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sabato 2 settembre 2017
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di canzone in sospeso...
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Tutti noi abbiamo presente i trailer che durano circa un minuto e mezzo. I trailer dei film che invitano ad andare a guardali. Ecco. Qui è come se stessimo vedendo il trailer di un film che però dura due ore. Un'eternità in sospeso. Ti aspetti che la trama stia per arrivare. Che una canzone stia per seguire un'altra canzone, come invita il titolo a pensare. Invece ti accorgi soltanto al 47° minuto che il regista è riuscito ad aggirare le tue aspettative. E' il suo modo di raccontarci il l film, con i suoi sketch, fotogrammi, cambi di scena, il toccarsi appena, il gioco evanescente dei protagonisti che sembrano danzare in silenzio, più che recitare. Tutto appare surreale.
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Tutti noi abbiamo presente i trailer che durano circa un minuto e mezzo. I trailer dei film che invitano ad andare a guardali. Ecco. Qui è come se stessimo vedendo il trailer di un film che però dura due ore. Un'eternità in sospeso. Ti aspetti che la trama stia per arrivare. Che una canzone stia per seguire un'altra canzone, come invita il titolo a pensare. Invece ti accorgi soltanto al 47° minuto che il regista è riuscito ad aggirare le tue aspettative. E' il suo modo di raccontarci il l film, con i suoi sketch, fotogrammi, cambi di scena, il toccarsi appena, il gioco evanescente dei protagonisti che sembrano danzare in silenzio, più che recitare. Tutto appare surreale. Come dentro un sogno. Come un rincorrersi di prato in prato. Di tramonto in tramonto. E sembra di percorrere lentamente un filo lungo. E quel filo non vuoi perderlo. Un film che sembra leggero, invece di fa soffermare sui dettagli perché si ha bisogno di cercarli, per poter capire dove si vuole arrivare ed entrare dentro la scena. "Pensavamo solo di poterci rotolare là in mezzo, vivere di canzone in canzone, di bacio in bacio..." recita Rooney Mara....come a ricordarci quanto sia magico il tocco dell'empatia tra due persone che giocano a guardarsi di canzone in canzone....
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eleonoramillo
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sabato 3 febbraio 2018
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song to song: il ritorno. la natura e l'arte
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Austin, TExas. Città di artisti,cantanti musicisti che cercano e rincorrono il successo, che vogliono crecare la fama a ogni costo e che conducono una vita tra concerti feste e si nascondono dietro maschere. In questa atmosfera troviamo Faye musicista che si innamora di BV, musicista e cantautore, che conosce ad una festa di CooK, produttore discografico. Faye porta avanti entrambe le relazioni pur sapendo di sbagliare continua come se non sapesse o non fosse capace di cambiare direzione. BV scopre del triangolo e dopo poco decide di Rompere con Faye. Nel frattempo Cook si innamora e sposa Rhonda che condanna all'infelicità a causa dei continui tradimenti sotto i suoi occhi.
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Austin, TExas. Città di artisti,cantanti musicisti che cercano e rincorrono il successo, che vogliono crecare la fama a ogni costo e che conducono una vita tra concerti feste e si nascondono dietro maschere. In questa atmosfera troviamo Faye musicista che si innamora di BV, musicista e cantautore, che conosce ad una festa di CooK, produttore discografico. Faye porta avanti entrambe le relazioni pur sapendo di sbagliare continua come se non sapesse o non fosse capace di cambiare direzione. BV scopre del triangolo e dopo poco decide di Rompere con Faye. Nel frattempo Cook si innamora e sposa Rhonda che condanna all'infelicità a causa dei continui tradimenti sotto i suoi occhi. Durante tutto il film ci sono le riflessioni sulla vita, sull' essere, sul comportamento verso noi stessi e verso gli altri. Specialmente il personaggio di Faye rifflette molto sulla sua vita su come intende viverla e sulla ricerca di una vita bella e degna di essere vissuta. Questo personaggio è quello che evolve di più lungo il film, capisce di amare ancora BV e pian pianino i due si avvicinano e ricominciano una nuova e più sana relazione lontano dall' ambiente di artisti ma più autentica e consapevole. Da tutto il film ma specialmente nella conclusione si capisce tutta l'ostilità di Malik verso un mondo di artisti confuso, vago finto e privo della vera arte che li dovrebbe contraddistinguere e che dovrebbero portare agli altri. Faye e BV, infatti, alla fine del film decidono di tornare da loro stessi, ad una vita più semplice e autentica a vivere il loro amore con bellezza e semplicità senza falistà e ipocrisie, dopo il perdono di lei sono più forti e ritrovano quasi la purezza e la semplice grandiosità dello stare insieme e amarsi.I personaggi sono continuamente immersi nella natura all'interno della quale sembrano cosi piccoli e deboli e i cui problemi sembrano cosi insignificanti di fronte alla grandezza di ciò che li circonda. IL ritorno alla semplicità e alla natura, alla terra è un' altra tematica del film caratterizzato da un' atmosfera magica che permea tutto il film semplicemente illuminato da luce naturale come tipico dei film Malikiani.I protagonisti riesscono a dare loro stessi completamente ai personaggi senza manierismi ne forzature. Ottima l'interpretazione e la chimica di Rooney Mara e Ryan Gosling-
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giubi
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giovedì 11 maggio 2017
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vuoto interiore ben vestito!
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Tre parole per questo film: VUOTO-APPARENZA-BELLEZZA..Un menage a trois malato senza che risulti qualcosa di nuovo!
Produttore pieno di soldi che fa gola alla ragazzina timida e all'unisono determinata ad ottenere quello che vuole la quale si innamora (continuando a sperimentare ALTRO) dell'altro ragazzino, cantante in erba talentuoso, irretito dallo stesso produttore.
In questo susseguirsi di diapositive tra i 3 protagonisti,un cammeo con una Natalie Portman, maestra di asilo che si mantiene col lavoretto da cameriera, accecata dalla bellezza dei soldi del super-produttore, è disposta a lasciarsi andare in tutto..risultando una "poverina", che di musa ispiratrice non ha proprio nulla.
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Tre parole per questo film: VUOTO-APPARENZA-BELLEZZA..Un menage a trois malato senza che risulti qualcosa di nuovo!
Produttore pieno di soldi che fa gola alla ragazzina timida e all'unisono determinata ad ottenere quello che vuole la quale si innamora (continuando a sperimentare ALTRO) dell'altro ragazzino, cantante in erba talentuoso, irretito dallo stesso produttore.
In questo susseguirsi di diapositive tra i 3 protagonisti,un cammeo con una Natalie Portman, maestra di asilo che si mantiene col lavoretto da cameriera, accecata dalla bellezza dei soldi del super-produttore, è disposta a lasciarsi andare in tutto..risultando una "poverina", che di musa ispiratrice non ha proprio nulla.
Altri cammei fanno da cornice a questa storia che si basa sull'apparenza, sull'essere un "personaggio" anche nella vita privata su uno sfondo oculatamente fondato sulla bellezza con la B maiuscola: attori-panorami-vestiti-location-inquadrature.
Persino la voce e le parole dette dalla voce narrante sono belle! Ma tutto questo sfoggio denota un grande vuoto che sicuramente è all'interno dei personaggi e che forse è propriouna delle tre chiavi di lettura del film che di fatto non lascia nulla.
Mi è sembrato molto simile ad un altro film, HER,di Spike Jonze dove nuovamente ritorna il tema dell'annullamento e della solitudine della persona in funzione di "personaggi" e "film" mentali che probabilmente ognuno di noi fa, ma la differenza sta nell'influenza che questi hanno su di noi.
Fosse stata una pellicola da 90 minuti sarebbe stato perfetto, 129 minuti sono stati da applauso alla noia.
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fabiofeli
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martedì 16 maggio 2017
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"meglio tante esperienze che nessuna esperienza."
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Faye (Rooney Mara, la Therese del film Carol), una ragazza taciturna e minuta, lavora per Cook (Michael Fassbender, “il corpo” dei film Shame e Hunger), proprietario immobiliare e impresario di cantanti, che vive ad Austin nel Texas, un vero tempio della musica rock. La giovane è alla ricerca di esperienze per capire cosa vuole fare della sua vita: in un party nella grande villa di Cook conosce BV (Ryan Gosling, protagonista del recente La La Land), un talento musicale, e il suo destino conosce una svolta. Cook offre generosamente alla coppia una bella casa nella quale vivere: dopo un viaggio in Messico si cementa un rapporto di amicizia tra i tre.
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Faye (Rooney Mara, la Therese del film Carol), una ragazza taciturna e minuta, lavora per Cook (Michael Fassbender, “il corpo” dei film Shame e Hunger), proprietario immobiliare e impresario di cantanti, che vive ad Austin nel Texas, un vero tempio della musica rock. La giovane è alla ricerca di esperienze per capire cosa vuole fare della sua vita: in un party nella grande villa di Cook conosce BV (Ryan Gosling, protagonista del recente La La Land), un talento musicale, e il suo destino conosce una svolta. Cook offre generosamente alla coppia una bella casa nella quale vivere: dopo un viaggio in Messico si cementa un rapporto di amicizia tra i tre. Ma per puro gusto di dominio Cook incrina il rapporto tra Faye e BV, quando questo ultimo rompe l’amicizia scoprendo che il primo ha registrato a suo nome la proprietà delle canzoni. Il triangolo amoroso si allarga ancora; diventa un quadrilatero quando Cook sposa Rhonda (Nathalie Portman, la protagonista del film Il cigno nero), una fresca insegnante di asilo che si mantiene facendo la cameriera in un bar-ristorante …
Il film è diretto da un mostro sacro del cinema, Terrence Malick, che raccoglie un cast stellare del quale fanno parte anche Cate Blanchett (la Carol del film omonimo), Patty Smith e Iggy Pop. Le opere cinematografiche di Malick, distanziate nei tempi di uscita, hanno fatto incetta nei più importanti festival cinematografici dividendo spesso nel giudizio critici e pubblico, i primi in grande maggioranza a favore ed il secondo meno. Il recente The tree of life, bellissimo, ha messo d’accordo tutti. In questa pellicola che il titolo dedica alle canzoni i brani musicali famosi vengono appena accennati; soltanto di Runaway di Del Shannon , punteggiata dalle stimolanti tastiere elettriche di Max Crock, viene eseguito il ritornello che parla di una storia d’amore che si interrompe senza un valido motivo. La struttura narrativa del film si basa su immagini di primissimi piani ondeggianti sotto l’occhio della steadycam: all’inizio mescola con ambiguità le carte tagliando spesso i volti dei protagonisti maschili, già di per sé simili per aspetto, pur se l’uno è carnefice e l’altro vittima. La trama e l’accento posto sul mondo della canzone fanno pensare al successo di Brian De Palma, Il fantasma del palcoscenico, l’opera-rock imperniata sulla dannazione di Faust per mano di Mefistofele. Ma questo film parla soprattutto di altro: la parabola di un bilancio fallimentare di un amore per errori commessi dai protagonisti può rovesciarsi in positivo con un nuovo inizio del tutto diverso; un rewind ed una riesposizione di immagini del primo incontro tra Faye e BV con un dialogo differente cambiano di segno la storia, come avveniva nel gustoso ed ironico Right now, wrong then del regista sudcoreano Hong Sang-soo, uscito di recente in Italia.
E’ difficile dire a se stessi che, anche se è indubbiamente un grande del cinema, Malick stavolta non ci convince. Il motivo? Si prova la sgradevole sensazione di una involuzione nello stile narrativo, un manierismo ricco, sì, di belle immagini, ma con un gusto estetizzante che le banalizza. I gusti sono gusti e la ridondanza può stomacare. E si deve avere l’onestà intellettuale di ammetterlo, anche se il nostro rimarrà un giudizio isolato.
Valutazione **
FabioFeli
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ugnos
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giovedì 18 maggio 2017
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song to song : il ritorno del cinema di poesia
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Terrence Malick, il regista di La sottile linea rossa e The three of life, è tornato.
Song to Song è la sua ultima fatica.Questo significa che il filosofo, l’idiosincratico, quel pazzo soporifero, almeno per alcuni critici, dopo anni di lavorazione, finalmente ci permette di vedere che cosa ha combinato.Per quanto riguarda la trama, siamo dinanzi a un Ménage à trois tra un produttore musicale, un cantante in erba e la sua fidanzata. Vediamo il loro continuo oscillare tra attrazione e repulsione, equilibrio e nevrosi. Davanti alla camera ci sono Ryan Gosling, Michael Fassbender e Rooney Mara; Insomma non gente di primo pelo.
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Terrence Malick, il regista di La sottile linea rossa e The three of life, è tornato.
Song to Song è la sua ultima fatica.Questo significa che il filosofo, l’idiosincratico, quel pazzo soporifero, almeno per alcuni critici, dopo anni di lavorazione, finalmente ci permette di vedere che cosa ha combinato.Per quanto riguarda la trama, siamo dinanzi a un Ménage à trois tra un produttore musicale, un cantante in erba e la sua fidanzata. Vediamo il loro continuo oscillare tra attrazione e repulsione, equilibrio e nevrosi. Davanti alla camera ci sono Ryan Gosling, Michael Fassbender e Rooney Mara; Insomma non gente di primo pelo.Ora scusate la prossima ridondanza espressiva ma Song to Song è un’esperienza filmica. Un’opera da “metabolizzare”. La sua magnificenza divampa, ti cattura e lascia inebriati. La pellicola non va compresa in simultanea alla visione, come pretendono molti classicisti e amanti dei generi, bisogna guardarla e godere delle immagini, perdersi nella loro bellezza - e qui fa capolino quel genio di Emmanuel Lubezki, che negli ultimi quattro anni ha vinto tre oscar consecutivi per la miglior fotografia.Sorprendente la continuità del linguaggio che passa attraverso l’incessante movimento di macchina, mediante camera a mano o steadycam. L’uso del grandangolo poi, spinto al punto di trasformarsi in un fish eye, sembra voler sottolineare la maestosità di una natura sempre protagonista.Song to Song strizza l’occhio, per temi, a Kinght of Cups e To the Wonder ma va ben oltre perché è completo, non si sofferma su uno ma approfondisce tutti i personaggi, i loro caratteri, e le piccole sfumature (gesti, sguardi, sospiri) “brillano” e non le si perde mai di vista.E quindi questa storia cosa vorrebbe suggerirci?Beh immaginate un mare, che nel film si vede più volte, e delle onde. Ecco noi siamo quelle increspature sull’acqua, quella spuma che si infrange contro il bagnasciuga e poi ritorna indietro. Forse metafora della vita chissà, della nostra precaria e continua ricerca di equilibrio tra emozioni, ossessioni, e sentimenti. Un vivere che è a volte naufragare nella disperazione e altre un tuffo refrigerante sotto un bel sole d’estate.
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