francesco gallo
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lunedì 26 novembre 2018
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film per cinefili
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Questo film merita di essere visto più volte.
Criticarlo per la sua debole (volutamente?) trama è financo ingiusto. Esso è un omaggio/critica alla sua giovinezza e al mondo del cinema in cui proprio in quegli anni muoveva i primi passi. Le letture sono molteplici e non tutte banali. Se è evidente il parallelo fra il produttore interpretato da giannini e vittorio cecchigori così come quello fra Luciano ragazzo toscano di piombino e Virzì stesso, altre citazioni/metafore sono molto più sottili. La scena in cui Luciano chiede alla madrina del festival (Ornella Muti) di avere in"dono" le sue mutandine, ottenendo in cambio qualcosa di meglio, è un omaggio ad un meraviglioso sketch televisivo fra la Carrà (che in quella circostanza indossava un pressoché identico abito rosso) e Roberto Benigni.
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Questo film merita di essere visto più volte.
Criticarlo per la sua debole (volutamente?) trama è financo ingiusto. Esso è un omaggio/critica alla sua giovinezza e al mondo del cinema in cui proprio in quegli anni muoveva i primi passi. Le letture sono molteplici e non tutte banali. Se è evidente il parallelo fra il produttore interpretato da giannini e vittorio cecchigori così come quello fra Luciano ragazzo toscano di piombino e Virzì stesso, altre citazioni/metafore sono molto più sottili. La scena in cui Luciano chiede alla madrina del festival (Ornella Muti) di avere in"dono" le sue mutandine, ottenendo in cambio qualcosa di meglio, è un omaggio ad un meraviglioso sketch televisivo fra la Carrà (che in quella circostanza indossava un pressoché identico abito rosso) e Roberto Benigni. Una forse non troppo velata critica a quel cinema d'autore che guarda dall'alto in basso la televisione? Ecco questo film è colmo di "questa roba qua" che a taluni, me compreso, riempe lo sguardo di meraviglia.
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flyanto
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mercoledì 14 novembre 2018
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il cinema come fabbrica di sogni
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“Notti Magiche”, come la magia che il cinema può creare negli individui appassionati di questa forma artistica, facendoli sognare ed agire per riuscire a farne parte.
E’ quello che più o meno viene raccontato nel suddetto film diretto da Paolo Virzì dove, ai tempi dei Mondiali di Calcio dell’anno 1990 , tre giovani con la passione per il cinema e tante speranze si recano a Roma al fine di andare a ritirare l’eventuale premio di un concorso di sceneggiatura cinematografica a cui hanno partecipato. Una volta giunti a Roma ed a contatto con svariate personalità di Cinecittà, i tre ragazzi decidono di non lasciare più la Capitale e di fermarvisi al fine di tentare direttamente la strada del cinema.
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“Notti Magiche”, come la magia che il cinema può creare negli individui appassionati di questa forma artistica, facendoli sognare ed agire per riuscire a farne parte.
E’ quello che più o meno viene raccontato nel suddetto film diretto da Paolo Virzì dove, ai tempi dei Mondiali di Calcio dell’anno 1990 , tre giovani con la passione per il cinema e tante speranze si recano a Roma al fine di andare a ritirare l’eventuale premio di un concorso di sceneggiatura cinematografica a cui hanno partecipato. Una volta giunti a Roma ed a contatto con svariate personalità di Cinecittà, i tre ragazzi decidono di non lasciare più la Capitale e di fermarvisi al fine di tentare direttamente la strada del cinema. Nel corso delle giornate trascorse tra registi, produttori, sceneggiatori, attori e festini vari, i tre ragazzi vivono con entusiasmo l’atmosfera sfavillante ed accattivante, ma tanto abbagliante, del mondo dello spettacolo finchè, delusi da una serie di avvenimenti, ognuno prenderà la propria strada …..
Paolo Virzì racconta il cinema, la forte attrazione che esso, appunto, riesce ad esercitare sulle persone, chi più chi meno, partendo da un incidente stradale in cui un noto produttore, ormai fallito, perde la vita. Da questo evento, andando a ritroso nei fatti, egli presenta le aspirazioni dei tre ragazzi protagonisti, più precisamente di due giovani provenienti dalle più svariate regioni d’Italia e di una ragazza già residente a Roma, ma in rotta con la facoltosa famiglia, che in ogni modo si adoperano al fine di entrare a fare parte del rutilante mondo del cinema. Questo mondo tanto affascinate quanto, appunto, abbagliante viene da Virzì descritto con precisione unita, come sempre, ad un’ironia sottile, ed il ritratto che il regista consegna al pubblico è ambivalente: da una parte la bellezza ed il fascino indiscutibili del mondo dello spettacolo, bellezza e fascino dovute alle menti ed alle figure per lo più originali, aperte e dotate di chi vi lavora e ne fa parte, dall’altra, il rovescio della medaglia e, cioè, la boriosa presunzione, l’egoismo e l’amoralità di molti autori e personaggi che portano a generare false promesse e grandi illusioni in coloro che ingenuamente ed ancora poco avvezzi all’ambiente vi si avvicinano. Pertanto, “Notti Magiche” è un’evidente ed esplicita dichiarazione d’amore da parte di Virzì verso il mondo del cinema ma anche un giudizio ed un avvertimento severo a non lasciarvisi troppo invischiare ed illudere perché tale espressione artistica è capace, appunto, di creare solo dei grandi ed irraggiungibili sogni.
Ben diretto e sceneggiato e soddisfacentemente interpretato da attori nostrani ancora poco conosciuti, “Notti Magiche” è un film consigliabile, sebbene non uno dei migliori di Paolo Virzì
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spettatorpensoso
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lunedì 12 novembre 2018
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sorprendente!
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sono andato convinto, con compagnia di amici, a vedere un distensivo e leggero commediasimilgiallo. E si, la commedia c'è, ma a poco a poco diventava la sorpresa di scoprire un film sul cinema italiano sì ambientato negli anni '90, ma attualissima parabola nella parodia del mondo cialtronesco e fasullo del circo che gira intorno alla presunta operazione artistica... per aver vissuto un po' di sguincio quel mondo ho trovato straordinaria la vivacità della pittura, passando velocemente da una aspetto all'altro, da un ambiente all'altro, non riparmiando nulla e nessuno. Certo, autoreferenziale perchè fatto dal di dentro, ma per me questo è il bello.
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sono andato convinto, con compagnia di amici, a vedere un distensivo e leggero commediasimilgiallo. E si, la commedia c'è, ma a poco a poco diventava la sorpresa di scoprire un film sul cinema italiano sì ambientato negli anni '90, ma attualissima parabola nella parodia del mondo cialtronesco e fasullo del circo che gira intorno alla presunta operazione artistica... per aver vissuto un po' di sguincio quel mondo ho trovato straordinaria la vivacità della pittura, passando velocemente da una aspetto all'altro, da un ambiente all'altro, non riparmiando nulla e nessuno. Certo, autoreferenziale perchè fatto dal di dentro, ma per me questo è il bello. In questo ritmo, anche la parte del bravissimo Herlitzka , cui è affidata la rischiosa 'tiritera' - che tale non è, anzi.... - sui contenuti , che potrebbe diventare noiosa e pedante, tiene benissimo. I caratteri e gli ambienti sono drammaticamente realistici, e la loro superficialità è assolutamente a tono. inaspettato il ruolo di pensatore del capitano dei carabinieri, altra chicca nella sorpresa. E, incredibilmente, una volta tanto c'è un film che sa come finire...e far riflettere senza accorgersi delle due ore che passano con gran divertiimento e leggerezza.
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