Tusind Timer

Film 2021 | Drammatico 101 min.

Regia di Carl Moberg. Un film con Josefine Tvermoes, Niels Anders Manley, Kenneth M. Christensen, Alba August. Cast completo Genere Drammatico - Svezia, Danimarca, 2021, durata 101 minuti.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 ottobre 2021

L'estate berlinese di Anna che deve affrontare traumi e vecchia amori del passato.

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Recensione di Sarah Mataloni
lunedì 18 ottobre 2021
Recensione di Sarah Mataloni
lunedì 18 ottobre 2021

A Thousand Hours (titolo originale Tusind Timer), primo lungometraggio di finzione del regista svedese Carl Moberg, trasmette nel contenuto e nello stile uno stato di continua sospensione e di malinconica incompletezza. E questa particolare caratteristica è al tempo stesso il punto debole e la bellezza di questo film. L'intreccio è molto semplice e si focalizza sulla passione e sul percorso umano e artistico di Anna (Josefine Tvermoes), musicista di Copenhagen, giovane ancora acerba ed estremamente insicura. Dopo la morte del batterista del suo gruppo, Anna e Thomas (Anders Manley), un altro membro della band, si legano in un rapporto intimo, fatto di distanze e riavvicinamenti continui. il loro esserci l'uno per l'altra è un rincorrersi estenuante senza mai trovarsi, e ciò costituirà la spina dorsale di tutto il film, assieme alla musica, altra grande protagonista della scena. Anna e Thomas infatti si perdono e sembrano ritrovarsi di continuo: lui, dopo la morte dell'amico in comune, decide di partire per un tour musicale e lei si trasferisce a Berlino per cambiare aria e per tentare la svolta artistica. Eppure, grazie a una sorpresa di Thomas, i due si incontrano anche in questa "vita", e lei sembra mettere in discussione il suo mondo a Berlino e il suo nuovo amore, Robert. Per i due protagonisti sembra, però, non essere mai il momento giusto per la relazione perfetta: si sfiorano, si desiderano, si pensano molto, senza però toccarsi mai. Il loro strano rapporto rievoca i protagonisti di una di quelle relazioni indefinite di note commedie sentimentali, da Harry ti presento Sally (1989) , al più recente Serendipity (2001) dove , alla fine, Harry e Sally nel primo, Johnatan e Sara nel secondo, riuscivano ad incastrarsi e a coronare, finalmente, il loro sogno d'amore. In A Thousand Hours, invece, l'incontro vero e proprio sembra destinato a non accadere mai, è continuamente rimandato a tempi, forse, migliori.. E la chiave del film sta appunto nel "Destino" beffardo, nelle sliding doors, "le porte scorrevoli" in grado di cambiare il corso di una vita in un continuo incedere di incontri più o meno fortunati, da cui dipendono scelte e sorti dei giovani musicisti. Altra grande protagonista dell'opera prima di Molberg, come accennato è la musica, che accompagna ed enfatizza i cambiamenti emotivi di Anna, le sue lunghe passeggiate solitarie per le vie di Berlino e per i luoghi conosciuti di Copenhagen. La ragazza è una solitaria, una giovane donna che ancora deve trovare il suo posto nel mondo, e la colonna sonora che l'accompagna, è indefinita, sempre frammentata, come a sottolinearne i continui cambiamenti di vita, emotivi e psicologici. A Thousand Hours non si focalizza però solamente sul viaggio inquieto di un insicura post adolescente alla ricerca di se stessa: è soprattutto un percorso di maturazione di consapevolezza artistica e professionale che, arriva assieme alla maturazione personale di Anna. Ed è proprio per questo che la musica riveste un ruolo essenziale in questo cammino. Si tratta dunque di un film non stilisticamente completo che presenta grandi punti di sospensione e di vuoto. La figura di Thomas ad esempio risulta poco approfondita, alcuni personaggi sembrano "causali", - come la mamma del ragazzo e il loro incontro sulla panchina -, l'intreccio e i punti di svolta della storia, a volte, sono poco chiari. Eppure, assieme alla bellezza della colonna sonora, si apprezza la spontaneità dei protagonisti, assolutamente non patinati: c'è una naturalezza nei gesti e negli sguardi di Anna e Thomas, una grande intimità fatta soprattutto di sguardi complici, silenzi e piccole tenerezze. Una semplicità, un'indecisione e una sospensione continua dei rapporti, che rimanda a legami non appartenenti a favole poco credibili o mainstream, ma a uno stato di realtà concreto e potenzialmente presente nella vita di ciascuno di noi.
Da Close-Up , 18 ottobre 2021

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a cura della redazione
mercoledì 6 ottobre 2021

Il ragazzo insieme al quale Anna e Thomas formavano il loro complesso musicale, non avrebbe dovuto morire. E, successivamente, Anna non avrebbe dovuto baciare Thomas. Ne? avrebbe dovuto lasciare tutto e trasferirsi da Copenaghen a Berlino. E sicuramente Thomas non avrebbe dovuto ripresentarsi e ricomparirle davanti, dopo che ormai lei se n’era andata via e aveva cominciato una nuova vita. Ma la musica trova sempre la sua strada. Prima di scovare la propria voce nella vita e nella musica, Anna dovra? imparare ad amare, a perdonare, a dimenticare, nel corso di un’estate berlinese.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
lunedì 18 ottobre 2021
Sarah Mataloni
Close-Up

A Thousand Hours (titolo originale Tusind Timer), primo lungometraggio di finzione del regista svedese Carl Moberg, trasmette nel contenuto e nello stile uno stato di continua sospensione e di malinconica incompletezza. E questa particolare caratteristica è al tempo stesso il punto debole e la bellezza di questo film. L'intreccio è molto semplice e si focalizza sulla passione e sul percorso umano [...] Vai alla recensione »

domenica 17 ottobre 2021
Federico Rizzo
Sentieri Selvaggi

Al suo primo lungometraggio di finzione, il regista svedese Carl Moberg dirige un film sentimentale in cui la musica ricopre un ruolo fondamentale in chiave sia narrativa che stilistica. A Thousand Hours racconta la storia di Anna, una giovane cantante di Copenaghen col sogno di sfondare nel mondo della musica. Dopo l'improvvisa morte del batterista del suo gruppo pop-rock, Anna stringe un rapporto [...] Vai alla recensione »

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