| Titolo originale | Chiennes de vie |
| Anno | 2023 |
| Genere | Commedia |
| Produzione | Belgio |
| Durata | 88 minuti |
| Regia di | Xavier Seron |
| Attori | Ninon Borsei, Louise Manteau, Aurora Marion, Jean-Jacques Rausin, Mara Taquin Jean-Benoît Ugeux, Arieh Worthalter. |
| Tag | Da vedere 2023 |
| MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 18 dicembre 2024
Tre storie di cani che esplorano la complessità delle relazioni umane, rendendo visibili gli ostacoli dell'amore e della solitudine.
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CONSIGLIATO SÌ
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Tre storie sui rapporti tra cani e umani si intrecciano, rivelando le complessità e il lato assurdo della vita. Un montatore di film si vede affidare dalla vicina di casa il chihuahua di un altro dirimpettaio, improvvisamente deceduto. Lui acconsente per compiacere la ragazza ma si scoprirà terrorizzato dall'animale. Una famosa modella e attrice perde in un colpo solo per un incidente stradale l'adorata cagnolina e l'assistente personale. Troverà una nuova tuttofare e pure un altro cane, ma lo strano rapporto instaurato con loro condurrà ad esiti nefasti. Tra il vigilante di un supermercato e una cleptomane nasce una storia d'amore, ma verrà messa a rischio dalla presenza del cane di lui.
Con un umorismo nero di fondo, il film del regista belga attraversa i generi ed esplora i legami amorosi e i rapporti tra classi sociali con uno sguardo tragicomico sempre acuto e spiazzante.
Il titolo originale in francese chiarisce meglio il senso del film: "chiennes de vie", gioco di parole per vite da cani o vite da schifo, quelle che accomunano tutti i personaggi nella loro tragicomica incapacità di stare al mondo, ritratta in un bianco e nero che conferisce all'atmosfera un tono ancor più straniante, a risaltare la dimensione più grottesca e irrazionale dell'esistenza.
Già dalla prima, fulminante, scena si desume che nulla è davvero ciò che sembra nel secondo lungometraggio del regista belga Xavier Seron: due donne fidanzate - che ritroveremo nel terzo episodio - aggrediscono con una testata l'impacciato montatore colpevole di essersi masturbato davanti a una delle due, ma dopo averlo colpito si accorgono che probabilmente non era lui il molestatore. E il film così prosegue, alimentando brillantemente fino alla fine la propria spiazzante inventiva.
La figura del cane si sovrappone e mescola a quella umana, facendosi specchio di volta in volta dei legami amorosi e familiari o dei rapporti tra classi sociali: l'addetto al montaggio è sia attratto sia spaventato dalla vicina di casa, esattamente come dal chihuahua; la nuova assistente-schiava comincia pian piano a comportarsi e ad essere trattata come una cagnolina dalla ricca padrona; la guardia di sicurezza deve lasciar andare assieme al proprio cane una parte affettiva di sé per instaurare un'altra relazione sentimentale.
Ciascun episodio è connesso all'altro all'interno di una struttura narrativa circolare e ben congegnata che attraversa diversi generi, dalla commedia stravagante con un tocco horror nel primo capitolo, al racconto morale e satirico sulla società nel secondo, e infine al dramedy romantico dal tratto più naturalistico in cui l'emozione prende il sopravvento sull'elemento surreale. Tutto però è tenuto insieme da un umorismo nero di fondo che ci fa guardare ai drammi e alla solitudine della vita da una prospettiva sempre nuova e sorprendente.