il protagonista è così sfacciatamente l'ultimo gradino culturale della scala umana che ognuno si sente superiore, migliore e quindi rassicurato. Questo film ci rassicura sulla nostra diversità. Anche questa è un po' una furberia con cui il film intende proporsi a chiunque. Inoltre, continuare a rappresentare il peggio degli italiani significa un po' approfittarsene, nutrirsene e finire per esserne assimilati. Rappresentare la possibilità di cavarsela, pur essendo espressione del peggio del peggio, è cosa ormai ridondante sui mezzi di comunicazione e questo film non fa eccezione, anche se costruito con un'intelligenza praticamente opposta a quella rappresentata. Sappiamo tutti che bontà e sentimento non bastano, ma addossate su elementi fortemente negativi quali (stupidità, ignoranza, e superficialità) rischiano di fungere da rinforzo. Col peggio è sempre più facile fare il boom di ascolti o di incassi e ciò è alquanto triste. Ancora più triste è pensare che questo sia il film più visto (per incassi al botteghino) della storia del cinema italiano, avendo superato La vita è bella. Rappresentare il meglio diventa sempre più difficile, anche perché sempre più raro e scarsamente considerato. Che bella giornata è un prodotto (da incasso) dell'industria cinematografica che perfettamente si fa espressione della inarrestabile involuzione culturale che attraversa il nostro paese. Tessere le lodi di chi in fondo non fa che alimentare questo meccanismo è, a mio avviso, un errore grave. Infine, rivolgo un appello al cinema italiano che si faccia narratore di qualcosa di più di questa bassa italia fatta dei soliti provincialismi, solite macchiette, soliti giochi parodistici dialettali e localistici. Apra li occhi e capisca che c'è molto di più da raccontare.
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