| Anno | 2020 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Gran Bretagna, Portogallo |
| Durata | 73 minuti |
| Regia di | Ana Rocha de Sousa |
| Attori | Lúcia Moniz, Sophia Myles, Ruben Garcia, Maisie Sly, Kiran Sonia Sawar James Felner, Brian Bovell, Susanna Cappellaro, Ângela Pinto, Holly Horne, Aaron Brookner. |
| Tag | Da vedere 2020 |
| MYmonetro | 3,27 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 23 aprile 2021
Due genitori immigrati devono lottare per non perdere le custodia del figlio. Il film è stato premiato a Venezia,
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CONSIGLIATO SÌ
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Bela e Jota sono immigrati portoghesi nella periferia londinese. Hanno tre figli, una dei quali, Lu, è affetta da sordità, ma riesce a comunicare con la madre in un linguaggio dei gesti e degli sguardi. La famiglia è molto unita e piena d'amore, ma del tutto priva di quelle risorse economiche che le consentirebbero un'esistenza serena: la madre è ridotta a rubacchiare al supermercato, il padre è un artista squattrinato. E gli assistenti sociali, dopo una segnalazione da parte della scuola di Lu, sono alle porte, pronti a sottrarre i figli ai genitori per darli forzatamente in adozione a famiglie inglesi ben disposte ad accoglierli. Ma Bela e Jota lottano fino allo stremo per tenere insieme il proprio nucleo famigliare, un'isola di affetto in un mare di indifferenza.
Ana Rocha de Sousa, attrice portoghese che ha studiato alla London Film School, esordisce alla sceneggiatura (coadiuvata da Paula Vaccaro e Aaron Brookner) e alla regia con Listen, coproduzione anglo-portoghese vincitrice alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia del Leone del futuro e del Premio speciale della giuria nella sezione Orizzonti.
La sua narrazione è essenziale e fortemente empatica, non c'è distanza fisica o emotiva fra lei e Bela, Jota e i bambini, e gli spettatori sono gettati insieme a loro in una situazione senza scampo che è frutto anche di quel contrasto culturale che contrappone all'attaccamento viscerale "latino" alla famiglia l'impegno sociale britannico secondo regole burocratiche rigide che non tengono necessariamente conto delle umanità in gioco. Quel che manca, sembra indicare Rocha de Sousa, è l'ascolto - di qui il titolo del film - e la piccola Lu (interpretata da una bambina realmente priva di udito, Maisie Sly) diventa l'incarnazione e la cartina di tornasole di un problema che riguarda un'intera istituzione (o nazione). I temi e lo stile ricordano il cinema di Ken Loach, ma questa volta il punto di vista è quello dello straniero, trattato letteralmente da corpo estraneo. Ed è sui corpi che la regista lavora per raccontare una storia incisa nella carne dei suoi protagonisti. Nella linearità e nell'approccio semplice e diretto di Rocha de Sousa c'è una disperazione cruda che arriva dritta al cuore. Bela è la star portoghese Lucia Moniz, che molti riconosceranno per il suo ruolo nella commedia romantica Love Actually: il tempo è passato e Lucia porta fieramente le rughe acquisite mettendo a disposizione della storia il suo volto senza trucco e senza inganno. La sua battaglia contro un sistema che rimane sordo e che invece di procurare assistenza sottrae giovani vite ai genitori è una fatica di Sisifo, un'arrampicata su un vetro opaco e ottuso.
Listen è un film fragile, narrativamente e produttivamente, ma con una sua umanità struggente. Non c'è molto di radicalmente innovativo o di stilisticamente rivoluzionario nella regia e nella scrittura di Rocha de Sousa, ma c'è una determinazione tranquilla che coincide con quella di Bela, disarmata e irriducibile. E il punto di vista silenzioso di Lu fa da controcanto al contrasto stridente fra due lingue - l'inglese e il portoghese - proponendo una terza via che sa andare oltre le barriere semantiche e trovare nel non detto una sintesi e una comprensione più profonda.
Al momento non sono disponibili informazioni sulla trama.
Un dramma costruito sul disorientamento, su personaggi spiazzanti, che dobbiamo imparare a conoscere per trovare un punto di equilibrio nella comprensione. C'è una famiglia al centro di Listen, primo lungometraggio di Ana Rocha de Sousa (visto a Venezia Orizzonti 77 e ora disponibile su MioCinema): madre, padre, un bimbo di pochi mesi, un adolescente riccioluto e occhialuto, dall'aria vivace ma sempre [...] Vai alla recensione »
Il titolo, che potrebbe essere interpretato in forma imperativa, è in realtà una supplica, una richiesta accorata a essere ascoltati da parte di persone accomunate da un deficit comunicativo in vario grado invalidante. Lo chiede Lu, bimba sorda, figlia di una coppia portoghese immigrata a Londra; ma lo invocano anche i genitori, Bela e Jota, costretti dalle circostanze a rivolgersi ai servizi sociali [...] Vai alla recensione »
Periferia londinese, Bela e Jota sono due immigrati portoghesi: lei fa la signora delle pulizie presso una ricca famiglia, lui l'aiutante in una falegnameria con un padrone che non paga; entrambi si barcamenano come possono per crescere i loro tre figli. Bastano queste poche informazioni per notare in Listen i topoi narrativi del film à la Ken Loach, regista da sempre concentrato sul racconto delle [...] Vai alla recensione »
Dopo aver visto i film di Ken Loach -non tutti per spontaneo desiderio o curiosità, il regista è molto coccolato dai festival, quindi lo spettatore di professione non riesce a schivare nulla -sappiamo che i servizi sociali britannici sono al tempo stesso poco efficienti e invadenti. Costringono i vecchietti a lavorare troppo a lungo, e a combattere con il computer per esenzioni e visite mediche (i [...] Vai alla recensione »
In una zona periferica di Londra, Bela e Jota, una coppia portoghese con tre bambini, fatica a far quadrare i conti. Quando a scuola si verifica un malinteso con la loro figlia sorda, i servizi sociali si mostrano preoccupati per le condizioni in cui vivono i bambini. Il film racconta l'instancabile battaglia contro la legge di questi genitori migranti che vogliono tenere insieme la propria famiglia. [...] Vai alla recensione »
Un film che è un pugno nello stomaco. Una famiglia portoghese, immigrata e povera, che vive nella periferia londinese si vede sottrarre i tre figli dagli assistenti sociali. Una delle bimbe è affetta da sordità e può comunicare soltanto con la mamma, a gesti. Come farà ora, con una burocrazia gelida, incurante dei rapporti umani, che fa di tutto per separarli? Sembra un film di Loach, con lo spettatore [...] Vai alla recensione »
Non c'è tregua per chi soffre. Ne sapeva qualcosa Daniel Blake e il pubblico che aveva assistito a quel dramma, uscendone a sua volta con il trauma di un pugno sferrato in pieno volto e la consapevolezza di aver guardato la realtà dritta negli occhi, senza che forme di edulcorazione ne attenuassero i contorni. Con Listen di Ana Rocha de Sousa si torna alla medesima dimensione di terremotati dei sentimenti [...] Vai alla recensione »
Sono portoghesi. Ma soprattutto sono poveri. Bela e Jota, interpretati magistralmente da Lucia Moniz e Ruben Garcia, sono una coppia con tre figli. La loro vita da immigrati, nella periferia di Londra, non è facile: lui ha perso il lavoro e lei fa la donna delle pulizie, costretta a rubare nei supermercati per sfamare i suoi bambini. Alle calcagna hanno gli assistenti sociali.
Leone del Futuro e Premio della Giuria di Orizzonti al festival di Venezia, l'opera prima della cineasta portoghese Ana Rocha de Sousa racconta la storia di Bela (Lúcia Moniz) e Jota (Ruben Garcia), una coppia di genitori immigrati a Londra, che fatica a far quadrare i conti e ad offrire una vita dignitosa ai propri figli, tanto da dover fare i conti con i servizi sociali.
Ci sono film che chiedono di prendere una posizione e di schierarsi. È quello che accade con l'opera prima di Ana Rocha de Sousa che mette in scena una situazione, solo all'apparenza sfumata, per evidenziare l'iniquità della normativa inglese in merito all'assistenzialismo alle famiglie indigenti con a carico minori. Al centro del racconto c'è una coppia di immigrati portoghesi con tre figli che vive [...] Vai alla recensione »
Londra, oggi. Bela e Jota sono immigrati portoghesi con tre figli: la loro situazione economica e un episodio scolastico sovrastimato fanno intervenire i servizi sociali; di qui la lotta dei due per mantenere la potestà genitoriale e conservare l'integrità del nucleo. Dramma sociale che, memore della lezione di Ken Loach, attraverso l'esposizione emotivamente coinvolgente di una storia ritagliata dalla [...] Vai alla recensione »
Nel sottogenere di drammi familiari dedicati a genitori che cercano di riavere figli strappati loro via dal sistema, un piccolo canone esplorato negli anni sia dalle produzioni "alte" che dai canoni televisivi, Ana Rocha de Sousa esordisce con un piccolo film (che le è valso abbastanza sorprendentemente il Leone del futuro e il premio della giuria di Orizzonti) che non rinuncia alle stazioni abituali [...] Vai alla recensione »
Il tema della genitorialità e delle relazioni educative unisce alcune delle pellicole di Venezia 77. La regista e attrice portoghese Ana Rocha de Sousa ci racconta, in Listen, sua opera prima, una storia di connazionali emigrati da tempo in Inghilterra che si trovano in difficoltà economica. In una zona periferica di Londra, Jota e Bela, artista disoccupato lui e donna delle pulizie lei, fanno del [...] Vai alla recensione »