Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Fern Silva |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 22 giugno 2021
Rock Bottom Riser è un vibrante saggio che combina materiali eterogenei attraverso la geologia, l'etnografia e l'astronomia.
CONSIGLIATO SÌ
|
Fern Silva, regista portoghese-americano attivo da tempo nell’ambito del cortometraggio sperimentale, al suo primo lungometraggio affronta il tema della controversa costruzione del Thirty Meter Telescope sul monte Mauna Kea che è il luogo più sacro per la cultura dei nativi delle Hawaii.
Anche se il passaggio dal cortometraggio al lungometraggio soffre di qualche inquadratura tenuta per troppo tempo sullo schermo senza particolare pregnanza comunicativa, resta interessante la modalità scelta da Silva per affrontare il tema, con la giusta dose di umiltà ma anche con il giusto mix di immagini, suoni e testimonianze.
Perché un altro avrebbe potuto affrontare la vexata quaestio (dura da una decina d’anni) del telescopio assumendo uno sguardo radicalmente schierato alla maniera delle inchieste a cui la televisione ci ha abituato. La presa di posizione non manca ma nasce da un’eterogeneità di elementi (alcuni molto spettacolari come l’enorme serpente di lava che scorre a poca distanza da alcune abitazioni e che vedremo interrompere una strada a due corsie) che ci consentono di comprendere, senza fare lezioni, quale sia il centro della vicenda che per alcuni può essere anche considerato di attualità più vasta. Chi è ancora legato alla tradizione si riferisce alla sacralità del monte ma c’è anche chi parla più direttamente di colonizzazione realizzata con un nuovo cavallo di Troia: la scienza. Si tratta di un dibattito che abbiamo visto crescere e svilupparsi in tutto il mondo grazie alla pandemia e che qui assume connotati differenti ma non meno provocatori. Trovare la giusta mediazione tra il navigare osservando le stelle o studiarle grazie ad un’enorme struttura che si inserisce in un contesto ritenuto sacro sono scelte che implicano decisioni e conseguenze. Silva ce ne fa conoscere, con uno stile personale, la complessità.
Fin da quando è nata, durante l'edizione 2020 della Berlinale, la sezione Encounters si è rivelata un ambito di rivelazioni e scoperte, dove i selezionatori hanno inserito i film più liberi e anticonvenzionali del panorama cinematografico contemporaneo. Anche quest'anno hanno trovato spazio in questo gruppo (come già dimostrato da «The Girl and the Spider» o «Hygiène Sociale») alcuni dei titoli più [...] Vai alla recensione »