
Un film che sostiene la filosofia della protagonista: un antidoto alla rassegnazione dei nostri tempi, convinti che il denaro sia l’unica forza che “fa andare in giro il mondo”. Il 13-14-15 ottobre al cinema.
di Paola Casella
Francesca Cabrini è una suora che vuole cambiare il mondo: ha fondato un orfanotrofio nella sua nativa Lombardia e ha più volte scritto al Vaticano affinché le conceda di costruire una rete internazionale di orfanotrofi per assistere i bambini più poveri in Asia. La sua insistenza viene premiata da Papa Leone XIII, che però non la spedisce in Asia ma a New York. Ed è da lì che Madre Cabrini inizierà la sua missione, salvando dalla miseria decine e decine di bambini; finirà per costruire un ospedale accessibile a tutti e sarà fatta santa, vivendo molto più a lungo di quanto la sua condizione fisica, compromessa da una tubercolosi infantile, prometteva di concederle.
Francesca Cabrini è un lungometraggio girato in inglese che negli Stati Uniti, dove Madre Cabrini è una figura storica e religiosa venerata soprattutto (ma non solo) dalla comunità italoamericana, ha totalizzato oltre 20 milioni di spettatori.
L'impianto è decisamente tradizionale, un "viaggio dell'eroina" attraverso prove sempre crescenti. Il film sostiene la filosofia della suora diventata santa secondo cui bisogna iniziare a costruire anche quando si è privi di mezzi perché "i mezzi arriveranno" è un antidoto alla rassegnazione dei nostri tempi, convinti che il denaro sia l'unica forza che "fa andare in giro il mondo".