Titolo originale | Bodeng Sar |
Titolo internazionale | White Building |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Qatar, Francia, Cina, Cambogia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Kavich Neang |
Attori | Piseth Chhun, Chinnaro Soem, Sovann Tho, Jany Min, Hout Sithorn Ok Sokha. |
MYmonetro | 2,75 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 9 settembre 2021
Samnang ha 20 anni e sogna di diventare una stella della danza. Tutto cambia quando scopre che il suo condominio potrebbe essere a breve demolito. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Cambogia, 2017. Uno dei simboli della capitale Phnom Penh è il cosiddetto White Building, enorme complesso di case popolari risalente agli anni sessanta. Ormai fatiscente, la costruzione municipale sta per essere demolita e il terreno su cui sorge venduto. Le molte famiglie all'interno discutono se accettare i soldi che vengono loro offerti per sgomberare. Una è quella di Samnang, un ragazzo appassionato di danza che sogna di vincere una competizione televisiva. L'incertezza sul futuro degli amici e sulle condizioni di salute del padre rende il momento ancora più difficile.
Curioso frutto di una convergenza tra cinema di finzione, documentario, avvenimenti reali e storia personale, White Building è insieme cronaca di un periodo turbolento e omaggio a un simbolo architettonico-culturale cambogiano.
Il regista Kavich Neang, che ha studiato con Rithy Panh, è al primo lungometraggio di finzione, ma ha già trattato la vicenda del White building nel documentario Last night I saw you smiling, oltre ad essere personalmente cresciuto in una delle abitazioni e averne vissuto con i suoi occhi il doloroso epilogo. In White Building aggiunge un elemento narrativo - e comunque colmo di dettagli autobiografici - al lavoro di testimonianza svolto con il materiale documentario, riscoprendo il passato recente tra immagini d'archivio e ricostruzioni di oggi. Fedele alla sua esperienza, Neang comunica con efficacia il senso di confusione e precarietà di un microcosmo sociale in attesa dell'ineluttabile. Legando poi l'aspetto collettivo (ci abitavano circa 2500 persone) ai tribolamenti del protagonista (Piseth Chhun, bravo nel sostenere l'occhio e la curiosità dello spettatore), il film sfrutta l'aggancio iniziale della danza, sognante e dinamico, per colpire ancora più duramente con il cambiamento successivo delle condizioni di vita per il povero Samnang. Buon esordio su un soggetto di profondo interesse, White Building tratta in modo indiretto i temi della rigenerazione urbana e della speculazione edilizia, che hanno anche attratto un'eccellenza, nonché studioso della materia, come Jia Zhangke nel ruolo di produttore. Quando si aggiungono i buoni valori tecnici, in particolare fotografia e scenografia, tutto lascia sperare che su una demolizione disastrosa si siano anche gettate le fondamenta di una carriera per Neang.
Agli inizi degli anni 60, il White Building era uno degli edifici più innovativi di Phnom Penh: un unico, enorme complesso di appartamenti, negozi e servizi. Ma, con la fine della dittatura dei khmer rossi e il ritorno nella capitale dei deportati, è diventato il rifugio di famiglie di modeste condizione economiche, artisti e squatter. La popolazione si è moltiplicata a dismisura e l'edificio ha perso [...] Vai alla recensione »
Il giovane Samnang vive a Phnom Penh e sogna i talent show, ma il mondo che gli ruota attorno sta cambiando troppo in fretta: mentre il suo migliore amico lascia la Cambogia, il caseggiato in cui vive sta per essere demolito. Prodotto da Davy Chou per Anti-Archive, vera fucina del giovane cinema cambogiano, e co-prodotto da Jia Zhangke, l'esordio di finzione di Kavich Neang aderisce alle forme e alle [...] Vai alla recensione »
Il White Building, costruito all'inizio degli anni Sessanta lungo il Samdach Sothearos Boulevard, non distante dal punto in cui il fiume Bassac si congiunge al Mekong, fu uno degli elementi architettonici che spinsero a forza Phnom Penh nella modernità, e divenne ben presto la casa prediletta di artisti e funzionari ministeriali di medio livello, che leggevano nella sua struttura le potenzialità della [...] Vai alla recensione »