Il re dell’horror targato A24 torna il veste di produttore per Death of a Unicorn. Dal 10 aprile al cinema.
di Francesca Pellegrini
Ari Aster è emerso sulla scena nel 2018 con Hereditary, inquietante film di possessione con Toni Collette. Il film è diventato rapidamente un classico dell’horror contemporaneo, consacrando il regista come un talento da tenere d’occhio. L’anno successivo, ha diretto Midsommar (guarda la video recensione) con Florence Pugh: un horror folcloristico che ha conquistato il pubblico grazie al suo finale incendiario e al sontuoso design visivo. Con questo doppio colpo da maestro, Aster è diventato il volto dell’horror d’autore, un termine spesso associato ai film sperimentali di A24, per cui produce la campy dark comedy Death of a Unicorn. Classe 1986, Aster ha avuto il suo primo incontro con il cinema all'età di quattro anni, guardando Dick Tracy. Fu così spaventato da una scena con Warren Beatty che, dopo averlo visto sparare davanti a un muro di fiamme, saltò dal divano e corse per sei isolati, con sua madre che cercava di fermarlo.
Il debutto in un lungometraggio segue una famiglia perseguitata da eventi inquietanti e oscuri segreti dopo la morte della nonna. Uno degli horror più potenti del XXI secolo, Hereditary offre una suspense magistrale e un’esperienza indimenticabile. Aster ha espresso la sua delusione per l'horror moderno e il desiderio di realizzare un film che lasciasse un segno indelebile sul pubblico, proprio come Carrie di De Palma fece con lui da giovane. Aster vede Hereditary come una storia di dolore e sofferenza. Per questo motivo, mostrò al cast e alla troupe Sussurri e grida di Bergman, che considera il miglior film sull’argomento. Oltre al terrore soprannaturale e al dramma familiare, in Hereditary aleggia anche un’oscura cospirazione che manipola gli ignari protagonisti. In questo senso, Aster ha ammesso l'evidente influenza di Rosemary's Baby di Polanski.
Nel 2019 Aster scrive e dirige Midsommar (guarda la video recensione), un horror diurno che rompe gli schemi del genere, ambientandolo alla luce del sole. Il film segue un gruppo di studenti americani in vacanza in un enigmatico villaggio svedese, dove si ritrovano intrappolati in un incubo folcloristico tra antichi rituali pagani e inquietanti celebrazioni. I film vividi e onirici del regista sovietico Sergei Parajanov sono stati un'influenza chiave nella realizzazione di Midsommar (guarda la video recensione). Aster ha mostrato allo scenografo Henrik Svensson Il colore dei melograni e Le ombre degli avi dimenticati prima dell’inizio della costruzione del remoto villaggio svedese, un processo durato due mesi e che ha portato alla creazione di 10 edifici e un sentiero nel bosco. Il suo obiettivo era creare un ambiente olistico e vissuto, ma al tempo stesso vibrante, pronto a scatenare improvvisi atti di violenza. Il film, però, è stato girato in Ungheria per evitare problemi logistici oltre che per godere di una maggiore illuminazione naturale.
Nel 2023 Aster è alle prese con la sua opera più ambiziosa e divisiva, Beau ha paura. Odissea omerica surreale di un uomo paranoico mentre cerca di tornare a casa per rivedere sua madre. Lungo la strada, viene investito, rapito, incastrato per omicidio, adottato in una troupe teatrale e incontra un pene umanoide. La pellicola è figlia di un cortometraggio dello stesso Aster, realizzato durante la sua formazione presso l’American Film Institute. La sceneggiatura di Beau vede la luce durante il lockdown. Joaquin Phoenix prende il posto Billy Mayo, collaboratore di lunga data del regista, scomparso nel 2019 all’età di 62 anni.
Scritto e diretto dall’esordiente Alex Scharfman, Death of a Unicorn è stato concepito come un fantasy rompicapo. Paul Rudd e Jenna Ortega interpretano un padre e una figlia che, durante un viaggio verso la villa di un ricco magnate, investono accidentalmente «un c*zzo di unicorno». Quando i due portano l'animale ferito nella residenza del tycoon, scoprono che il corno dell'unicorno possiede incredibili proprietà curative, tra cui la capacità di guarire malattie gravi come il cancro. La situazione prende una piega sinistra quando si ritrovano coinvolti in una spietata cospirazione farmaceutica. Non sorprende, quindi, che Alien e Jurassic Park abbiano influenzato questo inaspettato monster movie. Aster ha preso la decisione di produrre Death of a Unicorn perché c'era un'opportunità unica di lavorare su qualcosa di diverso e affermare ulteriormente la sua visione all'interno di un contesto creativo e professionale consolidato con persone di fiducia come il produttore danese Lars Knudsen, con il quale ha fondato la società Square Peg Films. Knudsen è anche mentore di Scharfman, che ha lavorato come stagista per lui. Sebbene Death of a Unicorn non sia diretto da Aster, condivide numerosi elementi del suo stile cinematografico, in particolare nell'abilità di mescolare horror, satira e grottesco. Al centro della trama c'è una famiglia disfunzionale, mentre la storia nasconde una sottile critica sociale, il tutto immerso in un concetto surreale che richiama le sue opere.