"Days": perché lasciarsi tentare da un film antispettacolare
di Gabriele Porro Cult Week
Che cosa racconta davvero Days, l'ultimo film del 64enne regista taiwanese, di origine malese, Tsai Ming-Liang, di cui molti ricorderanno il Leone d'oro 1994 per il poetico e malinconico Vive l'Amour, o Il gusto dell'anguria o ancora il più recente Stray Dog, pure premiato alla Mostra di Venezia? Secondo i canoni di uno spettatore occidentale poco, quasi nulla. Due uomini sono mostrati a lungo nel film nelle loro vite parallele, assai diverse e non solo per l'evidente divario socio-economico: l'uno, il cinese Kang (Lee Kang-sheng, attore simbolo e partner storico del regista), è prima ripreso in diversi momenti contemplativi nella sua casa bellissima immersa nella foresta, ma presto lo vediamo aggirarsi, in cerca di sollievo per i dolori alla testa e al collo, in una città caotica (Bangkok). [...]
di Gabriele Porro, articolo completo (5598 caratteri spazi inclusi) su Cult Week 21 ottobre 2021