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Per un regista credo vincitore di due oscar "Ang Lee"mi aspettavo un film molto piu'incisivo,nella trama,nella dinamica.Il finale forse e'la fase piu'deludente del racconto.Henry Brogen(Will Smith) il miglior tiratore cecchino della D.I.A(servizi segreti)decide di andare in pensione sui 51 anni..si sente vecchio??..ma ha uno forse due cloni usciti dal suo DNA naturale.Questi due Will Smith giovani dovrebbero dargli la caccia e ucciderlo.Questa piu' o meno e'la trama che si evolve tra Cartagena e l'Ungheria.Di contorno ha due amici "il barone"(Benedict Wong)grande pilota d'aereo e un altro agente segreto donna Danny(Mary Winstead)..simpatica!...poche sorprese,nessuna scena di sesso, che quasi stonava !e in aggiunta il cattivone e'un insolito Clive Owen un dirigente D.I.A.che con espressione di noia potevano mettere un attore migliore.Inutile dire che tutto si regge per la presenza di Will Smith lontano dalla bravura di "io sono leggenda"..peccato poteva essere un film notevole,invece merita a malapena le due stelle e mezzo.La tecnologia digitale visiva dei2/3cloni,con Smith unico interprete non sono riusciti a bucare.Da vedere quando non ce'di meglio.
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tom87
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giovedì 31 ottobre 2019
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in lotta contro il doppio, e contro il tempo
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'Gemini Man' di Ang Lee, è un action iperrealistico che vede protagonista Will Smith e il suo doppio in una storia sacrificata un po' troppo all'apparato degli effetti digitali, a quello tecnico e visivo, alla vena formale sperimentale dell'ultimo Lee, sempre più interessato alle frontiere delle nuove tecnologie: come la sua precedente pellicola, anche questo film è stato girato in HFR 3D+ a 120 frame per secondo. Ma se da una parte il risultato estetico è accattivante, dall'altra fa segnare il dubbio che tutto questo non sia più cinema, ma qualcosa di simile ai videogiochi. Si potrà sembrare tradizionalisti, ma senza un adeguato apporto narrativo degno di nota, come buoni dialoghi, scene, pathos, emozioni e quant'altro, l'opera filmica perde la sua anima, la sua forza, il suo fascino.
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'Gemini Man' di Ang Lee, è un action iperrealistico che vede protagonista Will Smith e il suo doppio in una storia sacrificata un po' troppo all'apparato degli effetti digitali, a quello tecnico e visivo, alla vena formale sperimentale dell'ultimo Lee, sempre più interessato alle frontiere delle nuove tecnologie: come la sua precedente pellicola, anche questo film è stato girato in HFR 3D+ a 120 frame per secondo. Ma se da una parte il risultato estetico è accattivante, dall'altra fa segnare il dubbio che tutto questo non sia più cinema, ma qualcosa di simile ai videogiochi. Si potrà sembrare tradizionalisti, ma senza un adeguato apporto narrativo degno di nota, come buoni dialoghi, scene, pathos, emozioni e quant'altro, l'opera filmica perde la sua anima, la sua forza, il suo fascino. Una magia che non può ricreare e trasmettere da sola (sebbene spettacolare e godibile) la grafica. Eccessivo e anestetizzante, non coinvolge, e lascia freddi e perplessi.
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