great steven
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martedì 21 giugno 2022
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eastwood non sbaglia un colpo!
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IL CORRIERE – THE MULE (USA, 2018) di CLINT EASTWOOD. Con CLINT EASTWOOD, BRADLEY COOPER, MICHAEL PENA, DIANNE WIEST, IGNACIO SERRICCHIO, ALISON EASTWOOD, TAISSA FARMIGA, ANDY GARCIA, LOREN DEAN, LAURENCE FISHBURNE, VICTOR RASUK, CLIFTON COLLINS JR., EUGENE CORDERO ● Il 90enne Earl Stone, veterano di guerra e dongiovanni impenitente, ha dedicato la vita alla coltivazione dei fiori, trascurando la moglie da cui è divorziato da moltissimi anni e anche la figlia, che non gli rivolge più la parola da quando non si è presentato al suo matrimonio. Con l’arrivo delle moderne tecnologie e di Internet, si ritrova costretto a far pignorare il suo negozio e a vendere tutto.
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IL CORRIERE – THE MULE (USA, 2018) di CLINT EASTWOOD. Con CLINT EASTWOOD, BRADLEY COOPER, MICHAEL PENA, DIANNE WIEST, IGNACIO SERRICCHIO, ALISON EASTWOOD, TAISSA FARMIGA, ANDY GARCIA, LOREN DEAN, LAURENCE FISHBURNE, VICTOR RASUK, CLIFTON COLLINS JR., EUGENE CORDERO ● Il 90enne Earl Stone, veterano di guerra e dongiovanni impenitente, ha dedicato la vita alla coltivazione dei fiori, trascurando la moglie da cui è divorziato da moltissimi anni e anche la figlia, che non gli rivolge più la parola da quando non si è presentato al suo matrimonio. Con l’arrivo delle moderne tecnologie e di Internet, si ritrova costretto a far pignorare il suo negozio e a vendere tutto. Non gli rimane che un pick-up scassato ma ancora ben funzionante, e d’altro canto Earl è sempre stato un guidatore attento e prudente. Motivo per cui un tale gli propone un lavoro assai remunerativo: trasportare carichi di un materiale non meglio precisato dall’Illinois al Texas per conto di alcuni messicani, i quali gli impongono di rendersi reperibile a qualsiasi ora del giorno e della notte e di non fare nessuna domanda sul contenuto dei carichi. Earl esegue con perizia le sue mansioni e viene puntualmente ricompensato con grosse somme di denaro, ma alla terza corsa la curiosità lo vince: scopre così di lavorare agli ordini di un cartello di narcotrafficanti, gestito da un anomalo boss edonista e buongustaio. Intanto la DEA, nelle vesti di un solerte agente scelto e del suo aiutante sul campo, reclutano un ragazzo messicano affinché fornisca loro informazioni utili sui movimenti del misterioso corriere che trasporta carichi di droga sempre più grossi da uno Stato all’altro, senza sospettare che si tratta di un uomo anziano che, pur sapendo ormai di lavorare alle dipendenze della malavita organizzata, continua a non fare domande e a procedere con le spedizioni. Un improvviso malore della moglie di Earl lo porterà a deviare dal percorso della corsa, con conseguenze implacabili ed estremamente pericolose per la sua persona. Ma almeno l’ex fioraio troverà un’occasione importante per riconciliarsi in modo definitivo con i suoi familiari.
La storia, verificatasi realmente, è tratta da un articolo del New York Times scritto da Sam Dolnick (The Sinaloa Cartel’s 90-year-old Drug Mule), cui ha posto mano lo sceneggiatore Nick Schenk. Da notare che questo film esce undici anni dopo Gran Torino, annunciato e accolto come il testamento del grande Eastwood. Per fortuna non lo è stato, perché ci sono stati altri otto film in mezzo. L’attore-regista interpreta qui un personaggio piuttosto vicino, come carattere ed inclinazioni, a Walt Kowalski, un uomo di principi tutt’altro che sani, politicamente scorretto, egoista e razzista, irresponsabile, ma alla fine simpatico e non cattivo, il che gli permette di prendersi in giro e divertirsi divertendo anche il pubblico, in una sequenza ininterrotta di battute caustiche e situazioni imprevedibili, sempre al centro dell’azione. Il tema della denuncia sociale della criminalità, fortificato da un incrollabile senso del dovere, ricorre anche qui a puntare un terribile indice accusatore contro la violenza insensata, le facezie gratuite, l’anarchia dilagante e l’irresolubile fragilità mascherata con atti di forza dei malvagi di turno, in questo caso spietati narcos convinti della propria autoproclamata superiorità perché rassicurati dal fatto di essere in molti e di poter contare sull’impunità avvalendosi di un complice insospettabile. L’esperimento riesce perfetto anche questa volta, ma Clint non dimentica il lato emotivo del suo repertorio cinematografico, inserendo nella trama la vicenda di una famiglia che merita le attenzioni di un nonno, di un marito e di un padre che ha fatto sempre pesare oltre ogni ragionevole misura la sua assenza. Un cast di ottimi interpreti, fra cui spiccano una bravissima D. Wiest e un B. Cooper più morigerato del solito. Forte di una fotografia ombrosa per raccontare sia l’orrore brutale dell’ambiente malavitoso che per tratteggiare a tinte fosche la sofferenza di un nucleo familiare, The Mule si conferma, insieme a Sully, il migliore film di Eastwood del decennio 2010-19.
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francesco izzo
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venerdì 25 giugno 2021
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ancora un bel film del vecchio clint
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Clint Eastwood non è solo capace di trasmettere allo spettatore, attraverso storie diverse in ambientazioni molteplici, i valori ed i sentimenti importanti della vita. È anche bravo, insieme allo sceneggiatore, a dare ritmo e godibilità al film. È bravo qui nel mostrare il disadattamento di un ottantenne nella società digitale, simpatico nelle sue battute, e politically uncorrect - e quindi vero- nelle sue espressioni da vecchio reduce della guerra di Corea vissuto tra piantagioni di fiori nell’Illinois, feste di associazioni reducistiche e vita mondana e di promozione di vendite. Poco presente in famiglia, ripudiato dalla figlia, sconfitto dalla concorrenza su internet, si ritrova per sbarcare il lunario a fare il corriere di cocaina per un cartello messicano.
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Clint Eastwood non è solo capace di trasmettere allo spettatore, attraverso storie diverse in ambientazioni molteplici, i valori ed i sentimenti importanti della vita. È anche bravo, insieme allo sceneggiatore, a dare ritmo e godibilità al film. È bravo qui nel mostrare il disadattamento di un ottantenne nella società digitale, simpatico nelle sue battute, e politically uncorrect - e quindi vero- nelle sue espressioni da vecchio reduce della guerra di Corea vissuto tra piantagioni di fiori nell’Illinois, feste di associazioni reducistiche e vita mondana e di promozione di vendite. Poco presente in famiglia, ripudiato dalla figlia, sconfitto dalla concorrenza su internet, si ritrova per sbarcare il lunario a fare il corriere di cocaina per un cartello messicano. Ma questo non scalfirà il suo amore per la famiglia, e rischierà la vita pur di essere presente al capezzale della moglie. Come al solito efficace, bello nella sua schiettezza, coinvolgente. Bravo Clint ancora una volta!
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fabio 3121
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lunedì 21 giugno 2021
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un vecchio floricoltore si ricicla in corriere
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il film è basato sulla vera storia di Leo Sharp qui col nome di Earl Stone interpretato magistralmente da Clint Eastwood nelle vesti anche di regista. All'età di 90 anni e con una casa pignorata, Earl ha girato 41 stati su 50 degli USA per il suo lavoro di floricoltore senza mai prendere una contravvenzione. Viene quindi individuato da un cartello messicano come ideale ed insospettabile corriere della droga per trasportare sul suo pick-up borsoni di cocaina dal Texas a Chigago. Man mano che si susseguono le corse, aumenta il carico così come i suoi compensi che il vecchio utilizza per ristrutturare il centro per reduci della guerra in Corea e per mantenere la nipote al college.
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il film è basato sulla vera storia di Leo Sharp qui col nome di Earl Stone interpretato magistralmente da Clint Eastwood nelle vesti anche di regista. All'età di 90 anni e con una casa pignorata, Earl ha girato 41 stati su 50 degli USA per il suo lavoro di floricoltore senza mai prendere una contravvenzione. Viene quindi individuato da un cartello messicano come ideale ed insospettabile corriere della droga per trasportare sul suo pick-up borsoni di cocaina dal Texas a Chigago. Man mano che si susseguono le corse, aumenta il carico così come i suoi compensi che il vecchio utilizza per ristrutturare il centro per reduci della guerra in Corea e per mantenere la nipote al college. Divorziato e con una figlia che non le parla per non essersi presentato al suo matrimonio, Earl cercherà di riappacificarsi con la sua famiglia. Sulle tracce del vecchio "Tata" ci sono gli agenti della DEA che grazie ad un collaboratore di giustizia cercheranno di arrestare il Mulo. Ottima performance di Clint Eastwood; molto buone anche le interpretazioni di Andy Garcia, Bradley Cooper e Laurence Fishburne nei loro piccoli ruoli secondari. Forte di una solida sceneggiatura, la pellicola, nonostante un ritmo volutamente calmo e lento, ha nei dialoghi al vetriolo e nei sentimenti del protagonista principale il suo lodevole punto di forza. Regia all'altezza della storia. Voto: 7/10.
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dandy
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giovedì 4 febbraio 2021
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"non sono mai stato uno da piano b."
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L'incredibile storia di Leo Sharp,il più anziano corriere di cui si sappia,già raccontata in un articolo del New York Times,è l'occasione per l'88enne Eastwood di tornare ad essere interprete sei anni dopo il mediocre "Di nuovo in gioco" e regista e interprete a un decennio da "Gran Torino",col quale questo film ha numerosi punti in comune:tornano la riflessione sulla vecchiaia,la presa di coscienza dello spreco della propria vita e l'ultima occasione per poter recuperarne il meglio.Anche qui il protagonista è un veterano di Corea,testardo egoista e razzista per ignoranza(aiuta una coppia afroamericana a cambiare la gomma della macchina chiamandoli "negri" con noncuranza).
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L'incredibile storia di Leo Sharp,il più anziano corriere di cui si sappia,già raccontata in un articolo del New York Times,è l'occasione per l'88enne Eastwood di tornare ad essere interprete sei anni dopo il mediocre "Di nuovo in gioco" e regista e interprete a un decennio da "Gran Torino",col quale questo film ha numerosi punti in comune:tornano la riflessione sulla vecchiaia,la presa di coscienza dello spreco della propria vita e l'ultima occasione per poter recuperarne il meglio.Anche qui il protagonista è un veterano di Corea,testardo egoista e razzista per ignoranza(aiuta una coppia afroamericana a cambiare la gomma della macchina chiamandoli "negri" con noncuranza).Ma se in "Gran Torino" la famiglia era descritta come covo di opportunisti insensibili e spregevoli,qui è Earl ad essere stato costantemente una delusione per i suoi cari(prima la moglie,poi la figlia e infine la nipote)e persino nel tentativo di metterci una pezza accentando il nuovo "lavoro" rischierà di perderli per sempre ma ne saprà riconquistare l'affetto mettendo in gioco la propria vita ed assumendosi la responsabilità delle proprie scelte.Eastwood si cala nel personaggio con consueta autoironia:battuta sempre pronta e decadimento fisico fieramente esibito,ma finendo col far(piacevolmente) prevalere la propria leggendaria figura(Earl non si risparmia avventure con donne procaci,anche se afferma che "gli scoppierà il cuore").Ma forse riserva troppo spazio per se sacrificando le figure dei parenti e facendo perdere potenza ai rapporti conflittuali con essi.Sempre eccellente invece la regia ed ottima la direzione degli attori,a partire da una fragile Wiest e un grintoso Garcia,da troppe decadi sacrificato in prodotti insulsi(peccato che il suo personaggio duri poco...).Alison Eastwood è figlia del regista.
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wathan
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mercoledì 14 ottobre 2020
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l''uomo con il fucile può uccidere.. vattene clint!
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Una minestra riscaldatissima fatta con il dado Knorr è l'equivalente confronto gastronomico che si accosta perfettamente a questo film.
Un po' di tempo fa, se alla visita di leva militare veniva barrata la casella della truffaldina domanda "Ti piacciono i fiori?", contenuta nell'inutile questionario,l'ingenuo giovanotto di turno poteva forse sgabellarsela non prima però di aver fatto una visitina all'ospedale psichiatrico, caro Clint. Che poi cosa c'è di male mi domando...ai tempi di mio padre addiritura c'era chi si fratturava le dita pur di evitare...
Sì, mi riferisco ad ingenuità e scontatezza nel vedere il protagonista di questo film, Earl Stone un vecchio reduce della guerra in Corea, ma vah! che mette in primo piano il lavoro di fiorista, tralasciando da sempre la vita familiare; il lavoro prima di tutto questa è la filosofia giusta, d'altronde quando era giovane Earl macinava un casino di chilometri per far arrivare in tempo il profumato prodotto.
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Una minestra riscaldatissima fatta con il dado Knorr è l'equivalente confronto gastronomico che si accosta perfettamente a questo film.
Un po' di tempo fa, se alla visita di leva militare veniva barrata la casella della truffaldina domanda "Ti piacciono i fiori?", contenuta nell'inutile questionario,l'ingenuo giovanotto di turno poteva forse sgabellarsela non prima però di aver fatto una visitina all'ospedale psichiatrico, caro Clint. Che poi cosa c'è di male mi domando...ai tempi di mio padre addiritura c'era chi si fratturava le dita pur di evitare...
Sì, mi riferisco ad ingenuità e scontatezza nel vedere il protagonista di questo film, Earl Stone un vecchio reduce della guerra in Corea, ma vah! che mette in primo piano il lavoro di fiorista, tralasciando da sempre la vita familiare; il lavoro prima di tutto questa è la filosofia giusta, d'altronde quando era giovane Earl macinava un casino di chilometri per far arrivare in tempo il profumato prodotto. Ma lo sappiamo, i tempi cambiano e quando il suo negozio viene pignorato sente la necessità di far pace con i propri cari.
Così determinato a metterci una pezza, si presenta vestito a puntino al brunch prematrimoniale della nipote Ginny e di lì a poco farà la conoscenza con l'amico di Mike, il futuro sposo della nipote. L'amico gli propone un lavoro facile per far soldi consegnando a sua insaputa con il pick-up,ingenti quatità di droga.
A Earl cioè Clint Eastwood il ruolo da duro gli è sempre calzato a pennello, ma ormai a 88 anni suonati fatica a reggere il confronto con il passato,e poi basta per la miseria... lo sanno tutti ormai che il regista vota per la Repubblica non c'è necessità di soccorerre un negro rimasto in panne sull'autostrada, il povero afroamericano incassa l'offesa "del negro" perchè sa che in fondo il vecchietto è di animo buono e farà di tutto per toglierlo dai pasticci.
In un primo momento, quando viene a conoscenza del prezioso carico che trasporta prova in tutti modi a rifiutare il lavoro, ma quelli della narcos soddisfatti del nuovo corriere (un vecchio che non sa usare uno smartphone), riescono a convincerlo con i soldi, e al potere benefico che porteranno alla sua famiglia.
Il film fila via liscio come l'olio e non annoia fortunatamente, bisogna fare i conti però con molti dialoghi da schiaffi, i soliti sguardi da duro dell'anziano fiorista ed un finale non scontato, qualcosa di più... ma di questo ormai il cinema americano ci ha assuefatti da tempo.
Il film è guardabile e basta i capolavori sono altri.
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onufrio
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sabato 25 aprile 2020
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clint mai domo
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Testamento (definitivo?) del Clint Eastwood attore, che all'età di 88 anni realizza questo film nei doppi panni di regista e attore protagonista. Come sempre le storie di Clint hanno quel sapore di realtà e drammaticità di una vita vissuta. In questa pellicola ricopre i panni di Earl, vecchio floricoltore ormai fuori dagli affari e che per puro caso diventa corriere per uno dei cartelli della droga messicana.
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ganesh
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sabato 28 marzo 2020
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il repubblicano indefesso...
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Non ero voluto andare a vederlo al cinema, sono stato costretto a farlo, complice il coronavirus, solo ora, e non mi pento di non averlo fatto prima; leggo recensioni estatiche ed estasiate su questo ultimo grande film del grande vecchio, io ho visto la, bellissima dal punto di vista cinematografico senza dubbio, pellicola e quello che mi resta è l'esaltazione di una brutta persona, puttaniere, egoista ed egocentrico, che dopo non essere riuscito a evitare il fallimento e avere prodotto solo dolore nei sui cari trasporta, coscientemente, alcuni quintali di droga non creandosi minimamente il problema di chi quella droga userà, fosse pure la sua adorata nipote, felice di potere andare a troie e godere degli agi del suo "padrone" salvo poi, negli ultimi esatti due minuti di film, dire di essere colpevole e tornare e a coltivare fiori, tutto questo mentre intanto il denaro guadagnato con la morte dei tossici resta alla sua famiglia.
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Non ero voluto andare a vederlo al cinema, sono stato costretto a farlo, complice il coronavirus, solo ora, e non mi pento di non averlo fatto prima; leggo recensioni estatiche ed estasiate su questo ultimo grande film del grande vecchio, io ho visto la, bellissima dal punto di vista cinematografico senza dubbio, pellicola e quello che mi resta è l'esaltazione di una brutta persona, puttaniere, egoista ed egocentrico, che dopo non essere riuscito a evitare il fallimento e avere prodotto solo dolore nei sui cari trasporta, coscientemente, alcuni quintali di droga non creandosi minimamente il problema di chi quella droga userà, fosse pure la sua adorata nipote, felice di potere andare a troie e godere degli agi del suo "padrone" salvo poi, negli ultimi esatti due minuti di film, dire di essere colpevole e tornare e a coltivare fiori, tutto questo mentre intanto il denaro guadagnato con la morte dei tossici resta alla sua famiglia.
Non ci posso fare niente, Eastwood è bravo ma rappresenta tutto quello che dell'America non mi piace...
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[+] ma dici sul serio o è una burla?
(di clintrenato)
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elgatoloco
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lunedì 23 marzo 2020
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the mule ancora una volta grande clint, completo
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"The Mule"(2018, Clint Eastwood, ispirato alla storia vera di Leo Sharp, reduce dalla Guerra Mondiale, ovviamente la seconda, che qui diventa un reduce dalla Guerra di Corea, dunque di poco più di un lustro successiva), come"Richard Jewell"è un ulteriore superbo esempio di"epopea dei vinti, dei trascurati", di coloro che non sono"politicamente corretti", come appunto il film del 2019 di cui favevo menzione, incentrato su un poliziotto poi retrocesso a guardiano, poi eroe e poi invece accutato di un attentato grave. scagionato dopo infinte peripezie. Qui il processo è inverso: il veterano, autortrasportatore per tutta la vita, si trova in una situazione difficile(ha la casa pignorata) e accetta di tornare, in tarda età, a lvaorare sulla strada, trasportando una merce che dapprima non riconosce e poi invece, casualmente, scopre quale cocaina e farà vari vaiggi per un cartello, venendo pagato lautamente e, dopo essere tornato in famiglia per assistere la moglie, gravemente malata, anzi terminale, fino al funerale e poi per prendere parte alla cerimonia di laurea della nipote, finché, durnate l'ultimo viaggio, viene"beccato"da un agente della DEA e come tale tradotto in carcere nonostnate la tarda età.
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"The Mule"(2018, Clint Eastwood, ispirato alla storia vera di Leo Sharp, reduce dalla Guerra Mondiale, ovviamente la seconda, che qui diventa un reduce dalla Guerra di Corea, dunque di poco più di un lustro successiva), come"Richard Jewell"è un ulteriore superbo esempio di"epopea dei vinti, dei trascurati", di coloro che non sono"politicamente corretti", come appunto il film del 2019 di cui favevo menzione, incentrato su un poliziotto poi retrocesso a guardiano, poi eroe e poi invece accutato di un attentato grave. scagionato dopo infinte peripezie. Qui il processo è inverso: il veterano, autortrasportatore per tutta la vita, si trova in una situazione difficile(ha la casa pignorata) e accetta di tornare, in tarda età, a lvaorare sulla strada, trasportando una merce che dapprima non riconosce e poi invece, casualmente, scopre quale cocaina e farà vari vaiggi per un cartello, venendo pagato lautamente e, dopo essere tornato in famiglia per assistere la moglie, gravemente malata, anzi terminale, fino al funerale e poi per prendere parte alla cerimonia di laurea della nipote, finché, durnate l'ultimo viaggio, viene"beccato"da un agente della DEA e come tale tradotto in carcere nonostnate la tarda età. Clint superbo anche come attore, è regista completo, che sa darci il dramma sentimentale-familiare nell'accezione migliore del termine e nel dramma è"sussunto"(incluso)anche il film poliziesco, con ovvi momenti di suspense mai"cercata"o indebitamente accentuata, un politiesco certo non"noir", smpee appunto nell'ottica dell'epopea dei"vinti", dove Eastwood, politicamente conservatore ma"libertarian", à la Barry Goldwater ossia per nulla legato al moralismo religioso di certi gruppi, difende libertà sessuale e altro(nel film il reduce dice tranquillamente, ma senza offesa"lesbiche"ad alcune mtociclistte bardate di tutto punto e programmaticamente LGTB), realizzat un film decisamente"on the road", ma lontanissimo tatnto dall'"on the road"di Jack Keroauc ma tanto pià da"Easy Rider", che era il film dell'epopea hippie, contrappoenndovi l'epopea del veterano"giramondo"o almeno "girastates". Straordinario attore, Clint, ancora una volta, in un film che vede come altri interpreti Andy Garcia, Bradley Cooper, ma anche , propro nel ruolo della figlia, non casualmente, , la figlia di Clint, Alison Eastwood. El Gato
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johseph
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venerdì 20 marzo 2020
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la coscienza di eastwood
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Eastwood scrive un soggetto che reincarna la maggior parte degli uomini. Magari disertare il matrimonio e il battisimo di tua figlia proprio no, ma godersi a pieno la vita anche dopo aver messo su famiglia non sarebbe poi cosi malvagio. I soldi facili fanno gola a tutti, ma ci vuole una bella dose di coraggio per entrare in alcuni contesti. Il finale lo voglio immaginare in questo modo. Anche se tata è riuscito a riunirsi con la famiglia, probabilmente ha pensato di finire la sua vita in carcere da solo, come ha sempre vissuto. Tra fiori viaggi, e pensieri. Buon film.
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tyler durden 76
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lunedì 4 novembre 2019
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un mito... grazie ancora clint!
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Mystic river, Million Dollar baby, Gran Torino, American sniper ed ora questo The Mule - Il Corriere... che dire, Clint Eastwood è realmente quello che viene definito un MITO VIVENTE ! In questi suoi ultimi film da regista mi ha sempre colpito con i suoi racconti spesso scarni, politicamente scorretti e drammatici, ma alla fine ha sempre mostrato una grande empatia con lo spettatore e sopratutto con la vita! Arriverà il giorno in cui ci mancherà e tanto questo fottutissimo MAESTRO DEL CINEMA MONDIALE! Grande Clint p.s. ovviamente The Mule è un film imperdibile!
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