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Il fragore, l'enormità atroce dell'ordigno nucleare fanno passare in secondo piano un problema squisitamente psicologico. Il delirio di onnipotenza, la voglia di sganciarsi dalla remora di una considerazione degli umani, tentano anche chi ha un Q.I. non discosto dalla media. La faccenda si complica se il tutto viene inquadrato in un episodio fondamentale della nostra Storia con svariate implicazioni per lo più di natura politica. Perchè questo non la mena soltanto con la quantistica e i rimorsi ma è un film politico. Chissà da quando ci riflette su Nolan? Quanto meno da Dunkirk. Ci sono collegamenti. Il più visibile è Cillian Murphy, là il volto di un ragazzo mandato a farsi ammazzare senza un briciolo di resipiscenza, adesso lo smilzo funesto figuro allucinato che mi ha fatto pensare subito a Goedel già nei trailer. Nel film passeggia nel parco con Einstein e siamo ad una delle mistidicazioni. E' detto che non mangiava più perchè temeva di essere avvelenato. Se ne scordò, invece, semplicemente. Aveva visioni, pensava che i concetti matematici avessero vita propria in un qualche iperuranio, eppure maneggiava la logica come pochi.
Tra la folla di personaggi, nello straniante cicaleccio di dialoghi e battute, senza contare l'aggressività di una spettacolarità sorprendente, non dimenticatevi di Einstein. Nel suo cameo sta il succo del film su cui Nolan per svariati motivi è costretto a divagare con ambiguità e contraddizioni.
Per fortuna ci sono le donne senza le quali non avreste retto la... quantistica. La moglie Katherine, forte ma potente solo quando è lucida e generosa, concedetele fanatismo, protervia e intemperanze. Sono contento di aver ritrovato Florence Pugh e, pur non volendo impegolarmi in un'ignobile diatriba, confesso che mi è rimasta impressa una sua fisionomia in Lady Macbeth che ho riconosciuto subito sia pur sotto uno strato di neoprene in Black Widow, ora sono in attesa di Dune. Penso, tuttavia, che Nolan con spogliarelli e copulazioni abbia commesso un errore: se la carnalità non è nelle tue corde (e Christopher è introverso e cerebrale) non ci provare, la gente è viziata e, poi, se ne intende. Questa faccenda ha pure messo in un immeritato secondo piano la parte di Jean Tatlok, creatura diabolica e dolente ad un tempo, una Lilith biblica. Rappresenta la più grande cattiveria del film, mostra che J Robert era un ometto con un grosso cervello, un lusus naturae. Gli sbatte sul muso il suo sanscrito che non racconta che morte. Ridicolo, poi, che abbia letto per intero Das Kapital, a cosa è servito?
Questioni secondarie. Oppenheimer comunista? e perchè no? Spesso da ruspanti si è di sinistra, vicino agli emarginati, si postulano eguaglianze. Traditore? Non mi stupirei. Difficile essere fedeli ad un potere che spadroneggia nel mondo con la faccia di Leslie Groves (Matt Demon, maturo e composto, un'altra ferocia del film).
Non intendo provocare con la faccenda delle spie atomiche, tutte della stessa genia. Qualcuno si vergognò, uno dei nostri (poteva mancare?) disse che voleva essere ricordato come scienziato e non come "una fottutissima spia".
L'ultima parte non è piaciuta a nessuno. Parla, infatti, di noi, della nostra stupidità che ci fa cercare verità che possono danneggiare chi ci sta antipatico. Incapacità in grandi e piccoli di affrontare il mistero del male. Lasciate in pace Julius ora un'ombra dell'averno. Occupatevi di chi ancora vuole punire i cattivi.
P.S. Vorrei divagare. Werner von Braun, ce l'avete presente, a regola di bazzica doveva essere impiccato, chiedetelo ai Londinesi. Morì onorato e ricco su una riva del Potomac. Ci portò sulla luna. Volete recriminare con la scienza?
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