Il regista-culto giapponese Shinya Tsukamoto alle prese con una torbida storia di voyeurismo e gelo coniugale: a modo suo, ovviamente, in quel viola e nero che già lo aveva reso famoso con Tetsuo. Espandi ▽
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Escursione in territorio americano, a suon di piombo, per Beat Takeshi. Giallo, USA, Giappone, Gran Bretagna2000. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Nono film del giapponese Takeshi Kitano, vincitore nel 1997 del Leone d'oro a Venezia con Hana-Bi (Fiori di fuoco). Espandi ▽
La storia di Yamamoto, membro della Yakuza, a cui è stata sterminata la famiglia in Giappone dalle bande rivali, che decide di andare in America a trovare suo fratello Ken, arrivato negli States per motivi di studio, diventato nel frattempo piccolo spacciatore di droga. Recensione ❯
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Murakawa è uno yakuza che sta per ritirarsi e viene inviato in missione a Okinawa. Lì giunto gioca sulla spiaggia con i suoi aiutanti e incontra una r... Espandi ▽
Murakawa è uno yakuza che sta per ritirarsi e viene inviato in missione a Okinawa. Lì giunto gioca sulla spiaggia con i suoi aiutanti e incontra una ragazza che è stata stuprata. Quando capisce di essere stato tradito va incontro al proprio destino. Film fondamentale nella filmografia di Kitano. Uscito nel 1993 e premiato al festival di Taormina, è uscito nelle sale solo dopo Hana-Bi e L'estate di Kikujiro. Comicità, durezza, poesia. Un cinema finalmente diverso dalla cinematografia nipponica. Recensione ❯
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Giappone, dalle parti di Hiroshima. Tre cugini adolescenti vivono con la nonna Kane. I ragazzi vestono in jeans, scarpe da ginnastica e sembrano davve... Espandi ▽
Giappone, dalle parti di Hiroshima. Tre cugini adolescenti vivono con la nonna Kane. I ragazzi vestono in jeans, scarpe da ginnastica e sembrano davvero dei giovani americani. La vecchia naturalmente è del tutto diversa e anche se un suo fratello è emigrato negli Stati Uniti non può dimenticare la bomba atomica e suo marito morto proprio a Hiroshima nell'agosto del '45. Kane ha un suo modo di intendere la vita e la memoria; è tradizionale, mistica e fantasiosa, e non intende altro che la sua terra e le sue tradizioni. Quando arriva dall'America a trovarla il nipote (Richard Gere, che nella versione originale ha recitato in giapponese) i ragazzi, entusiasti, lo accolgono e lo ascoltano. Recensione ❯
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La Bella e la Bestia aggiornata ai tempi delle app digitali, in una storia animata di maschere da togliere e traumi da cancellare. Animazione, Giappone2021. Durata 122 Minuti.
Un toccante racconto di formazione, di legami familiari, di amore tra genitori e figli. Una storia che approfondisce l'amicizia che trascende la specie e i legami tra le nostre vite. Espandi ▽
Suzu, liceale della provincia giapponese, ha perso la madre da bambina e da allora non si è mai ripresa. Timida, distante dal padre, incapace di dichiararsi all'amico d'infanzia diventato nel frattempo il ragazzo più desiderato della scuola, Suzu ritrova la voglia di cantare - perduta da quando è orfana - grazie a U, una app scaricata da cinque miliardi di persone che permette di realizzare in un mondo virtuale le aspirazioni frustrate della vita vera. Dentro U, all'insaputa di tutti tranne della migliore amica, Suzu è Belle, cantante bellissima e amatissima. L'incontro con un misterioso drago detto "la Bestia" cambierà ogni cosa: spinta a scoprire l'identità dell'utente che si cela dietro la Bestia, Suzu/Belle sarà costretta a uscire una volta per tutte dall'isolamento in cui da troppo tempo vive reclusa.
Il maestro dell'animazione giapponese Mamoru Hosoda adatta La Bella e la Bestia all'epoca delle app digitali e nel confronto fra reale e virtuale aggiorna la riflessione sulle maschere che ciascuno di noi indossa per offrirsi allo sguardo degli altri.
Gli occhi sono i veri protagonisti del nuovo lavoro d'animazione di Mamoru Hosoda: occhi pieni di lacrime per il dolore; occhi coperti per la vergogna di mostrarsi al proprio amore; occhi fissi e impotente di fronte a schermi sovrapposti a centinai. Occhi, ancora, che scavano nell'anima degli altri per vedere il vero io nascosto dalle personalità virtuali o imprigionato dai traumi del passato. Recensione ❯
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Il regista Sion Sono dirige un film drammatico sulla scoperta e il pericolo di una sessualità senza freni. Espandi ▽
Izumi è sposata con un famoso romanziere, ma la loro vita sentimentale sembra essere una mera ripetizione senza romanticismo. Un giorno la donna decide di seguire i suoi desideri e accetta di posare nuda e di mimare un rapporto sessuale davanti alla telecamera. Presto incontra un mentore ed inizia a vendere il suo corpo agli sconosciuti, ma a casa, lei rimane la donna di sempre. Un giorno viene trovato il corpo di una persona uccisa nella zona dei "love hotel". La polizia cerca di capire cosa è successo. Recensione ❯
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Giappone del sedicesimo secolo, nell'ambito delle lotte fra i grandi clan. Viene ucciso un grande, carismatico capo; la perdita è gravissima, i famili... Espandi ▽
Giappone del sedicesimo secolo, nell'ambito delle lotte fra i grandi clan. Viene ucciso un grande, carismatico capo; la perdita è gravissima, i familiari e generali decidono di tenerla nascosta per tre anni mettendo sul trono un sosia. Costui, in tutto identico all'originale (tanto che riesce a sostituirlo anche nella vita privata), è un ladro, ma non manca di una certa intelligenza. Prende addirittura un paio di iniziative giuste. Poi un banale incidente lo smaschera. Viene allontanato, ma si vota alla morte sul campo di battaglia dove l'intero clan che lui ha comandato è stato distrutto. Kurosawa ha profuso tutte le sue energie in questo grande affresco. Recensione ❯
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Kitano si ispira agli antichi spettacoli di marionette per costruire una metafora sulla vita, la morte e il destino. Drammatico, Giappone2002. Durata 113 Minuti.
Tre storie di desolante malinconia si sfiorano in un Giappone al di fuori dello spazio e del tempo. Espandi ▽
Tre storie di desolante malinconia si sfiorano in un Giappone al di fuori dello spazio e del tempo. Matsumoto è un giovane di belle speranze che, pur amando Sawako, è costretto ad abbandonarla da pressioni esterne. Il tentato suicidio della ragazza, che la lascia in uno stato di mutismo e demenza, lo spingerà alla scelta estrema dell'espiazione attraverso un viaggio allucinante in cui ritrovare ciò che entrambi hanno perso o solo dimenticato. Il percorso catartico dei vagabondi legati da una corda, condanna e rifugio, incrocia le vite di altri personaggi che si dibattono, anch'essi marionette, tra le pieghe del destino. Recensione ❯
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Un uomo diviene un mutante: il suo corpo si trasforma in un ammasso di ferro e metallo e compie orrendi delitti. Espandi ▽
Il grigio impiegato Tomoo Taniguchi e la fidanzata investono un uomo e si disinteressano della sua sorte. La vendetta di quest'ultimo si traduce in una strana mutazione, destinata a contaminare Tomoo: radendosi, questi scopre qualcosa di metallico in procinto di uscire dalla sua guancia. È l'inizio di una graduale trasformazione da uomo a macchina, che finisce per togliergli il senno. A farne le spese è la fidanzata, perforata dal suo membro meccanico, finché Tomoo non si avvia all'inevitabile scontro finale con il suo misterioso aguzzino feticista.
È un film che non potrebbe prescindere da un substrato di immaginario pornografico e da quanto compiuto in questo senso dagli anime, che hanno in qualche modo legittimato perversioni fin lì sottaciute attraverso il tratto di fumetti dall'apparenza innocente.
Tsukamoto svela tutto quanto, toglie il pedale dal freno delle inibizioni e si lascia andare oltre quel che i limiti di budget e tecnologia sono in grado di mostrare, celando l'incubo futurista in un bianco e nero da cinema d'autore e in un 16mm che confonde i contorni e aumenta il mistero del non visibile. Il viaggio, senza ritorno, nell'universo di Tsukamoto non può che cominciare da qui, consapevoli che dopo aver visto Tetsuo nulla sarà più come prima. Recensione ❯
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Sull'onda del nuovo horror giapponese un agghiacciante lungometraggio che metterà a dura prova anche i meno suggestionabili. Adattamento cinematografi... Espandi ▽
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Svampito ma non sterile questo titolo nipponico è impossibile, come da copione, da inquadrare in un genere preciso. Il filone a cui può essere assimil... Espandi ▽
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Un affresco sociale, individuale e politico, dalla perfetta realizzazione grafica. Animazione, Azione, Fantascienza - Giappone2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quarto film del franchise ispirato agli omonimi manga e anime. Espandi ▽
L'avvento dell'epoca dei supereroi non è stata la salvezza del Giappone quanto la sua rovina, con le città ridotte a un cumulo di macerie e i pochi esseri umani rimasti privi di poteri continuamente attaccati da chi è più forte, più potente e più spietato. Perfino All Might, il supereroe per eccellenza, il Simbolo della Pace, è ora privo delle sue facoltà sovraumane dopo uno scontro terribile con il suo arcinemico, All for One. Ma non tutto è perduto, perché a pattugliare le strade e a garantire l'ordine ci sono l'erede di All Might, Izuku Midoriya, e i suoi compagni del liceo Yuei, tutti aspiranti eroi. Un giorno, però, appare sulla scena un misterioso individuo, Dark Might, con l'intento di spazzare via All Might e tutti i suoi discepoli per instaurare un nuovo ordine mondiale.
Best-seller manga, anime tra i migliori degli ultimi anni, My Hero Academia non è da meno neanche al cinema.
Un affresco sociale, individuale e politico sempre al centro del lavoro di Horikoshi, ma che qui, ancora una volta e sempre sulla scia dell'anime, trova perfetta realizzazione grafica grazie alle sequenze di lotta e distruzione nelle battaglie tra i detentori di quirk, dove l'uomo comune - lo spettatore? - non può far altro che assistere a bocca aperta. Impietrito o stupefatto che sia. Recensione ❯
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Quintessenza di uno stile filosofico, emotivo e morale dai colori e dai giochi di luci e ombre che raggiungono vette stupefacenti. Animazione, Drammatico - Giappone2014. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film è tratto dall'omonimo libro per bambini di Joan G. Robinson. Espandi ▽
Anna soffre di asma, ma i suoi problemi sono di natura psicologica: non riesce ad accettare se stessa e ad amare la propria madre adottiva. Quest'ultima manda Anna in vacanza da dei parenti in Hokkaido, nella speranza che ritrovi salute e serenità. Inspiegabilmente attratta da un maniero che si vocifera sia infestato dai fantasmi, la ragazza vi conoscerà Marnie, una coetanea che sembra provenire da un'altra epoca. Recensione ❯
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Un classico senza età: un dolente apologo sul senso della vita e sulle occasioni perdute. Drammatico, Giappone1952. Durata 143 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Un classico di Kurosawa, una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Espandi ▽
Kanji Watanabe è un grigio impiegato comunale di Tokyo, che trascorre giornate indistinguibili in un ufficio in cui le pratiche sono accumulate senza nessuna volontà di portarle a termine. Quando scopre di avere ancora pochi giorni di vita, diserta il posto di lavoro e si ubriaca con un amico scrittore, prima di scoprire che il senso ultimo della sua esistenza potrebbe trovarsi in un ultimo atto di generosità.
La riflessione filosofica su Watanabe rappresenta l'architrave del film, ma a Kurosawa interessa soprattutto ritrarre il cinismo e i pettegolezzi che circondano il protagonista e che non accennano a spegnersi anche dopo la sua trasformazione spirituale e la sua dipartita.
A dare un volto a Watanabe è Takashi Shimura, attore ricorrente nei film di Kurosawa, che - spesso ripreso in primi piani frontali - accentua i tratti da clown triste, caricando l'espressività del volto come ai tempi del cinema muto. Un'interpretazione indimenticabile per un classico che non conosce età. Recensione ❯
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Un film attento e delicato che si mette a disposizione delle persone più fragili, consentendo loro di raccontarsi. Documentario, Francia, Giappone2023. Durata 109 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che racconta il grande lavoro di un centro per malattie mentali che galleggia sulla Senna. Espandi ▽
Un documentario che osserva con rispetto le persone fragili consentendo loro di esprimere disagi ed aspettative. Il regista, con una camera che si mette a disposizione di chi parla senza mai cercare la bella inquadratura, consente loro di raccontarsi, di esprimere le proprie insicurezze ma anche il proprio bisogno non solo di essere aiutati ma anche, a volte, di aiutare. A tutti Philibert offre la possibilità di lanciare non proclami ma messaggi dettati dalle singole esperienze di vita e di disagio. Le immagini che aprono questo suo lavoro diventano così emblematiche. Le serrande che al mattino si sollevano in seguito all'arrivo della prima degli operatori sanitari sono analoghe a quelle che le immagini, i corpi, le voci che ci propone si dovrebbero sollevare nelle nostre coscienze di cosiddetti 'normodotati' per permetterci di non appartenere alla schiera di 'quegli altri'. Quelli che in "Non al denaro non all'amore né al cielo" Fabrizio De André fotografava così: "Continuarono gli altri fino a leggermi: matto”. Recensione ❯
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