montefalcone antonio
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mercoledì 13 settembre 2023
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sequel migliore del primo ma parzialmente riuscito
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“The Nun 2” è un horror superiore al primo episodio, con una trama meglio elaborata e atmosfere macabre suggestive; ma nel complesso è parzialmente riuscito.
L’aspetto narrativo risulta più efficace, coeso e fluido rispetto al primo capitolo, però alterna momenti più interessanti o creativi ad altri un po’ meno; e segue senza innovazione i binari classici dell'horror esoterico/intrigante.
La sceneggiatura, scritta a sei mani da Ian Goldberg e Richard Naing e Akela Cooper, seppur semplicistica ha un proprio senso compiuto nell’origin story di Valak.
Ciò nonostante, altri suoi aspetti risultano troppo scontati, ripetitivi, dilatati e dipendenti da una formula di horror abusata.
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“The Nun 2” è un horror superiore al primo episodio, con una trama meglio elaborata e atmosfere macabre suggestive; ma nel complesso è parzialmente riuscito.
L’aspetto narrativo risulta più efficace, coeso e fluido rispetto al primo capitolo, però alterna momenti più interessanti o creativi ad altri un po’ meno; e segue senza innovazione i binari classici dell'horror esoterico/intrigante.
La sceneggiatura, scritta a sei mani da Ian Goldberg e Richard Naing e Akela Cooper, seppur semplicistica ha un proprio senso compiuto nell’origin story di Valak.
Ciò nonostante, altri suoi aspetti risultano troppo scontati, ripetitivi, dilatati e dipendenti da una formula di horror abusata.
Il cast riprende volti già noti come Taissa Farmiga (vero cuore pulsante della pellicola), e Jonas Bloquet, ai quali si aggiunge qualche new entry come Storm Reid e Anna Popplewell.
L’abile regia è attenta soprattutto alla cura formale della confezione, apprezzabile in generale: per questo motivo l’aspetto visivo e le location/atmosfere caratterizzano di toni cupi ed inquietanti l’intera opera molto più della trama.
Immancabili i momenti di spavento e jump scare, alcuni molto incisivi altri decisamente meno; e degne di nota alcuni archi narrativi che, in quanto a coerenza, funzionano nel loro legame coi film “The Conjuring 2 – Il caso Enfield” e “The Conjuring 4” (ancora in produzione).
In conclusione, “The Nun 2” si rivela uno spin-off di gradevole intrattenimento, che ha il suo pregio maggiore soprattutto nelle soluzioni visive, ma non approfondisce a sufficienza la materia raccontata.
Voto (in decimi): 5.50 / 6
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pavold boy
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sabato 9 settembre 2023
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vuoto a perdere
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Che sia effettivamente superiore al predecessore o meno, "The Nun II" ne ricalca gli stilemi e si allinea come continuo perfetto per stile e mancanza di innovazione. L'effige del demone Valak, vestito dei panni di una suora creepy, non è sufficiente a reggere le discrete atmosfere scenografiche del film. Gli stessi jumpscare e i tentati colpi a sorpresa (che non sorprendono) sono anticipabili come in una di quelle scommesse da poltrona, del tipo "scommetto che ora succederà questo"..E puntualmente succede. Taissa Farmiga regge al suo meglio e continua a dimostrare egregiamente il physique du role per il genere, alle sue spalle si crea il vuoto sotto l'aspetto recitativo.
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Che sia effettivamente superiore al predecessore o meno, "The Nun II" ne ricalca gli stilemi e si allinea come continuo perfetto per stile e mancanza di innovazione. L'effige del demone Valak, vestito dei panni di una suora creepy, non è sufficiente a reggere le discrete atmosfere scenografiche del film. Gli stessi jumpscare e i tentati colpi a sorpresa (che non sorprendono) sono anticipabili come in una di quelle scommesse da poltrona, del tipo "scommetto che ora succederà questo"..E puntualmente succede. Taissa Farmiga regge al suo meglio e continua a dimostrare egregiamente il physique du role per il genere, alle sue spalle si crea il vuoto sotto l'aspetto recitativo. Il finale incendia gli animi ed esagera visivamente, salvo poi conclundersi nel più classico epilogo tra male e bene: il male sembra crollare, ma poi non succede per un miracoloso colpo di reni. Un'ora e cinquanta di mancate occasioni e un discreto approfondimento sui personaggi, senza portare la pellicola ad un vero e proprio scopo.
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