Titolo originale | Katsuben! |
Anno | 2018 |
Genere | Commedia |
Produzione | Giappone |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Masayuki Suo |
Attori | Ryô Narita, Yuina Kuroshima, Kengo Kora, Mao Inoue, Sôsuke Ikematsu Fumiyo Kohinata, Nozomi de Lencquesaing, Bokuzo Masana, Kanro Morita, Masatoshi Nagase, Takuma Otoo, Miki Sakai, Songha, Hiromasa Taguchi, Masaaki Takarai, Naoto Takenaka, Yutaka Takenouchi, Yu Tokui, Eri Watanabe, Kôji Yamamoto. |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 settembre 2019
CONSIGLIATO N.D.
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Talking the Pictures è un omaggio intriso di malinconia alla figura del benshi, cancellata dall'incedere inevitabile del progresso tecnologico. Se il resto del mondo ha infatti gradualmente abbandonato il cinema muto nel 1927, con l'introduzione del sonoro, in Giappone il processo si è svolto più lentamente, protraendo per un decennio la proiezione di film accompagnati dalla presenza di un narratore in sala. Il katsudo benshi era qualcosa più di un semplice narratore: era quasi un attore aggiunto che, al di qua del grande schermo, arricchiva l'esperienza della visione cinematografica coinvolgendo direttamente il pubblico. La performance del primo benshi della storia, Ueda Hoteiken, fu al Nanchi Theater di Osaka nel 1896.
Masayuki Suo, regista di Talking the Pictures, colloca la vicenda in un momento successivo, circa un secolo fa, quando i benshi erano all'apogeo della loro fama e prestigio.
Il film di Suo ci introduce alla storia di Shuntaro, che da ragazzino sogna di diventare un narratore, fino al momento in cui avrà l'opportunità di sostituire un benshi e realizzare il proprio desiderio. Attorno a lui si muovono le storie di Umeko, figlia di una prostituta, e del poliziotto locale, incubo di Shuntaro ma come lui attratto dalle meraviglie del cinematografo. Il tono è quello della commedia leggera e agrodolce, con toni slapstick, accentuati per sottolineare la collocazione temporale del film e creare un gioco di scatole cinesi tra piano diegetico della narrazione e conoscenza extra-diegetica delle situazioni e della gestualità tipiche del cinema muto. Shuntaro vive così situazioni degne di Buster Keaton, in un contesto che grida a ogni inquadratura il suo amore per le origini della settima arte nel Sol Levante.
Tanta è l'importanza del gesto attoriale che Ryo Narita e Yuina Kuroshima, i protagonisti del film di Masayuki Suo, sono stati scelti dopo aver superato audizioni che si sono svolte per 3 mesi e hanno coinvolto circa 100 candidati per il ruolo principale maschile e 100 candidati per il ruolo principale femminile. Per Suo è un grande ritorno sotto i riflettori, dopo un periodo di relativa penombra seguita all'exploit del 1996 con L'ultimo ballo, meglio noto con il titolo originale di Shall We Dance? anche grazie al fortunato remake hollywoodiano con Richard Gere e Jennifer Lopez. Talking the Pictures ha tutte le carte in regola per riportare in alto il nome del regista, grazie a una storia di intrattenimento edificante, che si rivolge a un pubblico appartenente a diverse generazioni di giapponesi.