I Cavalieri dello Zodiaco

Il giovane Seiya si guadagna da vivere combattendo incontri brutali in gabbia, e nutre la speranza di ritrovare la sorella rapita tempo prima. Durante un match particolarmente duro, Seyna sprigiona involontariamente dei poteri mistici di cui non era consapevole, e viene notato da un uomo facoltoso che gli rivela il suo destino: Seiya è il prescelto, chiamato a proteggere la reincarnazione della dea Atena, che ha le fattezze di Sienna, una ragazza apparentemente normale ma in grado di liberare energie spirituali irrefrenabili. Passando attraverso addestramenti magici con una severa maestra, Seiya diventerà un Cavaliere dello Zodiaco, con la sua potente armatura, e potrà difendere Sienna da un gruppo di cyborg guidati da una super cattiva bramosa di conquistare il potere del Cosmo.

Le scene di combattimento spettacolari e ben girate non bastano a riscattare un'operazione senz'anima né epica, incapace (a differenza del modello originale) di creare un immaginario.

La trasposizione cinematografica in live action di manga e anime di culto è sempre un'operazione molto rischiosa; da Dragon Ball in giù, gli esempi mediocri non mancano. Purtroppo, anche questo adattamento de I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya il titolo originale) non fa eccezione.

La coproduzione nippoamericana ha affidato la regia del progetto nelle mani del polacco Tomek Baginski, forte della sua esperienza come autore del videogioco "The Witcher" e della relativa serie. In effetti, l'unica cosa che funziona sono le scene d'azione e di combattimento, davvero spettacolari, frenetiche ma non eccessivamente confusionarie. Il problema è tutto il resto. E non sta tanto nella mancata fedeltà al modello originale, che non è un difetto in sé e anzi può essere una scelta legittima, quanto piuttosto nell'incapacità di creare un immaginario. Non c'è epica né pathos nel film di Baginski che fallisce proprio laddove la serie animata di Masami Kurumada negli anni Ottanta e Novanta aveva trovato la chiave del suo successo: ovvero l'invenzione di un mondo post-apocalittico in un futuro imprecisato abitato da guerrieri della mitologia greca.

Il contesto americanizzato (con tanto di citazione iniziale a Fight Club) stride con l'aura mitica di cui la storia vorrebbe comunque ammantarsi, e il film si trascina senza riuscire ad essere coinvolgente, nonostante alcuni schemi narrativi potenzialmente sfruttabili, come il percorso di iniziazione dell'eroe Seiya/Pegasus (a cui Mackenyu presta il giusto volto) e la presenza di un personaggio da salvare.

Come era già accaduto per la trasposizione seriale animata di Netflix qualche anno fa, il risultato è un prodotto destinato a lasciare indifferenti o delusi sia i fan di vecchia data della saga letta sui manga o vista in televisione sia i nuovi spettatori della Generazione Z o chi non è appassionato al genere. Insomma, dopo la visione torna alla mente quell'immagine del cartone animato diventata poi per qualche tempo una base per meme, in cui uno dei cavalieri dello zodiaco sanguina copiosamente dagli occhi. 