| Anno | 2020 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Gran Bretagna, Canada |
| Regia di | Cathy Brady |
| Attori | Martin McCann, Nora-Jane Noone, Aiste Gramantaite, David Pearse, Olga Wehrly Helen Behan, Uriel Emil, Nika McGuigan, Toni O'Rourke, Joanne Crawford. |
| Tag | Da vedere 2020 |
| MYmonetro | 3,06 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 31 luglio 2020
Una ragazza scompare misteriosamente lasciando la sorella in un preda a un grande caos. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai British Independent,
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CONSIGLIATO SÌ
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Irlanda del Nord. Dopo essere sparita nel nulla per un anno, Kelly torna una notte, come se nulla fosse, dalla sorella Lauren. Provata dalla lunga assenza della sorella, che credeva morta, Lauren ora farebbe di tutto per lei, purché non vada più via. Compreso compromettere il suo matrimonio, le sue poche amicizie, il suo lavoro. Ma Kelly e Lauren non sono sole: aleggia tra loro lo spettro della follia della madre. In particolare la prima, per via della sua somiglianza fisica e caratteriale con la madre morta, viene guardata con sospetto e spinta da tutto e tutti a dubitare del proprio equilibrio.
Ambientato al confine tra le due Irlande, nel tempo in cui la temuta Brexit minacciava di rinfocolare le sopite divisioni e il loro portato violento e destabilizzante, Wildlife è un affondo psicologico e attoriale, affidato a due interpreti straordinarie.
La regista le ha volute mettere a confronto dopo aver precedentemente lavorato con l’una e con l’altra, indipendentemente, nei cortometraggi che l’hanno fatta conoscere e apprezzare in ambito festivaliero.
La drammatica storia politica del luogo inaugura il film ed entra nelle pieghe del racconto; in particolare un ruolo provocatore, in termini di tensione e disagio, viene attribuito al fatto che i responsabili di sanguinosi attentati circolino a piede libero, coperti e accolti dalla popolazione locale.
Ma non è la politica che interessa a Cathy Brady: le basta usarla come colore e come antefatto. Al centro del suo sguardo ci sono due caratteri femminili, uniti ma divisi, opposti ma inscindibili, perché nutriti della stessa memoria famigliare e della stessa pesante responsabilità. Due donne forti eppure vulnerabilissime, vittime di quella che finisce per diventare una psicosi condivisa, una follia a due, da ballare insieme. Emblematica, in questo senso, è la scena nel pub dell’IRA, nella quale, sulle note di una musica adorata da adolescenti, si compie la regressione delle due protagoniste e si salda in un abbraccio incestuoso il delirio psicotico che ha per oggetto la figura materna.
Un film sul lutto, che associa ad un andamento chiaro e diretto della trama un tormento interiore di imprendibile profondità, e un film a sua volta traumatizzato, al termine delle riprese, dalla prematura scomparsa per malattia dell’attrice Nica McGuigan, fiera e fragile Kelly.
Una sorella ritorna a casa dalla più grande, dopo aver fatto perdere le sue tracce per anni. Nel loro passato un padre morto troppo presto in un attentato dell'IRA e una madre molto particolare perita in un misterioso d'auto, ma forse suicidatasi... Lungo il sottile crinale tra follia e normailità si muovono le vicende di Kelly e Lauren, due sorelle bisognose di un amore che nessuno fin lì è riuscito [...] Vai alla recensione »
Wildfire segna l'esordio nel lungometraggio di Cathy Brady, regista irlandese che si era già fatta apprezzare con la sua produzione breve. Il suo primo corto, Small Change fu in concorso al Sundance Film Festival nel 2010. Brady è un talento, lo ha capito bene Carlo Cresto-Dina, molto attento al panorama indie, che ha inaugurato la Tempesta Film UK proprio con questo film.
Per il suo esordio nel lungometraggio, l'irlandese Cathy Brady si immerge nel trauma collettivo del suo paese con l'entusiasmo di chi desidera prendere una posizione chiara sulle questioni centrali della società in cui vive. Ne viene fuori Wildfire, dramma familiare che già dal titolo sottolinea il ruolo duplice del fuoco, distruttore e purificatore, correlativo oggettivo di un cinema che scava nell'identit [...] Vai alla recensione »
Al suo esordio in un lungometraggio, dopo aver trovato il plauso di critica e pubblico a livello internazionale grazie a una buona prova nei corti e nelle serie televisive, la regista Cathy Brady si mette alla prova con un progetto decisamente ambizioso e stratificato. C'è moltissima carne al fuoco in questo incendio (traduzione letterale del titolo del film) che poco alla volta divampa sempre più [...] Vai alla recensione »
Non mancano certo gli elementi di melodramma in questa ambiziosa mise en abime della esordiente Cathy Brady: le lacerazioni della guerra civile nordirlandese interpretate attraverso il rapporto tormentato tra due sorelle, Kelly e Lauren, che si ritrovano dopo anni in una cittadina di frontiera tra le due Irlande, appena dopo che è stato finalmente varato il sospirato Accordo del Venerdì.
Lauren e Kelly sono sorelle. Vivono nel Nord Irlanda. Il padre è morto in un attentato, la madre successivamente si è suicidata. Kelly scompare da casa e dopo un anno torna dalla sorella e dal cognato. Ma la situazione è complicata, mentre anche una zia, che si era presa cura delle ragazze rimaste orfane, ora porta ulteriori attriti all'interno del nucleo familiare.
È un'atmosfera greve e pesante quella che fin dall'inizio incombe su Wildfire , il primo lungometraggio cinematografico di Cathy Brady (fin qui solamente corti ed episodi di serie televisive), coprodotto anche da Carlo Cresto-Dina della Tempesta Film. Grevità e pesantezza originate dal footage con cui il film si apre dove vengono riepilogati, tramite spezzoni televisivi, alcuni momenti salienti del [...] Vai alla recensione »