Giù la testa |
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Un film di Sergio Leone.
Con Rod Steiger, James Coburn, Rik Battaglia, Romolo Valli, Maria Monti.
continua»
Western,
durata 150 min.
- Italia 1971.
MYMONETRO
Giù la testa
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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c'era la rivoluzione...di elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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domenica 2 settembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sembra che questo"Giù la testa"(1971), penultimo film di Sergio Leone(prima id "C'era una volta in America", 1984), scritto con Sergio Donati e Luciano Vincenzoni, musihce come sempre di Ennio MOrricone, inizia simbolicamente ma anche icasticamente con la citazione di Mao: "La rivoluzione non è pranzo di gala", da parte dell'unico vero autore del cinema italiano che si sia mai richiamato conseguemente al marxismo-leninismo. Doveva chiamarsi originariamente"C'era una volta la rivoluzione", poi sembra che la produzione USA si sia opposta, facendo ripiegare Leone su questo"Giù la testa", comunque efficace; l'ambiente, comunque, è quelllo della rivoluzione, con un rivoluzionario, John, Irlandese, area IRA(James Coburn) e un peone che lo diventa, dopo esser stato uno scettico(Rod Steiger), ma anhce un medico, l'altrettanto grande Romolo Valli, che è un "sapo", pe rdirla alla spagnola, ossia un traditore, ma solo per aver subito torture terribili. Primi e pimissimi piani, campi lunghi, lunghissimi silenzi, capacità di descrivere eccidi della reazione alla volontà popolare, urla e silenzi(non quelli di Ingmar Bergman...), ma anche l'entusiasmo della rivoluzione, su cui però è chiara la valutazione(siamo nel 1971, a tre anni dal 1968...), per cui essa, non essendo(appunto)un"pranzo di gala"non sarà facilmente proponiibile nel breve tempo. Anche i flash-backs, criticati da alcuni critici, appaiono invece decisamente efficaci, per contrapporre war a love, in un "gioco"che risulta forse meno efficace solo rispetto a"C'eraa una volta il West"dove essi, in chiave psicanalitica, spiegavano il presente, prima e più ancora che evocatre il passato. Dire della bravura degli interpreti rischia di essere pletorico, ma è necessario. Qui Steiger e Coburn, come Valli e anche Rik Battaglia, ma altrove, notoriamente, anche Clint Eastwood , dove la definizione leoniana: "Ha due espressioni: una con il sigaro, l'altra senza" è chiarmamnete solo umoristica, dato che Clint diviene un graqnde regista soto la spinta della collaborazione con Leone. Idem per la sinergia straordinaria con Ennio Morricone, che meriterebbe un saggio apposito. Rinunciando a rincorrere ogni sequenza di registi sopravvalutati, converrebbe analizzare la grandezza di Sergio Leone in ogni sequenza. El Gato
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