Ennesima rivisitazione di una trama a tema notturno, dove quel che avviene alla luce del giorno al contrario la notte può risultare sovvertito, perché di notte la città si svuota e spesso chi la popola si guarda bene dal mostrarsi nelle ore diurne. Partendo da questi pochi accorgimenti, già cavalcati negli anni ‘80 dai successi di John Landis, con Tutto in una notte e Martin Scorsese in Fuori Orario, prende il via il terzo lungometraggio del Romano Fulvio Risuleo che dopo Guarda in alto, premiato dalla critica al Festival di Cannes, e il Colpo del Cane, aggiunge una terza perla altrettanto visionaria alla propria filmografia, offrendo ancora una volta a Edoardo Pesce il ruolo di protagonista.
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Ennesima rivisitazione di una trama a tema notturno, dove quel che avviene alla luce del giorno al contrario la notte può risultare sovvertito, perché di notte la città si svuota e spesso chi la popola si guarda bene dal mostrarsi nelle ore diurne. Partendo da questi pochi accorgimenti, già cavalcati negli anni ‘80 dai successi di John Landis, con Tutto in una notte e Martin Scorsese in Fuori Orario, prende il via il terzo lungometraggio del Romano Fulvio Risuleo che dopo Guarda in alto, premiato dalla critica al Festival di Cannes, e il Colpo del Cane, aggiunge una terza perla altrettanto visionaria alla propria filmografia, offrendo ancora una volta a Edoardo Pesce il ruolo di protagonista. Vestendolo dei panni di un poliziotto sui generis che solca la notte Romana accompagnato da un diciassettenne, il diciannovenne Yothin Clavenzani, Italiano di origini cambogiane, che riesce a restituire il pathos di chi non capisce se sia stato tratto in arresto o meno.
La pellicola però nonostante sia nata sotto i migliori auspici e idee non ha il medesimo appeal dei film precedenti di Risuleo, nonostante la presenza di Pesce che non manca di unire alla propria fisicità l’ennesima prova sfaccettata fatta di cambi d’umore, necessari per sottolineare l’evidente stato confusione del personaggio, e di colpi di scena. Si giunge a conclusione non senza aver simpatizzato per il poliziotto e con una grande condivisione anche sulle sorti del giovane Tarek, ma con la sensazione di non aver capito appieno cosa ci volesse descrivere il regista.
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