Il tempo è un'illusione (Einstein). Non passa, lo si passa. Ciascuno a modo suo, con le proprie sensazioni. Non tutti si divertono. Per es., a metà del racconto ho cominciato a spazientirmi: come? con quella gente lì, "l'impatto" ritarda? Un'attitudine impietosa che, temo, sia stata l'ispirazione originaria di Liliana Cavani.
Il tempo non migliora il carattere. Umori, livori, la vena sadomaso di chi s'inventò le bretelle sui capezzoli, ci sono tutti ma sbiaditi, diluiti nell'intrattenimento scioccherello che la legge del marketing ha voluto imporre. Solo una musichetta ha indotto un certo afflato di cordialità che si è realizzato in un fanciullesco girotondo. Messaggi, ovvero conati di comunicare una qualche idea sono stati contenuti al minimo. L'approccio intellettuale: nobiltà del mito, il sublime del sacrificio di sè, la catarsi della tragedia. Non si è andati lontano con vista sul mare e ingresso libero in spiaggia. L'angoscia metafisica nel dialogo tra carmelitana e laica. La monaca (Angela Molina), dapprima sconsolata in un luogo disadorno e sconsacrato, poi, con occhi di brace vuole convincere che, abolendo i tempi della vita e immergendosi nell'Eterno, la situazione migliora. Esce vittoriosa nel confronto con Giulia (Francesca Inaudi) che pur è vigile e vispa, qualche ormone ribolle, scienziata, il che vuol dire pretesa di voler conoscere causa ed effetto delle cose. Rimarrà preda dei dubbi, sarà mai felice? Si raffigurano così istanti perenni dello spirito quando s'interroga.
Tutto questo rispecchia un pensiero ancora indomito oppure è l'abbandono rassegnato al disprezzo di un'umanità riconosciuta come meschina e irrecuperabile?
Concepii una specie di culto per la spregiudicata Liliana, sicuramente aveva in mente modelli, icone, diciamo pure feticci, non comuni. Me ne ricordai (credo, solitario) quando uscì il film della tedesca Cordulia su Lou von Salomè (2016). Prima di "Al di là del bene e del male" avevo creduto che quella avventuriera del pensiero fosse soltanto uno di quegli infortuni con il gentil sesso che rattristarono il baffuto dissacratore. Mi accorsi, invece, che c'era un'ispirazione che trascendeva la narrazione di personalità interessanti. Quella donna era al di sopra del suo tempo, di ogni tempo, sovrastorica, davvero un "superuomo" in gonnella. Questo la Cavani l'intuì e lo fece intuire. Che le è rimasto adesso, di Lou? Ho l'impressione che non ci spera più.
Esaminiamo il film da un punto di vista scientifico-filosofico, giustamente derivato dall'analoga riflessione che lo ha suggerito. La questione di fondo: perchè mai non dovremmo estinguerci come i dinosauri? siamo migliori? Vorremmo doppiare quel milioncino di anni noi che in qualche decennio abbiamo inferto danni irreparabili ad uno dei pochi posti vivibili della galassia. Il cervello rettiliano affiora sempre più spesso. Tralasciamo altri fenomeni che ci riportano ad una nostra identità fisiologica. Una novantenne ci si può arrovellare su?
Anaconda. Nella parlata ispanica, nell'immaginario amerindio, nome di persona, femminile, senza plurale.
Sono sicuro che l'anziana signora l'ha scelto apposta. A lasciarla fare avrebbe ben saputo dirigere la "serpiente tragadora".
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|