silvano bersani
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mercoledì 6 marzo 2024
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è tanto
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Capiamoci bene: come si giudica una produzione così esageratamente grande? Non credo con le categorie della filmografia d’autore. Qui nei credits ci sono forse quattromila nomi, tra o quattro location ai quattro angoli del pianeta, una cast che fin dalle premesse si qualifica come azzeccatissimo, un suono travolgente, una postproduzione da vertigini e una fotografia patinatissima. Ci sono gli ingredienti, credo, per far dire che questa produzione nasce per occupare una bella fetta del mercato mondiale dell’entertainment in questa e forse in altre due o tre stagioni. Per questi ed altri due o tre motivi, che dirò poi, credo che talune alzate di ciglio siano più frutto di uno snobismo mainstream che di un vero e proprio giudizio estetico.
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Capiamoci bene: come si giudica una produzione così esageratamente grande? Non credo con le categorie della filmografia d’autore. Qui nei credits ci sono forse quattromila nomi, tra o quattro location ai quattro angoli del pianeta, una cast che fin dalle premesse si qualifica come azzeccatissimo, un suono travolgente, una postproduzione da vertigini e una fotografia patinatissima. Ci sono gli ingredienti, credo, per far dire che questa produzione nasce per occupare una bella fetta del mercato mondiale dell’entertainment in questa e forse in altre due o tre stagioni. Per questi ed altri due o tre motivi, che dirò poi, credo che talune alzate di ciglio siano più frutto di uno snobismo mainstream che di un vero e proprio giudizio estetico.
Perciò sedetevi in poltrona e lasciatevi prendere dallo spettacolo. Perché alla fine ne vale veramente la pena.
E’ un film che ha velleità di essere sontuoso, generoso di immagini e di suoni, ben congegnato ed accuratamente dosato nei suoi componenti narrativi: la guerra, la violenza, la predestinazione, la lotta per il potere, la lotta per l’affrancamento dalla prevaricazione, le faide famigliari, la componente mistica, … c’è tutto tutto.E crediamo che si può veramente dire che non gtradisce le promesse.
Ecco, se proprio al dilà della grande consapevolezza tecnica di questa produzione, vogliamo trovare due categorie appartenenti alla filmica tradizionale, queste sono a nostro avviso una sceneggiatura che alla fine è convincente e con così poche sbavature che gli si può anche perdonare certe piccolissime millesimali incongruenze, ma soprattutto la mano autoriale di Denis Villeneuve, a cui va indubbiamente il merito di aver amministrato con grande consapevolezza e maturità la poderosa macchina narrativa. Mantenendo sempre ritmi serrati e grande equilibrio nelle inquadrature e nel montaggio. Bravo, bravo, bravo. Degno erede di Ridley Scott (ma quello di Blade Runner e di Alien e non quello di Napoleon).
Credo proprio che ripensandoci a distanza di tempo questa sarà una pietra di paragone per tutto ciò che chi si confronta con questo genere farà in futuro. E questo vale anche per lo stesso Villeneuve: gli auguriamo davvero che l’episodio che chiuderà la trilogia sappia nuovamente stupirci e convincerci.
Piccola digressione finale: il nostro cuore è sobbalzato quando abbiamo visto l’imperatore percorrere il corridoio che conduce alla Tomba Brion di Carlo Scarpa. Lì non c’erano effetti speciali. C’era il doveroso omaggio alla genialità di noi italiani. Grazie Denis.
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(di livio)
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frettuda22
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martedì 5 marzo 2024
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interessante ma poteva essere molto di più
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Per quanto mi riguarda ho sentimenti contrastanti. Dal punto di vista visivo in molti momenti sono rimasto impressionato dalle scenografie. Proprio in queste si vede l'intenzione di ricreare il più possibile la visione descritta da Herbert nel romanzo. Trovo la recensione che mi hai mandato corretta e più o meno simile alla mia. Tuttavia il film di 166 minuti è anche altro. L'audio è pompatissimo ma, strano a dirsi, malgrado a me dia fastidio il volume molto alto, in questo caso si integrava bene proprio con gli effetti scenografici. La sceneggiatura è la parte debole del film. Poteva durare trenta minuti di meno se non avessero insistito sulla storia d'amore tra Paul Atreides e Chani che nel libro è appena accennata e qui è una vera rottura di palle.
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Per quanto mi riguarda ho sentimenti contrastanti. Dal punto di vista visivo in molti momenti sono rimasto impressionato dalle scenografie. Proprio in queste si vede l'intenzione di ricreare il più possibile la visione descritta da Herbert nel romanzo. Trovo la recensione che mi hai mandato corretta e più o meno simile alla mia. Tuttavia il film di 166 minuti è anche altro. L'audio è pompatissimo ma, strano a dirsi, malgrado a me dia fastidio il volume molto alto, in questo caso si integrava bene proprio con gli effetti scenografici. La sceneggiatura è la parte debole del film. Poteva durare trenta minuti di meno se non avessero insistito sulla storia d'amore tra Paul Atreides e Chani che nel libro è appena accennata e qui è una vera rottura di palle. Comunque solo per i dettagli scenografici, tecnologici, ambientali è un film molto interessante anche se ci sono tante differenze importanti con il libro. Certo che chi va a vedere il film senza aver letto il libro perde molto il senso di "coerenza tecnologica" come, per esempio, il grande uso delle armi bianche rispetto a quelle da fuoco. Anche le famose tute freemen sono approssimative. Belli gli ornicotteri. Quindi, per riepilogare, scenografia eccellente, costumi e audio ottimo, come anche la visione futuristica adattata all'ecologia del pianeta Arrakis. Costumi interessanti ma non più di tanto. Sceneggiatura troppo prolissa e appesantita dal rapporto sentimentale di Paul e Chani. Violenza in abbondanza (lo sapevi che è vietato ai minori?) Coerenza con il romanzo sufficiente. Ci sono diversi momenti wow! ma non sono tanti. Va visto? Si e no. Per gli appassionati del libro direi ni. Per chi non lo ha letto e si aspetta la solita hollywooddata si è cosi ma c'è di più proprio nelle parti fedeli al libro. Non lo so, è come quelle cose fatte per far contenti tutti ma nel cercare il compromesso non ci riesci con nessuno.
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paperinik
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martedì 5 marzo 2024
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visivamente notevole
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Scorre via senza fatica: gran prova di cinema di (puro) intrattenimento. Effetti sonori assordanti e prove attoriali paragonabili a quelle dei pupazzi dei muppets. Non ricordo tutti i dettagli del ciclo di Dune, ma ma l'adattamento mi pare molto libero.
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mario nitti
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lunedì 4 marzo 2024
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parafrasando fantozzi - una pacioccata pazzesca
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Sono arrivato a metà film abbastanza soddisfatto e a tre quarti curioso, ma alla fine sono uscito arrabbiato.
Il racconto costruisce trame compesse e inserisce nuovi personaggi, ma nel finale tutto accade in modo sconclusionato, frettoloso, slegato. La grande battaglia che si attendeva come scontro epico tra il bene e il male è una delle più deludenti mai viste. Mentre gli eserciti si scontrano muoiono personaggi fondamentali, ne entrano in scena nuovi, si evolvono rapporti alla velocità della luce; ci si chiede a cosa serviva fare quasi tre ore di film per arrivare poi ad un'ammucchiata del genere di "svolte" in una mancaita di minuti. Manca un cattivo convincente, mancano le motivazioni delle reazioni delle grandi casate, manca un'analisi dei personaggi, sostituita da inquadrature ripetute di volti dolenti.
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Sono arrivato a metà film abbastanza soddisfatto e a tre quarti curioso, ma alla fine sono uscito arrabbiato.
Il racconto costruisce trame compesse e inserisce nuovi personaggi, ma nel finale tutto accade in modo sconclusionato, frettoloso, slegato. La grande battaglia che si attendeva come scontro epico tra il bene e il male è una delle più deludenti mai viste. Mentre gli eserciti si scontrano muoiono personaggi fondamentali, ne entrano in scena nuovi, si evolvono rapporti alla velocità della luce; ci si chiede a cosa serviva fare quasi tre ore di film per arrivare poi ad un'ammucchiata del genere di "svolte" in una mancaita di minuti. Manca un cattivo convincente, mancano le motivazioni delle reazioni delle grandi casate, manca un'analisi dei personaggi, sostituita da inquadrature ripetute di volti dolenti. L'aver evitato di inserire qualche cosa che anche solo assomigliasse all'ironia rende tutto, a partire dalla colonna sonora, perennemente sovraccarico. Mi fermo perchè non val la pena proseguire. Quasi 200 mln di dollari mal spesi.
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imperior max
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lunedì 4 marzo 2024
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un'epopea messianica e profetica tra battaglie nel deserto e giochi di potere.
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Dopo un posticipo di circa tre mesi e a quasi due anni e mezzo dal primo capitolo, eccoci con DUNE Parte due di Denis Villeneuve.
Una volta accolti dai Fremen, popolo originario del pianeta desertico Arrakis, Paul Atreides e sua madre Jessica cercano di integrarsi con loro per farsi accettare in vista di una possibile guerra con gli Harkonnen che sono responsabili, insieme all’imperatore Shaddam IV e delle streghe Bene Gesserit, della caduta degli Atreides per il possesso della Spezia e per giochi di potere. Tra assalti bellici e prese di fazioni politiche e religiose si deciderà il destino di Arrakis e forse dell’impero intergalattico.
Se il primo Dune dava alla fine una sensazione di troncatura ad una trama appena avviata quando in realtà era già stato tutto introdotto e avviato nel corso del film, nel secondo si arriva al consolidarsi dei fatti precedenti e nel crearne altri con nuovi personaggi, nuove battaglie e nuovi risvolti narrativi.
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Dopo un posticipo di circa tre mesi e a quasi due anni e mezzo dal primo capitolo, eccoci con DUNE Parte due di Denis Villeneuve.
Una volta accolti dai Fremen, popolo originario del pianeta desertico Arrakis, Paul Atreides e sua madre Jessica cercano di integrarsi con loro per farsi accettare in vista di una possibile guerra con gli Harkonnen che sono responsabili, insieme all’imperatore Shaddam IV e delle streghe Bene Gesserit, della caduta degli Atreides per il possesso della Spezia e per giochi di potere. Tra assalti bellici e prese di fazioni politiche e religiose si deciderà il destino di Arrakis e forse dell’impero intergalattico.
Se il primo Dune dava alla fine una sensazione di troncatura ad una trama appena avviata quando in realtà era già stato tutto introdotto e avviato nel corso del film, nel secondo si arriva al consolidarsi dei fatti precedenti e nel crearne altri con nuovi personaggi, nuove battaglie e nuovi risvolti narrativi. Chi si aspetta una roba alla Star Wars o Armageddon o altri polpettoni fantascientifici pieni di soldi qui si va’ completamente fuoristrada, dato che l’azione dura 30-45 minuti e il resto sono spettacoli visivi di introspezioni, congetture o meno di profezie messianiche e religiose, intrighi e cospirazioni tra casate, percorsi dell’eroe e cavalcate coi vermi del deserto. Qui Paul Atreides con l’alleata e amata Chani rimane invischiato nell’accettare o meno il suo ruolo di salvatore di Arrakis e, strumentalizzato o no dalla madre e dalla fede dei Fremen, attraverserà percorsi che metteranno in dubbio se il suo operato sia migliore o peggiore dei nemici stessi, alla fine dei conti. Dall’altra gli Arkonnen con il loro campione Feyd-Rautha, tanto spietato e sanguinario quanto risoluto nel perseguire i suoi obiettivi.
Il lato tecnico è indiscutibile, musiche e immagini spettacolari e geometriche, un buon montaggio che non fa’ pesare l’andamento lento della pellicola, ma che anzi permette un buon scorrimento degli eventi. L’azione è chiarissima sia nelle battaglie campali contro macchinari giganti e navi da guerra che nei duelli all’ultimo sangue, in particolare nell’arena degli Harkonnen. La fotografia rimane sempre algida, ma mai freddissima negli scenari desertici e che diventa marmorea in bianco e nero appunto nell’arena. Gli attori tutti bravissimi con delle sorprendenti Lèa Seydoux, Florence Pugh e un’altra molto nota che preferirei non rivelare…! (Un indizio, ha esordito quasi dieci anni fa).
Al netto di molte tematiche affrontate con l’uso di immagini e non detti, magari qualcosina nella sceneggiatura e alcuni personaggi vanno un po’ a traballare e la parte finale potrà forse sembrare frettolosa, però ci può stare data la catarsi precedente. E quindi, il finale non è autoconclusivo o meglio chiude una pagina per lasciare semi-aperta quella dopo, magari per far finire il tutto tra un annetto o due.
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shagrath
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lunedì 4 marzo 2024
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potente
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Un secondo capitolo che non solo riesce a superare il primo, già capolavoro, ma raggiunge livelli nuovi e inesplorati dell'arte. Un'opera folle, una storia assurda, che tuttavia si prende estremamente sul serio, dove scherno e ironia sono lasciate da parte per addentrarsi nelle brutali logiche di potere dell'Imperium galattico tra antiche casate, nobili arroganti e ordini religiosi infidi. Il potere stesso viene spettacolarizzato in nuove forme evocative, con un'estetica monumentale e grottesca degna di un incubo post-moderno. Un film mistico e vigoroso, intriso di visioni allucinate, costruito attorno a una fantascienza più psicologica che tecnologica, con temi che spaziano dall'ecologia all'escatologia, dall'indottrinamento religioso all'incredulità, dall'identità che si perde nelle false tradizioni e si ritrova in un destino autentico ma oscuro.
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Un secondo capitolo che non solo riesce a superare il primo, già capolavoro, ma raggiunge livelli nuovi e inesplorati dell'arte. Un'opera folle, una storia assurda, che tuttavia si prende estremamente sul serio, dove scherno e ironia sono lasciate da parte per addentrarsi nelle brutali logiche di potere dell'Imperium galattico tra antiche casate, nobili arroganti e ordini religiosi infidi. Il potere stesso viene spettacolarizzato in nuove forme evocative, con un'estetica monumentale e grottesca degna di un incubo post-moderno. Un film mistico e vigoroso, intriso di visioni allucinate, costruito attorno a una fantascienza più psicologica che tecnologica, con temi che spaziano dall'ecologia all'escatologia, dall'indottrinamento religioso all'incredulità, dall'identità che si perde nelle false tradizioni e si ritrova in un destino autentico ma oscuro. Un'opera spietata, psichedelica, cupa, ferale ma viva, specchio della nostra attualità, della nostra peggiore umanità, uno specchio più efficace di qualunque satira, di qualunque denuncia, portata sullo schermo in maniera superba perché non solo non annoia, ma fa riflettere, si fa ammirare, innesca riflessioni tra scene d'azione spettacolari, recitazione austera, visioni ed effetti sonori imponenti.
Non era di certo facile rendere credibile, solido e pure spettacolare il futuro folle ed un po' retrò immaginato dall'autore del ciclo di Dune negli anni '60, ma il colpo da maestro di Villeneuve riesce anche in questo secondo capitolo.
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marcod71
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domenica 3 marzo 2024
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molto scenografico ma montaggio scadente
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Tralasciando il fatto che sia altro rispetto al libro, un film notevole dal punto di vista scenografico e che con i bassi perenni affascina e ci fa vibrare con i personaggi. In alcuni tratti purtroppo, le scene sono tagliate e si passa senza soluzione di continuità a tutt’altra situazione (vedi la prova delle 2 notti che Paul dovrà passare solo nel deserto, di cui si vede solo l’inizio e che passa direttamente a qualche tempo dopo con Chani che gli insegna a camminare da Fremen). Sono stupita che nessun critico l’abbia segnalato, forse tutti sono stati abbagliati dalla potenza delle immagini.
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hector
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giovedì 29 febbraio 2024
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noioso
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Racconto basato sul dialogo con poche azioni considerevoli. I dialoghi funzionano meglio in teatro.
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filippotognoli
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giovedì 29 febbraio 2024
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il profeta villeneuve
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C'era una volta Star Wars, quello del 1977, che peraltro prese spunto proprio dai romanzi di Frank Herbert, per ammissione dello stesso George Lucas. Adesso, inteso 2024, c'e' DUNE! Villenueve, riesce nell'ennesima scommessa (stravinta) di resuscitare e rendere al meglio sul grande schermo il capolavoro di Frank Herbert, appunto. Ci era gia' riuscito con Blade Runner 2049, sfida che molti prima di lui avevano rifiutato per paura di non essere all'altezza del capolavoro di Ridley Scott. E anche stavolta riesce dove David Lynch falli' miseramente, non solo per colpa sua, anzi...Questa seconda parta completa e rilancia come meglio non si poteva tutta la forza profetica e trascinante del romanzo di Herbert.
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C'era una volta Star Wars, quello del 1977, che peraltro prese spunto proprio dai romanzi di Frank Herbert, per ammissione dello stesso George Lucas. Adesso, inteso 2024, c'e' DUNE! Villenueve, riesce nell'ennesima scommessa (stravinta) di resuscitare e rendere al meglio sul grande schermo il capolavoro di Frank Herbert, appunto. Ci era gia' riuscito con Blade Runner 2049, sfida che molti prima di lui avevano rifiutato per paura di non essere all'altezza del capolavoro di Ridley Scott. E anche stavolta riesce dove David Lynch falli' miseramente, non solo per colpa sua, anzi...Questa seconda parta completa e rilancia come meglio non si poteva tutta la forza profetica e trascinante del romanzo di Herbert. Qui, piu' ancora che nella prima parte, la forza e la profondita' della cultura in cui DUNE si colloca trova la sua dimensione perfetta. Le tematiche affrontate possono essere lette in diversi livelli di compresione, ma cio' che sia i neofiti, che gli appassionati della saga, non possono che concordare e' la perfezione ed epicita' del film di Villeneuve. Cast superlativo, sceneggiatura, musiche, fotografia, location, montaggio...tutto e' perfettamente centrato e coinvolgente. La profezia e' completata...e non e' detto che finisca qui...
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(di matteo massi)
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(di livio)
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[+] un buon film
(di samanta)
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