Liliana Cavani (Leone d'Oro alla carriera) traduce il saggio di Carlo Rovelli in un dramma corale in interni (vista mare) sull'attesa della catastrofe: più Perfetti sconosciuti che Don't Look Up, con profondità spirituale
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
Sono trascorsi ventuno anni dall'ultimo lungometraggio diretto da Liliana Cavani per il cinema (Il gioco di Ripley da Patricia Highsmith, interessante ritorno al thriller internazionale), che a sua volta arrivava a nove anni dal precedente (Dove siete? Io sono qui, storia d'amore nella comunità sorda). Tuttavia, negli ultimi due decenni, la più longeva tra le registe italiane non si è fermata, alternando televisione (miniserie didattiche, da De Gasperi a Einstein, ma anche Mai per amore contro la violenza sulle donne e il terzo Francesco della sua vita), documentario (Clarisse), teatro (la prosa con Filumena Marturano e Il piacere dell'onestà, la lirica con Alì Babà e i 40 ladroni). [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (4231 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 30 agosto 2023