
La serie mette in scena la prima grande saga del manga, uno dei tre grandi titoli, assieme a "Naruto" e "Bleach", degli anni 2000. Su Netflix.
di Luigi Coluccio
Gol D. Roger, il Re dei Pirati, è stato catturato. Sulla piazza principale della città di Loguetown, nel quadrante di mare dell'East Blue, i soldati della Marina hanno eretto un palco su cui sono pronti a giustiziarlo. Una folla composta da migliaia persone si accalca per vedere l'esecuzione, quando Roger, con le sue ultime parole, sprona le persone di tutto il mondo desiderose di libertà e riscatto di andare alla ricerca del suo tesoro, il leggendario One Piece.
Ventidue anni dopo la morte di Roger tocca al giovane Monkey D. Luffy cimentarsi nell'impresa: cappello di paglia in testa, cicatrice sulla guancia sinistra e soprattutto incredibili capacità donategli dall'aver ingerito il Frutto del Diavolo, Luffy ha come unico obiettivo quello di trovare il One Piece e diventare il nuovo Re dei Pirati. Ma per farlo serve una nave e una ciurma...
In questi otto episodi da un'ora ciascuno, capeggiati dagli showrunner Matt Owens e Steven Maeda, si può infatti andare sopra come sotto, a lato come di sbieco. C'è, insomma, di tutto: scenografie imponenti costruite a grandezza naturale e CGI posticcia e sciatta, lungaggini televisive da soap familiare e aderenza impressionante al materiale di partenza, costumi ridicolmente inutili ed effetti visivi riuscitissimi, disponibilità totale nell'assecondare i cambi di tono e la vastità della storia e incapacità di cavalcare il distacco nel passaggio di medium.