Lou Von Salomé

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Un film di Cordula Kablitz-Post. Con Katharina Lorenz, Nicole Heesters, Liv Lisa Fries, Helena Pieske.
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Titolo originale Lou Andreas-Salomé, The Audacity to be Free. Biografico, Ratings: Kids+13, durata 103 min. - Germania, Austria 2016. - Wanted uscita giovedě 26 settembre 2019. MYMONETRO Lou Von Salomé * * * - - valutazione media: 3,07 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

"Il Superuomo era... una donna" Valutazione 3 stelle su cinque

di Maramaldo


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martedě 1 ottobre 2019

L'Espresso titolò così un articolo che presentava il lavoro della Cavani. Non ne ricordo granchè, di certo riscontro una coincidenza con l'odierno film di Cordulia Kablitz-Post, la ricostruzione della famosa fotografia dei "tre della carretta". Lou (qui Katharina Lorenz), Nietzsche (Alexander Scher, esaltato e insicuro) e Paul Rée (Philipp Hauss, pletorico e, per forza, inconsistente). I due "intellettuali" stanno impalati, impacciati, come capitati lì per caso, uno guarda in alto a destra, l'altro obliquamente a sinistra. Lei, torbida, con un pallido sorrisetto, sembra pregustare il piacere di sferzarli.
Chi era Lou Andreas von Salomé, secondo Cordulia?
A 6 anni ( bimba un po' troppo vispa, Helena Pieske) rimbecca un predicatore, nell'alto del suo pulpito, tra la folla dei fedeli, allibiti per tanta audacia. A 16 anni (Liv Lisa Frees) l'episodio chiave. L'adolescente prodigio insegue idee sublimi e rarefatte con elucubrazioni dotte. Soave e tenera però, induce a tentazione. Produce il suo primo guasto su di un essere indifeso. Trascina nel baratro della concupiscenza un uomo maturo e saggio, un cultore del Pensiero, un ecclesiastico d'altri tempi chissà con quante inibizioni e remore moralistiche. Un fatto frequente allora come ora, che però la sconvolge con effetto devastante anche negli anni avvenire. Già da ragazzina mostra una sensibilità morbosa e una fantasia fervida. Parla con Dio e lo "vede"pure. Più tardi Freud le spiegherà che Dio è un'emanazione del padre e il padre ha la funzionalità del dio. Scomparso il genitore, perde per lei visibilità anche il buon Dio. Nè trova modo di surrogare non nutrendo speranze di una guida e di una protezione. Non solo ma le sono stati raggelati, inariditi gli impulsi naturali verso l'incontro della carne, l'abbandono sentimentale, la consolazione della maternità. Grazie alle insistenti profferte di Rilke (Julius Feldmeier, assillante, oggi quasi da stalking) le venne l'uzzolo di provare il "dionisiaco". Dette ragione al baffuto professore che ne aveva parlato entusiasta, sia pure per sentito dire dato che non sembra averlo sperimentato di persona. Questa parentesi gioiosa le arrecò anche rancori e disprezzo. Abbandonerà la pratica, si pensa per sempre, pur facendo mostra di libertinaggio.
Non poteva che interessarsi alla psicanalisi. S'inoltrò per questa terra incognita, intrepida e spavalda come sempre. Vi si poteva almanaccare quanto e più che in filosofia, nella parvenza di scienza, nell'anelito alla catarsi e alla liberazione. Scrisse di narcisismo che non era il compiacersi di sè (sentì di non averne ragione) ma tentando di convincere e di convincersi che la potenza della donna perdura anche quando è sottoposta all'eros.  Chiacchiere, la verità è che non amò, neanche platonicamente, nessuno. Non poteva permetterselo. Il contatto tra caratteri forti scatena la legge della giungla. Prevale e prevarica il più feroce, il più crudele. Ve l'immaginate l'incauta invaghirsi di qualcuna delle personalità "monstre" che incrociò in vita.
Come le sue due anime, Nietzsche e Freud, metabolizzò le temperie socio-politiche senza prendere partito. Da diversa, da aliena, da un altrove spirituale. Sovrastorica, come Nietzsche avrebbe detto di Leopardi.
Irriverente e beffarda, ancor oggi intriga per la sua lucidità e il suo coraggio. A noi che abbiamo vinto le sue battaglie - almeno dalle nostre parti e non è detto per sempre -  piace idealizzarla come antesignana volendo mutuare la sua tempra e la sua onestà.
Intanto, il film non è stato gradito. Relegato in  una manciata di locali per lo più in v.o., tedesca. Non credo valga di meno di altri lavori che hanno beneficiato di analisi penetranti e di una esposizione di mesi. Si tratta di una vasto e variegato affresco, ricco anche di figure minori ben delineate ed interressanti: la madre di Lou, la sorella di Nietzsche, Marietta la governante, lo stesso Pfeiffer... Certo, tanti i richiami che pretendono la lettura di qualche libro in più. Didascalico, didattico: da quando in qua sono difetti?
Il Grande Fratello della Distribuzione vorrà farsi perdonare questa forma di censura, mai dovuta a motivi rispettabili. Potrebbe rimettere in circolazione il vecchio film della Cavani  per un confronto senz'altro stimolante. Rivisitare ancora quella donna che volle, e forse seppe vivere, "al di là del bene e del male".

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