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La città proibita

Un film di Gabriele Mainetti. Con Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Sabrina Ferilli.
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Drammatico, durata 137 min. - Italia 2025. - PiperFilm uscita giovedì 13 marzo 2025. MYMONETRO La città proibita * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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i cinesi non pagano pizzo Valutazione 3 stelle su cinque

di Maramaldo


Feedback: 13160 | altri commenti e recensioni di Maramaldo
domenica 11 maggio 2025

A Roma, almeno. La lezione nascosta di Mainetti? Scopriamolo. Il risparmiare su questa fiscalità illegale, che affiancandosi a quella legale, induce all'unica evasione possibile ossia di quest'ultima, permette di abbassare costi e quindi prezzi ciò che ha come risultato distruggere la . concorrenza. Terra terra, lo dice il film. Il gramo esercizio nostrano che vivacchia turlupinando i turisti e sostentando malavitosi di mezza tacca, è destinato a scomparire. Limitarsi ad una meschinità del genere non si addice ad un giovane e promettente talento come Gabriele.
Dato l'intreccio poteva offrirvi Le Due Orfanelle in salsa di soia made in prc. Abbiamo, invece, giravolte, scatti, capriole, distribuzione veloce di colpi micidiali: un kung-fu in piena regola. Ora, vi sarete chiesti se Mei (la vezzosa e terribile Yaxi Liu) esiste in natura. Certo che esiste, non come wuxia ma come femmina cinese di oggi. Ne nascono sempre di meno e, nondimeno, sempre più belle e gagliarde: mistero d'oriente. Anche il nostro occidente presenta inesplicabilità. Da che prende le mosse il racconto? Dall'aver imposto il numero chiuso, non più d'uno per coppia, a chi volesse venire a questo mondo. Non era una cattiva idea. Oggi i fior di loto sarebbero 3 o 4 miliardi invece di poco più di uno striminzito miliardino. Si trattava, beninteso, di un sopruso. Lo strano è che la nostra sensibilità etica la quale fa divampare alterchi su gesti, parole, espressioni scorrette si affievolisce fino a dissolversi dinanzi ai grandi numeri.
Mainetti, ad onor del vero, si concede qualche audacia temperata da scaltrezza e lungimiranza. Chiama watusso il bel negrone aitante con le treccine, ormai irrecuperabile al lavoro viziato com'è dai successi in campo amatorio. Bonario, amichevole, accogliente nella carrellata sulla Babele policroma che fu Piazza Vittorio prima che un provvedimento liberticida e senza cuore la facesse sgomberare. Rimangono nel film scritte e sgorbi sulle saracinesche malinconicamente abbassate, il grido degli oppressi. Il poliedrico Autore si concede parentesi di sadismo, risaputo, di maniera, condito da tocchi osé affinchè lo spettatore ne esca intrattenuto, se non ringalluzzito.
Favola in fondo romantica, contiene però elementi di concretezza, persino organolettica. Si assaggiano, si assaporano anche morbosamente pietanze cinesi.
Normale, corrente che Marcello (Enrico Borello) mettendosi con una Mei ci rimanga secco, che disoccupato emigri, uno spiraglio di ottimismo, non fuggono soltanto i cervelli. Del tutto inverosimile invece è che, dopo aver spignattato zozzetto matriciane e pajate, si metta a preparare piatti cinesi per le sue creature. A questo punto soccorre un discorso di cultura, culinaria nella fattispecie. La Cina cucina in 5000 (cinquemila e passa) ricette, con 700 la cuisine francese, noi sul podio con 300. Non sembri poco, è un microcosmo ancora da esplorare grazie anche ad Affari Vostri. Intanto, può sembrare delirante, si rivalutano i pizzoccheri, Che si aspetta per gli strangolapreti?
Mainetti, Giallini, Borello, la dolce Ferilli, Zingaretti, tutti nati a Roma. Ecchè, si può tollerare oggigiorno un campanilismo così smaccato? Dovevate aspettarvelo che ricicciasse quella che ho definito "nobiltà de noantri". Abbozzate, l'Urbe ha sempre meno motivi per montarsi la testa, tuttavia rimane Città Sacra. Anche impensabile, quello che vi avviene è in Nomine Domini qui fecit coelum et... terram.

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giovedì 13 marzo 2025
Distribuzione
Il film è oggi distribuito in 2 sale cinematografiche:
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