Giù la testa

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un capolavoro ... ? questo?? Valutazione 2 stelle su cinque

di LUCA G


Feedback: 2602 | altri commenti e recensioni di LUCA G
lunedì 16 dicembre 2024

Era l'ottobre del 1971 e al Medica di Bologna GLT si scontrò con 'continuavano a chiamarlo Trinità' all'Arcobaleno,
dopo neanche un mese il film di L fu messo ko dal film demenziale di Clucher,
ricordo che su Panorama c'era la graduatoria degll incassi e GLT chiuse a 500ml di lire mentre T giunse a oltre 2mld;
che sconfitta!
l'inventore del western italiano detronizzato da Terence Hill, da Barboni, che fece un film io penso tra i più stupidi mai visti, almeno un pò di serietà c'era nel dollaro;
è sempre circolata una storia infondata, che L diresse questo film costretto da un contratto ecc ecc,
storie, L stava telecomandando il giovane Giancarlo Santi, suo collaboratore, perché non voleva firmare il film, per ragioni psicologiche che Bogdanovich descrive nel libro di De Fornari;
secondo il regista di 'ma papà ti manda sola' e 'paper moon', L non aveva il coraggio di apparire come regista di un film perché non si sentiva all'altezza;
il film è chiaramente prodotto da L sotto la speciosa copertura della casa di produzione 'rafran san marco' cioè Raffaella_Francesca_Andrea, Fulvio Morsella è il cognato,
B fu scelto da L perché era un emergente che aveva colpito col suo cult 'l'ultimo spettacolo';
a un certo punto Peter si scocciò di andare in giro per Roma con Luciano Vincenzoni , a vedere monumenti, mentre 'Sergio' faceva la siesta dopo un piatto di fettuccine,
perché, diceva, è meglio non fare le riunioni di sceneggiatura 'troppo presto dopo mangiato',
e poi L continuava a dirgli che doveva fare tutto il film con primi piani sui volti degli attori, mentre B gli disse perfidamente che lui amava solo i campi lunghi;
'sei pazzo' gli disse Vincenzoni che era uomo di mondo, amico personale di William Holden, Billy Wilder, 'vai a dire che ti piacciono i campi lunghi a un regista che ha costruito la sua carriera sui primi piani';
L voleva entrare nella storia del cinema con un maxi_capolavoro che doveva umiliare Fellini, Visconti, John Ford, e non intendeva arrischiarsi a firmare un fim che fosse giudicato con sufficienza dalla critica;
senonché il film fu, come ho detto, giudicato con sufficienza dal pubblico, ah se L avesse dato ascolto a Ford 'nel nostro mestiere un insuccesso presso la critica non vuol dir niente ma un fiasco commerciale è una condanna';
l'importanza di questo film non sta nel suo valore intrinseco, che non c'è, è pari a zero,
ma nel fatto che stimola a domandarsi quale sia stato il vero valore di Sergio Leone nel cinema;
GLT non è altro che l'ennesimo riciclo del soggetto di Solinas 'la resa dei conti', lo yankee che cerca il rivoluzionario e che poi prende coscienza di classe,
i vari corri uomo corri, il mercenario, vamos a matar, tepepa ...
qui ad un livello più sofisticato - Steiger e Coburn - invece di Franco Nero e Tomas Milian;
maggior impiego di mezzi ma non d'inventiva;
la sequenza iniziale è abbastanza spregevole, la minzione di Steiger contro l'albero, gli italiani si presentavano così dinanzi al mondo, con una pisciata,
e poi l'accoppiamento di S con la gran lady Maria Monti, ah ecco questa è una bella lotta di classe;
dimenticavo la tronfia apertura con i pensieri di Mao 'la rivoluzione non è un tè coi pasticcini ecc ecc',
deve averlo visto anche la Slhein, o si scrive Shlein?
L voleva far l'impegnato, aveva firmato qualche cosa di rivoluzionario, tipo la lettera degli intellettuali 'io non ci sto in una repubblica dove gli anarchici volano dalla finestra (della questura),
ma la sostanza, qui, era sempre quella di Clint che dice 'avete offeso il mio mulo e adesso lui vuole le vostre scuse',
le sequenze vuote che commentate da Morricone divenivano magistrali, come la corsa di Wallach al cimitero;
spettacolo purissimo ma vuotissimo,
un pò di significato ci vuole se si vuol passare alla storia, del cinema,
e certo il flash-back 'sean sean' rimarrà nella storia del cinema ma per merito di Morricone;
fu un film superato quando uscì, oramai il pubblico traditore amava solo i cazzotti di bud e terence,
L ebbe una grande idea col pugno di dollari ma non si dimostrò mai all'altezza di dirigere un grande fim,
e la scena turpe di c'era una volta in america, di De Niro che si introduce nella Tuesday Weld - che come sovrapprezzo di oscenità-trivialità grugnisce di orgasmo - non è altro che la variante della sequenza di S e la Maria Monti;
L fu un grande regista che non diresse mai un grande film.



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