gustibus
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giovedì 21 marzo 2019
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eastwood al 100%
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In ritardo,ma eccomi per recensire la mia icona "Clint Eastwood"dal 1964.Questo soggetto poteva essere diretto solo da lui.Clint bisogna amarlo cosi'!Il personaggio Leo Earl e'un "vecchio"80anni?...ma lui lo interpreta e ne a 90!quindi sembra reciti,ma anziano lo e'davvero.Fa il corriere per un cartello messicano della droga per necessita',introduce all'interno il tema "famiglia"moglie e figlia che per gli ultimi 15anni aveva snobbato.Colpe tantissime!Ma Eastwood in mezzo a questo pessimismo personale,crea come sa fare solo lui POESIA..si viene da ridere,si parla di droga,di spaccio,di FBI che e'alla ricerca di questo corriere che trasporta chili di droga.
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In ritardo,ma eccomi per recensire la mia icona "Clint Eastwood"dal 1964.Questo soggetto poteva essere diretto solo da lui.Clint bisogna amarlo cosi'!Il personaggio Leo Earl e'un "vecchio"80anni?...ma lui lo interpreta e ne a 90!quindi sembra reciti,ma anziano lo e'davvero.Fa il corriere per un cartello messicano della droga per necessita',introduce all'interno il tema "famiglia"moglie e figlia che per gli ultimi 15anni aveva snobbato.Colpe tantissime!Ma Eastwood in mezzo a questo pessimismo personale,crea come sa fare solo lui POESIA..si viene da ridere,si parla di droga,di spaccio,di FBI che e'alla ricerca di questo corriere che trasporta chili di droga.Che fa?si dichiara colpevole!perche'per togliersi qualche colpa doveva assistere al funerale della moglie ,andando contro le direttive mortali dei narcos.Pacifico va in galera e con tranquillita'Siamo dalle parti di Gran Torino il suo film interpretato nel 2008.Questo non e'il suo miglior film,ma sembra stia preparando il "gran finale"della sua carriera e della sua vita.Ma nn ha finito,Ce'una altro film in arrivo sui Navy Seals.Sicuramente defraudato dell'oscar per Mistic River(*****)credo che sia gia'da premio dirigere e interpretare a 90anni veri un film.Ricordo "Sul lago dorato"una cosa simile.Godiamoci Eastwood ancora,potrebbe riservare enormi sorprese.Il suo cinema e'poesia vera e rimarrà nella storia.Da vedere..sempre!
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mauridal
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giovedì 21 marzo 2019
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grande vecchio yankee.
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GRANDE VECCHIO YANKEE, non smentisce il suo ruolo di americano del nord che sempre reduce di qualche guerra si ritrova a sfuggire a sé stesso in una patria di vecchi che però di eroico non hanno niente. Anzi difendono quel poco di ricchezza dei fondi pensione americani che permettono alle classi medie di sopravvivere. Quando per caso o per motivi di crisi economica le cose vanno male allora per uno come il personaggio che Clint ha scelto di essere ovvero il floricoltore , non resta che lasciarsi tentare dall’unica attività redditizia che resiste nel mondo , il traffico di droga.
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GRANDE VECCHIO YANKEE, non smentisce il suo ruolo di americano del nord che sempre reduce di qualche guerra si ritrova a sfuggire a sé stesso in una patria di vecchi che però di eroico non hanno niente. Anzi difendono quel poco di ricchezza dei fondi pensione americani che permettono alle classi medie di sopravvivere. Quando per caso o per motivi di crisi economica le cose vanno male allora per uno come il personaggio che Clint ha scelto di essere ovvero il floricoltore , non resta che lasciarsi tentare dall’unica attività redditizia che resiste nel mondo , il traffico di droga.
Ma Clint il sicuro ispettore difensore della legge , il reduce il vecchio americano soldato di tutte le guerre giuste e ingiuste, non poteva cedere ai cartelli per giunta messicani consapevolmente. Allora la trovata geniale del racconto vuole Clint inconsapevole corriere , mulo appunto di partite incredibili di droga che trasporta da prudente autista di furgoni neri pur di guadagnare denaro sporco ma da innocente inconsapevole. Dunque il vecchio Clint salva la faccia pulita di una figura di un vecchio che una volta appresa la verità di ciò che faceva ovvero il corriere di droga, non molla ,accetta ancora la sfida di essere un fuorilegge ma per fini giustificabili . Ma la legge? Lo stato , l’America che fine fanno. Il vecchio Clint non dimentica, a dispetto della storia che lo vuole implicato ,difende nel film due altre figure il giovane poliziotto che gli dà la caccia e anche uno dei giovani trafficanti che però non riesce a redimersi nonostante l’esortazione del vecchio gringo a cambiare vita.
Dunque non tutto è perduto alla fine il giovane poliziotto arresta il vecchio mulo , che davanti al giudice si dichiara colpevole di tutte le nefandezze che ha commesso soprattutto quando dopo aver assistito alla morte della sua amata compagna , capisce di non essere stato né marito né padre ma solo un appassionato floricoltore . Un fondo inverosimile per un ex duro come Clint ma intanto la realtà lo vuole in galera a coltivare fiori nelle aiuole del carcere però riconciliato con tutta la sua famiglia figlia e nipote comprese. Cosa ne esce dalla storia del mulo corriere a scopo benefico, una grande interpretazione minimale e sfuggente del grande e vecchio Clint , innanzitutto e infine una faccia di America che si dichiara colpevole di crimini e misfatti compiuti ma solo per l’aspetto che riguarda il tradimento della famiglia che sempre è al primo posto. In definitiva un film che non cambia i ruoli che l’America assegna agli uomini , dunque o poliziotti o fuorilegge , e Clint lo sceriffo non lo ha mai saputo fare..( mauridal).
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guia
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mercoledì 13 marzo 2019
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un film senile
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Il film è eccessivamente lungo, con una foto orrenda (molte le scene sovraesposte e le inquadrature improvvisate), ma è il contenuto a essere decisamente superato. C'è una difesa strenua e ingiustificata dell'uomo bianco e superficiale, cui tutto è permesso: denaro facile, affetti, e persino - a 80 anni - il sesso con giovani donne due alla volta. Tutte le categorie minoritarie sono caratterizzate in maniera grottesca: messicani, lesbiche, afroamericani. Le donne sono prostitute o stupide. Mi sono annoiata e rivoltata sulla poltroncina del cinema per tanta spudoratezza. Un film che Clint Eastwood non aveva bisogno di fare e soprattutto noi di vedere.
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gbavila
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lunedì 11 marzo 2019
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ditelo con un fiore
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Un bel fiore all'inizio e un altro alla fine, così comincia e così finisce il film di Clint Eastwood "Il corriere - the mule", in mezzo c'è molto poco, per giunta poco credibile e mal raccontato. Lui con la sua vecchia maschera, sempre uguale come un'icona, che cita qualche slogan perbenista d'altri tempi e si muove solo in pick up cantando in coro con la radio. E' penoso vedere la caduta di un eroe cinematografico come lui forse solo per sostenere la carriera della figlia che recita come un palo della luce, e per presentare altri piccoli attori bisognosi di affetto per come si riducono a caricature incredibili, che sprizzano durezze assurde su un novantenne o altri banditelli stupidi.
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Un bel fiore all'inizio e un altro alla fine, così comincia e così finisce il film di Clint Eastwood "Il corriere - the mule", in mezzo c'è molto poco, per giunta poco credibile e mal raccontato. Lui con la sua vecchia maschera, sempre uguale come un'icona, che cita qualche slogan perbenista d'altri tempi e si muove solo in pick up cantando in coro con la radio. E' penoso vedere la caduta di un eroe cinematografico come lui forse solo per sostenere la carriera della figlia che recita come un palo della luce, e per presentare altri piccoli attori bisognosi di affetto per come si riducono a caricature incredibili, che sprizzano durezze assurde su un novantenne o altri banditelli stupidi. Quelli buoni poi, i poliziotti, ancora peggio, sembrano seduti dietro a uno sportello di banca ma con macchina fotografica e auto civetta. Finiamo con la ex moglie, sul letto morente e in agonia, con gl occhialoni inforcati chissà perchè. Quanti graffi all'immagine di un grande personaggio che non si dovrebbe prestare a operazioni così bassamente commerciali, bastava il sostegno elettorale a Trump per chiudere in brutezza.
Giuliano Bavila
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taniamarina
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domenica 10 marzo 2019
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la vecchiaia
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Clint Eastwood è davvero invecchiato. E non lo si nota soltanto dal suo corpo nodoso e disidratato dalla vecchiaia, ma anche dalla indigeribile retorica e dall'insopportabile patetismo di questo suo film. Ha tanti sensi di colpa che esorcizza nelle sue stesse pellicole, ma sorge spontanea la domanda: a noi, dopotutto, cosa interessa? Parla in maniera schietta ed infantile delle sue vicissitudini, un film che sembra non lasciare nente se non un patetico testamento. Eppure non è così. La sua ormai celebre esigenza di girare velocemente, costringe gli attori ed anche lo spettatore a vivere una incredibile e surreale vicenda di vita a tratti simpatica e tenera, con sfondo la morte e lo spaccio della droga.
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Clint Eastwood è davvero invecchiato. E non lo si nota soltanto dal suo corpo nodoso e disidratato dalla vecchiaia, ma anche dalla indigeribile retorica e dall'insopportabile patetismo di questo suo film. Ha tanti sensi di colpa che esorcizza nelle sue stesse pellicole, ma sorge spontanea la domanda: a noi, dopotutto, cosa interessa? Parla in maniera schietta ed infantile delle sue vicissitudini, un film che sembra non lasciare nente se non un patetico testamento. Eppure non è così. La sua ormai celebre esigenza di girare velocemente, costringe gli attori ed anche lo spettatore a vivere una incredibile e surreale vicenda di vita a tratti simpatica e tenera, con sfondo la morte e lo spaccio della droga. Diciamocelo: soltanto un regista del suo calibro può creare una tale dissonanza, e si esce dal cinema delusi ma con uno strano senso di vertigine. Forse uno dei suoi peggiori film, ma la sua arte lascia sempre il segno.
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paola d. g. 81
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domenica 10 marzo 2019
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molto bello
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Un Clint in gran forma ci regala una storia emozionante e ricca di spunti di riflessione senza mai cedere ad eccessi. La classe non è acqua.
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writer58
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mercoledì 6 marzo 2019
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tempi supplementari
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“Ho comprato tutto. Solo il tempo non si può comprare”
Earl Stone
Prendi un uomo arrivato alla soglia dei 90 anni, veterano della guerra in Corea negli anni '50, una persona dai vincoli famigliari labili e superficiali, che si ritrova in una situazione economica difficile a causa della crisi recente, un individuo innamorato del suo lavoro (la floricultura) ma carico di debiti, un soggetto ancora vitale che mescola in parti uguali generosità, spirito di indipendenza, pregiudizi razziali e omofobi, anticonformismo, trasgressione delle regole e che ama guidare il suo vecchio pick up lungo le strade che congiungono il Texas con il Michigan attraverso le distese sterminate del midwest statunitense e si otterrà un ritratto abbastanza fedele di Earl Stone, il protagonista dell'ultimo film di Eastwood, “The mule- il corriere”.
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“Ho comprato tutto. Solo il tempo non si può comprare”
Earl Stone
Prendi un uomo arrivato alla soglia dei 90 anni, veterano della guerra in Corea negli anni '50, una persona dai vincoli famigliari labili e superficiali, che si ritrova in una situazione economica difficile a causa della crisi recente, un individuo innamorato del suo lavoro (la floricultura) ma carico di debiti, un soggetto ancora vitale che mescola in parti uguali generosità, spirito di indipendenza, pregiudizi razziali e omofobi, anticonformismo, trasgressione delle regole e che ama guidare il suo vecchio pick up lungo le strade che congiungono il Texas con il Michigan attraverso le distese sterminate del midwest statunitense e si otterrà un ritratto abbastanza fedele di Earl Stone, il protagonista dell'ultimo film di Eastwood, “The mule- il corriere”.
Earl, quando già dovrebbe godere da venti anni della pensione, deve far fronte a una bancarotta imminente: accetta pertanto di lavorare per un cartello di narcotrafficanti messicani, trasportando quintali di cocaina dal sud al nord degli States. La sua età lo mette al riparo da possibili sospetti. L'attività di corriere frutterà a Stone una buona quantità di denaro che lui utilizzerà essenzialmente a scopi benefici: il matrimonio della nipote, le sovvenzioni al centro per veterani che rischia di chiudere. Allo stesso tempo, però, sancirà una debacle morale, un'abdicazione dai principi che regolavano la sua vita e, insieme,un contatto con un'organizzazione estremamente pericolosa e feroce, per nulla incline a perdonare eventuali trasgressioni.
Tratto da una storia vera (quella di Leo Sharp), l'ultima opera di Eastwood rappresenta quasi un lascito, il coronamento di un percorso iniziato più di 50 anni fa con i ruoli di pistolero e detective solitario che, nel corso del tempo, è diventato più sfumato, senza perdere tuttavia il suo tratto di fondo, quello dell'individuo che fa della sua unicità un baluardo e una caratteristica distintiva. In “Gran Torino” il protagonista si sacrifica e viene ucciso per sconfiggere la banda criminale, in “The mule”, Earl Stone usa la sua contiguità con il cartello per riparare ad alcune omissioni ed errori commessi e, arrestato, si dichiara colpevole, rinunciando a proteggersi dietro il pretesto della demenza senile.
Il cinema di Eastwood rimane segnato dal principio “dell'uno contro tutti”, dall'eroe – o antieroe- che si distingue dal conformismo imperante e dal politicamente corretto: un universo in cui conta più ciò che si fa e ciò che si è di ciò che si dice, in cui i protagonisti usano locuzioni scorrette come “negri” o “mangiafagioli”, ma sono disponibili ad aiutare, diffidano di internet ma sono aperti a relazioni vere, commettono errori gravi che riconoscono e a cui cercano di porre rimedio.
“The mule” è un bellissimo film, anche nei suoi momenti meno ispirati: l'apologia della famiglia fatta dal protagonista dopo una vita di lontananza e di disinteresse appare un po' di maniera, il suo coraggio davanti alle pistole dei narcos scarsamente verosimile. Ma sono dettagli che non inficiano la narrazione: una vicenda che scorre lungo la dorsale dell'America, una storia che si svolge al tramonto della vita, quando ci si accorge che il tempo sta per finire e non può essere comprato, una dichiarazione ambivalente di amore verso l'esistenza che si snoda tra autostrade, stazioni di sosta, paesaggi immensi, amori tardivi e riconciliazioni.
Clint Eastwood, un maestro.
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zarar
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lunedì 4 marzo 2019
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la zampata del vecchio leone
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La sceneggiatura di questo film, diretto e recitato da Clint Eastwood, è basata sulla storia vera di Leo Sharp, un ottantasettenne veterano di guerra diventato corriere della droga per il Cartello Sinaloa. La storia è diventata molto popolare dopo esser stata raccontata nel 2014 da un giornalista del New York Times. La trama è semplice, per non dire semplicistica e sostanzialmente buonista: Il vecchietto, che nel film ha il nome di Earl Stone, è un abile e pluripremiato floricultore fin troppo dedito al suo lavoro. Burbero e solitario, è in cattivi rapporti con la famiglia. Quando il suo vivaio fallisce, viene individuato come un potenziale perfetto corriere grazie alla sua età avanzata, alla sua reputazione di veterano e di strenuo lavoratore, al suo record ineccepibile di automobilista mai multato.
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La sceneggiatura di questo film, diretto e recitato da Clint Eastwood, è basata sulla storia vera di Leo Sharp, un ottantasettenne veterano di guerra diventato corriere della droga per il Cartello Sinaloa. La storia è diventata molto popolare dopo esser stata raccontata nel 2014 da un giornalista del New York Times. La trama è semplice, per non dire semplicistica e sostanzialmente buonista: Il vecchietto, che nel film ha il nome di Earl Stone, è un abile e pluripremiato floricultore fin troppo dedito al suo lavoro. Burbero e solitario, è in cattivi rapporti con la famiglia. Quando il suo vivaio fallisce, viene individuato come un potenziale perfetto corriere grazie alla sua età avanzata, alla sua reputazione di veterano e di strenuo lavoratore, al suo record ineccepibile di automobilista mai multato. Un profilo ideale di insospettabile. Preso alla gola dalle sue difficoltà e insofferente dell’inazione, Earl accetta e – esitante all’inizio – finisce con l’avere grande successo in questa attività. Acquista la stima dei suoi spregiudicati datori di lavoro e – quasi per compensazione rispetto al reato che commette – impiega generosamente i lauti guadagni: non solo ricostituisce la sua attività, ma anche promuove la ricostruzione di un centro sociale per i veterani del Vietnam e aiuta in modo consistente l’amata nipote. Di più: recupera il suo rapporto compromesso con l’anziana moglie: quando scopre che è mortalmente malata, corre ad assisterla fino alla fine, a suo stesso rischio mortale, visto che infrange le rigide regole di tempi e consegne che gli sono imposte. E’ l’inizio di una precipitosa parabola discendente che lo porterà a ricevere una dura lezione dal Cartello e infine ad essere catturato dagli agenti della DEA. Orgogliosamente Earl rifiuta una difesa pietistica, si riconosce colpevole e va a fare il floricultore in galera, ora però del tutto riconciliato con la famigliola. L’equilibrio di bad and evil è americanamente ricostituito con soddisfazione generale. L’interpretazione sempre magistrale di Clint Eastwood si impone sulla schematicità della trama e la tipicità stereotipata dei personaggi di contorno. Il vecchio attore ha sempre recitato senza alcun manierismo se stesso, o per lo meno quel se stesso in cui ama identificarsi: burbero, testardo, incapace di manifestare i suoi sentimenti ma non per questo privo di sentimenti profondi; chiuso in una sorta di isolamento autistico, e pure capace di amare e capire; fondamentalmente integro, anche quando si infila in vicoli ciechi da cui alla fine ha la forza di riemergere con un colpo di reni; deciso a seguire la sua strada, sprezzante del consenso o dell’interesse, ingenuo quanto intelligente, perché incapace di furberia; condannato a non essere mai veramente felice. Di questa personalità complessa e coinvolgente investe anche il personaggio Earl e lo rende nonostante tutto credibile, in qualche punto commovente. Il film è salvo.
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flora tolfo
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lunedì 4 marzo 2019
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clint strepitoso come sempre
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Film bellissimo, il protagonista come sempre straordinario da vedere assolutamente!! Speriamo che Clint possa vivere a lungo.
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mauro
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domenica 3 marzo 2019
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il mulo
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Eastwood è un mulo, cocciuto nelle sue convinzioni, roccioso a tal punto da non sbriciolarsi nemmeno a 90 anni e mostra tutta la fragilità del suo corpo che vacilla insicuro. Diciamolo questo è un film personale che si è permesso alla fine di una carriera lunghissima e straordinaria, prende spunto da una storia vera, ma ci racconta una parte dei rimpianti privati di Clint, probabilmente molto assente dai doveri della famiglia. Una frase poi dice: ho potuto comprare tutto coi soldi, ma non il tempo e il senso profondo e lasciatemelo dire anche un po' banale del film è proprio questo. Un uomo consumato dal rimorso per non essere riuscito a fare ciò che sia più importante, curare gli affetti, ci martella insistentemente con il concetto di lasciare perdere tutto il resto perchè quello che conti sia in realtà la famiglia.
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Eastwood è un mulo, cocciuto nelle sue convinzioni, roccioso a tal punto da non sbriciolarsi nemmeno a 90 anni e mostra tutta la fragilità del suo corpo che vacilla insicuro. Diciamolo questo è un film personale che si è permesso alla fine di una carriera lunghissima e straordinaria, prende spunto da una storia vera, ma ci racconta una parte dei rimpianti privati di Clint, probabilmente molto assente dai doveri della famiglia. Una frase poi dice: ho potuto comprare tutto coi soldi, ma non il tempo e il senso profondo e lasciatemelo dire anche un po' banale del film è proprio questo. Un uomo consumato dal rimorso per non essere riuscito a fare ciò che sia più importante, curare gli affetti, ci martella insistentemente con il concetto di lasciare perdere tutto il resto perchè quello che conti sia in realtà la famiglia. Cosa si piò dire? La storia non è male, a tratti ha aspetti anche grotteschi ed inverosimili. Però è una pellicola che accorpa parecchi concetti già espressi in grantorino, il personaggio è più o meno quello, il duro e puro alla sergente Hartman, o il suo Gunny io sono un duro però sono giusto. QUesta pellicola non brilla Eastwood è decisamente troppo vecchio ormai, c'è un momento nel quale bisogna sapersi fermare, è arrivato quel momento, certo si è visto pure di peggio, però è un film stanco, poco interessante tutta la parte investigativa che dovrebbe dare adrenalina, ma che invece distoglie solo l'attenzione da una trama un po' debole, fatta di pochi punti salienti. Essere caparbi, ostinati, è un dono, ma è un dono anche saper mollare quando è il momento.
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