Non era l'idea di partenza. Cinema, voleva fare Jarmusch, di alto livello. Impadronendosi spudoratamente di materiali di una mitologia consolidata, intendeva dare lezione di cinema. C'è riuscito. Pretenzioso com'è, nell'illusione di dirigerle, imbarcò una manica di "primedonne" ciascuna delle quali si è ritenuta in diritto di dare spettacolo a modo suo. Reggono un film che non merita di essere disprezzato.
Zelda Wilson (Tilda Swinton), aspetto malaticcio e colorito cadaverico di chi frequenta l'oltretomba. Si diverte a cimare zucche polverose con la scioltezza e la precisione di un sabreur.
Steve Buscemi - il Kruscev di Morto Stalin se ne fa Un Altro - non si contenta di fare il razzista di campagna. Ostenta un cappellino rosso che lo rende iconico nel pianeta. Fashionable, aggiustate la scritta e sarà vostro.
Avesse voluto montare una triste storia della provincia americana, parabola e simbolo di tutte le nequizie, Jarmusch avrebbe richiamato in servizio solo Paterson, qui con l'uniforme dell' officer Ronald Peterson (sic, c'è un limite alla fantasia?). Basta guardarlo Adam Driver, anche quando non fa o non dice niente. Se, poi, apre bocca per sentenziare sulle profondità del banale, il buon umore è assicurato.
Precisino, Ronnie, ripulisce il machete dopo aver mozzato il collo a scopo profilattico ai tre malcapitati ragazzotti. Composto e distaccato - molto di più che Giuditta con Oloferne - mostra impassibile la testolina di Serena Gomez che anche in quella posizione ammicca vezzosa.
Bill Murray gli fa da spalla da par suo, lo immette nelle situazioni, lo provoca alle sue gelide costatazioni. Un duo di comici al quale, come spesso, si affianca un terzo balordo, Mindy Morrison (Chloe Sevigny), poliziotta debole di nervi e di... stomaco.
Dobbiamo davvero parlare di ironia e di pessimismo apocalittico?
"What an asshole, Jim" stabilisce autorevolmente Bill Murray. E per informarvi, addirittura interrompe il racconto. Un "meta" e qualcosa ossia uno scherzo nello scherzo per farvi capire che si tratta di uno scherzo.
Jarmusch non differisce tanto da noi.
L'incombere della catastrofe ambientale: chi non ci pensa nel tempo libero quando si può fare l'ecologista? Igienista e salutista, addita gli effetti deleteri anche estetici degli eccitanti e dell'alcool. Vegetariano, se non vegano, vi porta al disgusto per quel neo-zombi che addenta vorace un arto sanguinolento, siate sicuri che dopo certe visioni guarderete con altri occhi un piatto di frattaglie o una fricassea. Animalista, sicuro, chi può rubare un pollo e gustarselo bramosamente se non un barbone inselvatichito e fuori di testa (Tom Waits)?
Un contagio degli zombi non è da temere in quanto con le nostre angosce attuali e concrete abbiamo ben degli anticorpi. Tuttavia, qualcosa ve l'attacca, Jim. L'avanzare di quelle larve barcollanti al chiarore dei wattsapp. Ebbene, un po' di panico e qualche ribrezzo per noi stessi riesce a suscitarli.
Fate finta di niente. Del resto, come Ronnie, sapevate già tutto.
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