Ecco un film che sicuramente non piacerà alla maggior parte del pubblico. Perché? Perché se uno si aspettava il thriller condito di tensione, viene illuso dai primi 20 minuti e poi rischia di arrabbiarsi. Mentre se uno si aspettava il film con supereroi, ne trova tre talmente atipici, che soprattutto combattono poco e hanno pochissimi effetti speciali da mostrare, da far imbestialire tutti gli appassionati di fumetti e film Marvel.
Ma allora questo film cos'è? E soprattutto, vale qualcosa?
La valutazione che abbiamo dato, che a molti sembrerà troppo elevata, è dovuta a due doti che a Shyamalan non si possono negare: coraggio e originalità. Coraggio per l'idea di confezionare un film che narrativamente ha numerosi punti non chiari e alcune banalità sconcertanti, che è in buona parte troppo parlato e che sa di deludere le aspettative della maggior parte degli spettatori. Originalità perché questo non è un film con supereroi, ma un film sui supereroi, sulle tecniche narrative e metanarrative che ne regolano il complesso mondo fantastico, quasi quasi sembra un saggio letterario piuttosto che un film d'intrattenimento. E come ogni testo saggistico genera noia ma nello stesso tempo ti invita a riflettere e a ripensare a quanto dice, ed è capace di aprire prospettive inaspettate.
Ad esempio le continue allusioni (e anche le feroci critiche) al cinema con supereroi contemporaneo, di cui questo sembra l'assoluto ed esatto contrario, quasi come l'Uomo di vetro Elijah Price è l'assoluto ed esatto contrario dell'Infrangibile David Dunn. Che poi la "supereroicità" (esibita in tutti i film di supereroi ma qui addirittura messa in dubbio) che i nostri tre protagonisti possiedono e che cattive forze esterne (i veri villain del film) cercano di sopprimere e nascondere possa essere metafora di qualcosa che non va perso (la fantasia? l'individualità? il fine ultimo della propria esistenza?) direi che può essere vero come no, e magari non è nemmeno qualcosa cui Shyamalan ha davvero pensato (la cosiddetta "morale" del film). Comunque seppure latente c'è e ci ronza in testa quando usciamo dal cinema.
Insomma, una pellicola che non convince del tutto ma che comunque, stranamente, interessa molto e fa pensare. E anche questo è cinema.
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antonio montefalcone
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domenica 27 gennaio 2019
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la presenza del diverso da noi e la fede in esso
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'Glass' costituisce il sequel (e si tratta del primo sequel nella carriera di Shyamalan, regista americano di origini indiane e «maestro del colpo di scena finale») sia di 'Unbreakable' sia del recente 'Split'. La pellicola è dunque l'insolito caso di un seguito di due altri film tra loro molto distanti nel tempo, che ora compongono un universo condiviso e inaspettato. Ma se la prospettiva in 'Unbreakable' era di convincere i suoi personaggi della reale esistenza dei supereroi, quest'ultima opera compie il percorso opposto. E dei cine-comic sembra una sorta di versione a 'levare', nel suo rimando alle tematiche già affrontate nel suo precedente film 'Lady in the Water' .
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'Glass' costituisce il sequel (e si tratta del primo sequel nella carriera di Shyamalan, regista americano di origini indiane e «maestro del colpo di scena finale») sia di 'Unbreakable' sia del recente 'Split'. La pellicola è dunque l'insolito caso di un seguito di due altri film tra loro molto distanti nel tempo, che ora compongono un universo condiviso e inaspettato. Ma se la prospettiva in 'Unbreakable' era di convincere i suoi personaggi della reale esistenza dei supereroi, quest'ultima opera compie il percorso opposto. E dei cine-comic sembra una sorta di versione a 'levare', nel suo rimando alle tematiche già affrontate nel suo precedente film 'Lady in the Water' . Lungi dall'essere un'opera riuscitissima, è comunque piacevole, avvincente, e, tra grossi limiti e momenti efficaci, ha in sé un certo fascino, soprattutto meta-testuale, nonché risvolti riflessivi ed emozionanti. Il contatto umano, la percezione della realtà, la mente deviata e le proprie più o meno fondate convinzioni, sono spunti tematici trattati in una sceneggiatura che scava nell'animo umano e difende ogni tipo di diversità.
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