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Nella suggestiva location dell'isola di Man c'è Emelia Doyle, adolescente che vive con i nonni (madre suicida, padre scomparso), cerca di diventare scrittrice perché convinta di essere la discendente di sir Arthur Conan Doyle ma intanto racimola solo lavori umili; poi c'è uno scrittore fallito, Jonathan Fischer, autore di un solo romanzo di successo sul quale vive di rendita, senza esser più capace di scrivere qualcosa di decente; infine c'è la figlia dello scrittore, Bethany, ragazzina senza esperienze causa genitori incapaci di lasciarla andare, che aspira a proseguire gli studi nell'ambita sede di Oxford.
Graziosa commedia con 3 personaggi che non hanno il coraggio di fare un passo in avanti nella propria vita: si aiuteranno l'un l'altro, pur quasi senza volerlo, a darsi una spinta, a "riscriversi", a prendere coscienza di se stessi. Il film convince grazie ad una certa ironia che si prende amabilmente gioco dei personaggi, alla deliziosa grazia ingenua di Felicity Jones (Bethany), all'irriverente, sfacciata, sensuale ma anche teneramente indifesa umanità di Jessica Brown Findlay (Emelia) che alla fine riesce a liberarsi del suo alibi per non far nulla della sua vita (l'albatross al collo di coleridgiana memoria) e si mette a scrivere sul serio. Commediola poco nota, abbastanza trascurata ma che merita sicuramente una visione.
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