| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia |
| Produzione | Gran Bretagna |
| Durata | 108 minuti |
| Regia di | Oscar Hudson |
| Attori | Neil Maskell, Elliott Tittensor, Luke Tittensor, Fiona Ramsay, Matthew Dylan Roberts Camilla Waldman, Michael Richard (II). |
| MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 luglio 2025
Due soldati nemici, persa memoria delle proprie fazioni, affrontano l'assurdità della guerra in un deserto che sfuma i confini tra alleati e nemici.
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CONSIGLIATO N.D.
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Due soldati nemici di stanza sul remoto confine di un un deserto vasto e senza nome sono profondamente disorientati quando improvvisamente dimenticano quale sia la propria fazione. Mentre cercano di districare questioni legate alla propria identità e lealtà, nonché all’assurdità della situazione, l’isolamento lentamente lascia spazio a un incubo misterioso che confonderà la linea di demarcazione fra amici e nemici.
Due soldati di nazioni rivali pattugliano una frontiera, tra sospetto, riti patriottici e una tensione che rispecchia la fragilità del patto che ne sancisce la convivenza. Se c'è stato un videomaker recente che ha sondato limiti e possibilità del mezzo è Oscar Hudson, che anche in questo esordio fa coincidere scelte tecniche ed estetiche con la sostanza della rappresentazione.
Tra i compiti di una sezione come la Settimana Internazionale della Critica, focalizzata com'è solo ed esclusivamente sulle opere prima, c'è anche quello di scovare ciò che di disallineato e dunque di "futuribile" sia stato prodotto in giro per il mondo nel corso dell'anno. Una missione che la realtà autonoma e parallela alla Biennale cerca di portare avanti da un quarantennio ma che nel corso dell'ultimo [...] Vai alla recensione »
Due soldati, l'uno di fronte all'altro, sullo stesso fronte. Attorno, tutto intorno, il deserto. Due bandiere, uguali e contrarie, due modi diversi - diversi? - di stare al mondo: l'uno pelato, l'altro capellone; l'uno scatolette e distintivo, l'altro chef e bohème. Di due uno, forse, e non solo destino? Di due fazioni una identità, di una demarcazione l'assurdo, ché il confine non tiene - il confino [...] Vai alla recensione »
Straight Circle, esordio di Oscar Hudson in concorso alla Settimana Internazionale della Critica inizia in un mondo per poi seguire un'altra rotta, trasformandosi in qualcosa di diverso e poi in qualcos'altro ancora, cambiando senza soluzione di continuità focus, temi, stili e toni. L'unico fil rouge è la presenza di due personaggi immersi in un'unica location che li isola dal resto del mondo.