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Brigitte Helm

Brigitte Helm (Brigitte Eva Gisela Schittenhelm) è un'attrice tedesca, è nata il 17 marzo 1908 a Berlino (Germania) ed è morta il 11 giugno 1996 all'età di 88 anni ad Ascona (Svizzera).

Una figura singolare, uno di quei personaggi che meritano un posto di rilievo nella mitologia del cinema, è stata Brigitte Helm. Non ancora diciottenne, Fritz Lang la sceglie per Metropolis, affidandole il ruolo della samaritana Maria e quello del suo doppio, una creatura irreale e demoniaca, sensuale ed impudica, che incita gli operai alla rivolta e alla distruzione della città del futuro. «La statuaria purezza delle linee del volto della Helm - scrive Fausto Montesanti nell'Enciclopedia dello Spettacolo - pur prestandosi ad incarnare in maniera piuttosto convenzionale quella sorta di simbolico concentrato di santità che costituiva il primo personaggio, Maria, sembrò invece più idonea a dare corpo alla metallica impassibilità della malefica bambola meccanica».
Ed infatti, la falsa Maria è infinitamente più seducente che la vera, come la suggestione è più attraente della realtà.
Il volto della Helm, occhi di ghiaccio, profilo neoclassico, incute un senso di paura e di rispetto, il suo corpo da statua si anima di rado, ma quando accade, le sue movenze sono feline e imprevedibili. Divenuto un personaggio al suo primo film, ne girò subito degli altri. In Alraune, anzi nelle due Alraune - poiché ne interpretò un'edizione muta nel 1928 ed una sonora nel 1930 - ritrova, con le sue movenze serpentine, col suo sguardo freddo e soggiogante, il côté fantastico, misterioso, stregante dell'automa di Metropolis; in Abwege (1928), Pabst ne fa una moglie frustrata e inquieta, un personaggio che l'attrice affronta con sinuosa tensione, sembra una figurina art déco che si anima, una Menichelli rediviva e moderna. Nell'impersonare Antinea in Die Herrin von Atlantis (1931), la Helm fa di questa regina di un mondo perduto più che un'immagine, un'allucinazione, l'ossessionante miraggio di un deserto infuocato, un'impassibile statua che attira i suoi frenetici amanti in un'ultima voluttà dell'amore e della morte.
I film della Helm non furono molti, poco più di una ventina in meno di dieci anni, e quelli sonori non sempre memorabili. Ma il mito dell'attrice raggiunse vertici da capogiro, alimentando tutta una letteratura che contribuiva a fare di lei una delle dive più fatali. Eccone uno scampolo, tratto da un anonimo fascicolo a lei dedicato e pubblicato in Italia nel 1933: «... Essa non è l'amante come Greta Garbo, non è l'ambigua etéra che ci sfida col suo profumo di peccato come Marlene; essa non può donarci l'oscura vertigine che traluce dagli occhi neri di Asta Nielsen; e nemmeno può offrirci la sensuale vigoria di una Joan Crawford. Brigitte Helm è una fiamma fredda. Sì, Brigitte vive tutta in questa arcana contraddizione, è proprio, veramente una fiamma fredda!».
In realtà, chi ha avuto modo di conoscere da vicino la Helm, sa che si trattava di una donna estremamente timida, schiva e per nulla ambiziosa. Quando, nel 1935, incontrò colui che sarebbe divenuto suo marito, si ritirò senza rimpianti, diventando la tranquilla consorte del signor Hugo Kunheim, al quale diede quattro figli.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

Ultimi film

Fantastico, (Germania - 1932), 94 min.
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