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franco barbagallo
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lunedì 4 marzo 2019
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perfezione
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Semplicemente perfetto. Un film che ha tutto: grandi interpreti, una splendida storia vera alla base che parla di temi scottanti ieri come oggi, regia e montaggio impeccabili come tutto il resto. In tanti altre recensioni sono elencate tante cose che condivido su questo film eccellente e non voglio ripeterle. Aggiungo solo che, guardando questo film, se fossi stato un americano trumpista o un razzista "de noartri", come ce ne sono sempre di più in Italia, mi vergognerei così tanto di me stesso da suicidarmi in bagno durante i titoli di coda.... ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE !
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bedtimedavide
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lunedì 4 marzo 2019
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per tutti noi, mangia-spaghetti
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Green Book è sicuramente il film più attuale di questa stagione cinematografica.
La vera sorpresa della sua attualità però non deriva tanto dal fatto che parliamo di una pellicola ambientata negli anni 60,ma bensì dalla sua capacità di sconfinare dal territorio statunitense fino a noi,in Italia,parlando di tematiche qui ancora vivissime.
Non è il solito film che parla di razzismo,nonostante possa sembrare 'politically correct',questo è un risultato che comunque si raggiunge non con un classico schema hollywoodiano alla The Butler (storia di un povero afroamericano,schiavo,denigrato e isolato dal resto della società 'bianca'),al contrario e a dispetto suo arco temporale,ci racconta del musicista Don Shirley,un uomo di colore,ricco,famoso,elegante,colto e perfettamente integrato nella sua New York,rappresentante di tutto ciò che di più lontano c'è dall'America dell'I Have A Dream.
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Green Book è sicuramente il film più attuale di questa stagione cinematografica.
La vera sorpresa della sua attualità però non deriva tanto dal fatto che parliamo di una pellicola ambientata negli anni 60,ma bensì dalla sua capacità di sconfinare dal territorio statunitense fino a noi,in Italia,parlando di tematiche qui ancora vivissime.
Non è il solito film che parla di razzismo,nonostante possa sembrare 'politically correct',questo è un risultato che comunque si raggiunge non con un classico schema hollywoodiano alla The Butler (storia di un povero afroamericano,schiavo,denigrato e isolato dal resto della società 'bianca'),al contrario e a dispetto suo arco temporale,ci racconta del musicista Don Shirley,un uomo di colore,ricco,famoso,elegante,colto e perfettamente integrato nella sua New York,rappresentante di tutto ciò che di più lontano c'è dall'America dell'I Have A Dream.
A rappresentare invece La Minoranza,ghettizzata,povera,zotica e stereotipata c'è il personaggio di Tony Lip,in teoria il vero protagonista della pellicola,figlio di immigrati italiani,che vive nel Bronx e che si guadagna da vivere con lavoretti poco puliti ed escamotage tipici di chi raschia il fondo della classe sociale.
L'incontro tra Tony e Don è la miccia che fa scoppiare,elaborare e dis-velare le due personalità,a volte come lati opposti di una sola medaglia,altre invece come sovrapposte e schiacciate assieme da un'unica parte.
Sceneggiato come un road movie,il viaggio che i due intraprendono è una parabola alla scoperta della loro stessa identità,quella di Don molto più vicina di quanto credesse al colore della sua pelle,alla cultura musicale blues e a quelle che erano le lotte di tutti noi, anche di quelli vestiti con abiti firmati e con autisti al seguito.
Tony allo stesso tempo,dall'assurda posizione di immigrato convinto però di una certa superiorità della gente bianca,e quindi paradossalmente omologato alla stessa popolazione che lo considera un diverso,scoprirà in fondo che non sono molte le differenze tra lui e Don,attenuandone quindi la distanza,ma al contempo che la diversità può essere utilizzata come valorizzazione della propria individualità,e che dall'incontro di etnie,classi sociali e culture diverse si può imparare molto (anche a scrivere parole d'amore).
Superbo Mahersala Ali,in pratica il vero protagonista del film,che grazie a Don Shirley riesce ad aggiudicarsi il suo secondo Oscar,inserendosi immediatamente nell'Olimpo degli attori più talentuosi del momento.
Meritatissima la vittoria come Best Movie agli Academy per un semplicissimo motivo:Green Book si pone a metà strada tra quelle che in questa stagione sono state le pellicole del popolo (A Star Is Born) e gli esperimenti autoriali più audaci (Roma) coniando un film confezionato da comedy,che scorre velocemente e strappa non poche risate,ma che al contempo sa affrontare il prepotente tema della diversità in una maniera innovativa, quasi antigravitazionale,stimolando pensieri più che profondi nello spettatore.
Concludo ricollegandomi con quanto affermato inizialmente:Green Book è un film che funziona tantissimo anche da noi in Italia in questo periodo storico.
Questa storia ci ricorda che anche noi siamo stati diversi,stereotipati e ghettizzati.
Anche noi siamo stati immigrati,e questo nemmeno troppo tempo fa,in un paese però che in un certo qual modo ci ha dato comunque una possibilità, quella di vivere il sogno americano.
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mauro.t
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domenica 3 marzo 2019
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piu' intrattenimento che rappresentazione
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Ispirato a una storia vera. Il pianista Donald Shirley ha bisogno di un autista per un tour nell’America razzista degli anni ‘60. Donald è un raffinato, colto, virtuoso pianista di musica classica, nero. Consapevole che il colore della sua pelle gli presenterà qualche problema, sceglie Tony Lip, un tipo in gamba nel risolvere situazioni difficili, un italiano che faceva il buttafuori in un locale e non eccelleva per cultura e buone maniere. Donald è ricco e vive solo con un maggiordomo in una grande casa, Tony ha famiglia e numerosi, chiassosi parenti: due mondi agli antipodi. Il viaggio presenterà problemi legati al di razzismo facili da immaginare e che saranno spesso risolti dall’energico e astuto autista.
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Ispirato a una storia vera. Il pianista Donald Shirley ha bisogno di un autista per un tour nell’America razzista degli anni ‘60. Donald è un raffinato, colto, virtuoso pianista di musica classica, nero. Consapevole che il colore della sua pelle gli presenterà qualche problema, sceglie Tony Lip, un tipo in gamba nel risolvere situazioni difficili, un italiano che faceva il buttafuori in un locale e non eccelleva per cultura e buone maniere. Donald è ricco e vive solo con un maggiordomo in una grande casa, Tony ha famiglia e numerosi, chiassosi parenti: due mondi agli antipodi. Il viaggio presenterà problemi legati al di razzismo facili da immaginare e che saranno spesso risolti dall’energico e astuto autista. Ma il rapporto tra i due personaggi, all’inizio difficile, sarà simbiotico, e ciascuno insegnerà qualcosa all’altro. I due mondi trarranno vantaggio dallo scambio e, ovviamente, i due uomini diventeranno amici per tutta la vita (come è avvenuto per i veri protagonisti).
Film che ha ritmo e si destreggia bene in tutte le scene mescolando in modo equilibrato il comico e il drammatico. Attori molto convincenti. Meritevole descrizione dei problemi razzismo nel sud degli States nel 1962, dove anche un italiano era considerato “mezzo negro”. Peccato che i due personaggi risultino estremamente polarizzati e alquanto stereotipati: l’intellettuale ricco, “politically correct” e “diverso”; l’italiano rozzo, furbo e manesco. Lo sviluppo è altamente prevedibile e strizza l’occhio allo spettatore. Scontata la trasformazione dei due: Donald apprezzerà il pollo fritto mangiato con le mani, Tony imparerà a scrivere belle lettere d’amore alla moglie (figurarsi se basta passare sei settimane con un professore per diventare sensibili scrittori!). Il finale del musicista che abbandona la sua solitudine e va a passare il Natale a casa dall’amico insieme ai suoi numerosi parenti è da buonismo trionfante e stucchevole. Farrelly privilegia l’intrattenimento e fa passare in secondo piano il senso etico e politico di un tour che l’artista nero va intenzionalmente a fare in luoghi dove altri musicisti neri sono stati maltrattati. Film godibile ma un po’ troppo piacione. Premio Oscar per il miglior film 2019: Hollywood celebra se stessa.
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emanuele 1968
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domenica 3 marzo 2019
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se buona, sicuramente è meglio la famiglia
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Tutti vogliamo il meglio, però purtroppo bisogna accettare il nostro destino, ognuno di noi a dei doni, e capita che non ci piacciono, il racconto di questo film mi a lasciato amarezze, fa riflettere, un buon film.
Comunque sapendo come era la mentalità, visto che aveva fatto 30 poteva fare 31, personalmente avrei mangiato nello sgabuzzino e avrei fatto il concerto.
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gbavila
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martedì 26 febbraio 2019
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profeta è chi fa venir fuori la verità
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In un primo momento nasce lo stupore, poi la curiosità, ella fine il fascino per la scoperta che i percorsi della verità sono misteriosi e imprevedibili. Due inconciliabili personaggi scoprono una identità profonda partendo da situazioni esageatamente opposte per ceto, cultura, temperamento, e nulla fa sperare in un avvicinamento se non la vita che procede col suo fascino misterioso dell'incontro, della relazione, della necessità di sodalizio che sembra totalmente dimenticato dal vocabolario della nostra civiltà. Il viaggio, metafora bellissima che richiama molto da vicino quello biblico e soprattutto del nuovo testamento e non per niente culmina col Natale, prodromo di un nuovo vangelo, un nuovo libro che si chiama Gren Book: sembra che ci sia scritto poco ma c'è proprio tutto.
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In un primo momento nasce lo stupore, poi la curiosità, ella fine il fascino per la scoperta che i percorsi della verità sono misteriosi e imprevedibili. Due inconciliabili personaggi scoprono una identità profonda partendo da situazioni esageatamente opposte per ceto, cultura, temperamento, e nulla fa sperare in un avvicinamento se non la vita che procede col suo fascino misterioso dell'incontro, della relazione, della necessità di sodalizio che sembra totalmente dimenticato dal vocabolario della nostra civiltà. Il viaggio, metafora bellissima che richiama molto da vicino quello biblico e soprattutto del nuovo testamento e non per niente culmina col Natale, prodromo di un nuovo vangelo, un nuovo libro che si chiama Gren Book: sembra che ci sia scritto poco ma c'è proprio tutto.
Giuliano Bavila
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r milone
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lunedì 25 febbraio 2019
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recensione ...troppo buona.
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E' una storia patinata ricca di buoni sentimenti, luoghi comuni, ovvietà e situazioni improbabili. Straordinari - questi si, e degni di Oscar- musica, ambientazione e costumi.
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grazianop
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lunedì 25 febbraio 2019
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sopravvalutato
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Sono fondamentalmente d'accordo con la recensione. Il film ha una buona confezione, ma, come dice AnnaViola è di una pochezzza di scrittura imbarazzante (imbarazzante per un film così osannato ed oggi addirittura fresco vincitore di Oscar al miglior film). Sopratutto la prima parte è infarcita di sterotipi, luoghi comuni al limite del ridicolo, in entrambi i personaggi. Dialoghi e gesti davvero risibili (e non credibili), soprattuto per quel che riguarda il ruolo di Shirling. Poi ... vogliamo parlare della polizia cattiva del sud e la polizia buona del nord? Il poliziotto razzista del sud ed il polizziotto del nord che li ferma per dire che hanno forato una gomma! Dai sù.
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Sono fondamentalmente d'accordo con la recensione. Il film ha una buona confezione, ma, come dice AnnaViola è di una pochezzza di scrittura imbarazzante (imbarazzante per un film così osannato ed oggi addirittura fresco vincitore di Oscar al miglior film). Sopratutto la prima parte è infarcita di sterotipi, luoghi comuni al limite del ridicolo, in entrambi i personaggi. Dialoghi e gesti davvero risibili (e non credibili), soprattuto per quel che riguarda il ruolo di Shirling. Poi ... vogliamo parlare della polizia cattiva del sud e la polizia buona del nord? Il poliziotto razzista del sud ed il polizziotto del nord che li ferma per dire che hanno forato una gomma! Dai sù. E' un filmetto buono al più per una serata spensierata ... che vorrebbe essere impegnata.
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r milone
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lunedì 25 febbraio 2019
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inverosimile. fatto per vincere
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Creato per vincere l'Oscar. Semplice, ben fatto, "simpatico". Didascalico. Inverosimile, macchiettista, esagerato e buonista: elementi chiave per la vittoria. Recitazione forzata. Confezione perfetta.
Ben altra cosa L' ispettore Tibbs.
In quel contesto, la recitazione e le azioni di Ali sono caricaturali e improbabili, mentre, invece, è un attore eccllente.
L' Oscar dovrebbe andare al costumista.
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domenica 24 febbraio 2019
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bellissimo
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Film stupendo i 120 minuti volano, attori super, scenografia eccellente, consiglio fortemente la visione
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sabato 23 febbraio 2019
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un film che ti prende nell'animo
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Non è semplicemente una commedia. Anzi non è una commedia, è una storia vera che ti prende e ti commuove. È una grande storia vera.
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