A quattro anni da Est. Dittatura Last Minute, Antonio Pisu riposta sullo schermo una nuova avventura di Pago, Rice e Bibi. Dal 13 febbraio al cinema.
di Simone Emiliani
Dalla Romania alla Bulgaria. Dopo Est. Dittatura Last Minute realizzato nel 2020, riparte in Tornando a Est il viaggio di Pago, Rice e Bibi. Inizia sempre da Cesena, ma stavolta prende la strada in direzione Sofia. L’avventura on the road diventa anche in questo caso l’occasione per dare una svolta alla propria vita. Rice lavora in una piccola banca, Pago continua a fare la guida turistica a San Marino e sogna di aprire un cinema mentre Bibi ha una corrispondenza epistolare con Yuliya, una ragazza bulgara che non ha mai conosciuto ma alla quale invia delle somme di denaro. Ora però è arrivato il momento di incontrarla. Così coinvolge i due amici in un nuovo viaggio. Arrivati a Sofia però vengono scambiati per spie internazionali dai servizi segreti e si troveranno al centro di una serie di sfortunate coincidenze.
Come Est. Dittatura Last Minute anche Tornando a Est è liberamente ispirato a una storia vera. A dirigerlo c’è ancora Antonio Pisu, che tra i due film ha firmato anche Nina dei lupi nel 2023, mentre Pago, Rice e Bibi hanno sempre i volti di Matteo Gatta, Lodo Guenzi e Jacopo Costantini.
Sotto molti aspetti c’è una continuità con il film precedente. Il clima d’inizio anni ’90 della provincia italiana, con le partite allo stadio del Cesena e soprattutto il sogno di aprire un cinema da parte di Pago crea un istintivo parallelismo con la serie Sky sugli 883 Hanno ucciso l’uomo ragno. Al pari di Max Pezzali e Mauro Repetto, anche i tre protagonisti (Pago e Rice soprattutto) sembrano ingabbiati nella monotonia della vita di provincia ma al tempo stesso inseguono i loro sogni.
Poi è il thriller a caratterizzare maggiormente il film. Si vede subito dall’arrivo in Italia in pullman di Mariya, venuta in Italia per lavorare come badante e invece incastrata dalla malavita bulgara. La sua vicenda diventa centrale perché da qui partono delle situazioni parallele ma sempre collegate a lei. Il suo volto pieno di speranza inquadrato durante il viaggio si spegne subito. "Sarà perché ti amo", la canzone dei Ricchi e poveri presente quasi all’inizio del film e nei titoli di coda, sottolinea soprattutto quello che potrebbe essere quasi uno squarcio onirico, nella scena in cui la ragazza inizia ad accennare le parole del brano assieme a Yuliya.
Come in Est. Dittatura Last Minute, nei numerosi risvolti avventurosi e gli improvvisi colpi di scena si ritrovano anche delle tracce della commedia all’italiana, tra Ettore Scola e Nanni Loy, soprattutto nel modo in cui i tre personaggi vengono scambiati per altri perché si sono trovati in due momenti chiave, negli incontri con Yuliya, nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Poi c’è il personaggio di Natalino Franchi, in possesso di informazioni militari da vendere ai servizi segreti bulgari o al KGB.
L’interpretazione di Cesare Bocci è una deformazione grottesca quasi da ‘nuovi mostri’, che accenna alla caricatura (le continue citazioni, come per esempio quella su Gandhi) ma in realtà contribuisce a rendere la sua figura ancora più sinistra. Ma soprattutto ci sono gli equivoci come quello alla dogana, che possono allentare o anche far crescere la tensione, con un agente appassionato di La Piovra e in ansia per le sorti del Commissario Cattani interpretato da Michele Placido.
Tranne il prologo con l’arrivo di Mariya in Italia, tutto l’inizio di Tornando a Est sembra in linea con la commedia, innanzitutto nella caratterizzazione dei tre protagonisti. Pago sta facendo la guida turistica a San Marino a un gruppo di tedeschi e ogni tanto ripassa il blocchetto degli appunti per riguardare delle informazioni e poi si fissa sui loro sandali con i calzini prima di alzare la testa, guardare le loro facce che diventano serie dopo avergli ricordato la famosa partita dei mondiali di calcio del 1970: “Italia-Germania 4-3”. Poi c’è la scena con i tre amici allo stadio con Pago e Rice che prendono in giro Bibi che ride mentre il Cesena sta andando in B e che ha mandato la lettera a Yuliya senza però averla mai conosciuta. “Sta ragazza esiste davvero o te la sei inventata?”. Sono tutte le forme di una commedia leggera, generazionale, che torna anche nei momenti più drammatici come, per esempio, nel momento in cui Bibi irrompe in un dialogo tra Yuliya e Natalino Franchi e dice: “Ora ho capito tutto”. Equivoci, malintesi, scambi di persona. Come in una commedia spionistica statunitense che si tinge di giallo.
Nel film precedente c’era una valigia da portare in Romania. Qui tutto comincia da una serie di lettere, quelle ricevute da Bibi. Entrambi i film conservano comunque ancora la memoria di quell’esperienza, evidenziata anche dai filmini in VHS con la data della partenza (23/3/1991). Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi (i veri Pago e Rice), non solo hanno prodotto il film ma hanno portato sullo schermo una parte della loro storia, così incredibile che poteva essere raccontata solo al cinema.