
I due registi non fanno sconti a nessuno raccontando le storie di chi vive attorno alla stazione Termini di Roma. ll film torna in sala da oggi, giornata della Salute Mentale e dei Senza Tetto.
di Giancarlo Zappoli
Damiano (35 anni), fuggito dall’ospedale psichiatrico di Breslavia, in Polonia, è arrivato a Roma alla ricerca di una nuova vita e, senza un soldo in tasca, si è immerso nel brulicante mondo che bazzica intorno alla stazione Termini. Rifiutandosi di vivere come un senzatetto, ha trovato rifugio in una torre sulle antiche mura romane e ha cominciato a frequentare la determinata Sofia.
Un documentario senza filtri che ci immerge in un microcosmo che chiunque sia passato dalla stazione Termini di Roma ha sicuramente sfiorato magari voltando lo sguardo. I due registi non hanno la benché minima intenzione di fare del pietismo e di tracciare un ritratto agiografico di questo mondo e dei suoi abitanti. Si mostra la realtà così come si presenta. Con le sue luci e con le sue ombre invitandoci a porci delle domande. Perché queste persone sono lì? Qual è il loro vissuto? Qualcuno ce lo racconta. Qualcuno, come Sofia, mostra un carattere deciso pur tra innumerevoli contraddizioni.
Il 10 ottobre, Giornata internazionale delle persone senza dimora e della salute mentale, San Damiano diventa esperienza collettiva nazionale. Il documentario di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes che ha conquistato l'Italia sarà proiettato in contemporanea in diversi cinema sul territorio nazionale. Al termine delle visioni, tutte le sale si collegheranno in diretta streaming dal Cinema Don Bosco di Roma per un incontro-spettacolo che coinvolgerà artisti, giornalisti e rappresentanti delle associazioni, trasformando la proiezione cinematografica in azione collettiva per il cambiamento.