simoalex
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domenica 4 febbraio 2018
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il credito della reputazione.
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Non è mai semplice recensire un film di Spielberg, insomma ci troviamo pur sempre di fronte ad uno dei registri che sono ormai legenda della cinematografia, però anche per questo film così come per il precedente Ponte delle spie, dovremmo chiederci che giudizio daremmo alla pellicola se il regista fosse stato un altro? Il film ha un ritmo moderato, senza picchi su una storia monocorde raccontata troppe volte, gli iattori sono sono i soliti mostri sacri, ma ormai incapaci di dare una freschezza necessaria alle loro interpreteazioni e comunque troppo parte di un'epoca particolare della storia USA per coinvolgere lo spettatore europeo . Molto meglio per esempio quel Good night e goog luck di Clioney che invece aveva proprio nella sceneggiatura un punto di forza notevole.
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Non è mai semplice recensire un film di Spielberg, insomma ci troviamo pur sempre di fronte ad uno dei registri che sono ormai legenda della cinematografia, però anche per questo film così come per il precedente Ponte delle spie, dovremmo chiederci che giudizio daremmo alla pellicola se il regista fosse stato un altro? Il film ha un ritmo moderato, senza picchi su una storia monocorde raccontata troppe volte, gli iattori sono sono i soliti mostri sacri, ma ormai incapaci di dare una freschezza necessaria alle loro interpreteazioni e comunque troppo parte di un'epoca particolare della storia USA per coinvolgere lo spettatore europeo . Molto meglio per esempio quel Good night e goog luck di Clioney che invece aveva proprio nella sceneggiatura un punto di forza notevole. Comuqnue il film si lascia vedere ma non lasscia niente nello spettatore. Alla prossima grande Steven.
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maurizio.meres
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domenica 4 febbraio 2018
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lezione di giornalismo
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In questo film viene rappresentato uno dei momenti più importanti della storia del giornalismo,quando la corte suprema Americana con una sentenza che andava contro un potere politico presidenziale,fatto di minacce che continuava ad occultare la verità sull'infinita guerra del Vietnam,sancì il concetto sulla libertà di stampa che doveva salvaguardare il diritto dell'informazione verso tutti senza nessuna restrizione.
Il periodo storico rappresentato mette in luce la parte più oscura e soprattutto crudele degli Stati Uniti,il film seppur con un tono un po' spento e se vogliamo statico con un andamento lento e non incisivo,trasmette allo spettatore tutta la volgarità politica accompagnata dal potere economico,così come adesso,dopo tanti anni la storia non cambia,il vero giornalismo pur essendo sempre presente spesso viene intrappolato da un potere occulto che si tramanda nel dna di chi vuole instabilità politico economica.
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In questo film viene rappresentato uno dei momenti più importanti della storia del giornalismo,quando la corte suprema Americana con una sentenza che andava contro un potere politico presidenziale,fatto di minacce che continuava ad occultare la verità sull'infinita guerra del Vietnam,sancì il concetto sulla libertà di stampa che doveva salvaguardare il diritto dell'informazione verso tutti senza nessuna restrizione.
Il periodo storico rappresentato mette in luce la parte più oscura e soprattutto crudele degli Stati Uniti,il film seppur con un tono un po' spento e se vogliamo statico con un andamento lento e non incisivo,trasmette allo spettatore tutta la volgarità politica accompagnata dal potere economico,così come adesso,dopo tanti anni la storia non cambia,il vero giornalismo pur essendo sempre presente spesso viene intrappolato da un potere occulto che si tramanda nel dna di chi vuole instabilità politico economica.
Due grandi attori salgono in cattedra con una eccezionale lezione di recitazione,si vede in modo inequivocabile direi netto il distacco da tutti gli altri,diventa quasi un monologo come se l'uno detta i tempi dell'altro,i due mostri sacri di Hollywood Meryl e Tom,alimentano con grande professionalità un film vero attraverso sguardi intensi e soprattutto pause che con la loro grande espressività diventano parole.
Spielberg sfiora la politica senza accanimento dell'uno o dell'altro partito quasi a voler fare un unico calderone di cialtronerie e falsità,da soltanto il giusto peso al grande giornalismo,quello vero al servizio di tutti,apolitico,e democratico dal punto di vista sociale,inoltre inquadra perfettamente quello che la storia racconta,perfezionando alcuni particolari e sfumature, lasciando il giudizio quasi scontato allo spettatore,ma questa è storia.
Senza dubbio un film da vedere.
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ralphscott
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domenica 4 febbraio 2018
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tecnicamente...
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Leggo elogi in abbondanza da parte degli esperti,da parte di quelli che vedono con gli occhi del regista prima che con quelli dello spettatore. In effetti,da profano,non colgo sbavature,frangenti da mestierante,ma perfezione e rigore. La scelta di stampare,e poi la sentenza,dovrebbero essere momenti liberatori: per me non lo sono. Forse perchè manca l'emozione? la partecipazione è parziale? Ho trovato troppo lagnosa,nei dialoghi e nei toni,la Streep. Un film interessante,non molto coinvolgente.
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gustibus
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domenica 4 febbraio 2018
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giornalismo d'attacco
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Premetto che le quattro stelle sono dovute ai tre "mostri"che firmano il film,Hancks,Streep è l'immenso Spielberg che come detto piu'volte,assieme ad Eastwood e Cameron sono i piu'bravi registi viventi.Il film si ricalca molto sulla scia di "Tutti gli uomini del presidente"si svolge negli anni 70 e il coraggio di testate giornalistiche di denunciare che la guerra in Vietnam era solo "business"Maestosa ricostruzione d'epoca,inquadrature di classe e la storia appassiona comunque(non per niente e'primo al box Office!)..il pubblico mi sta sorprendendo con queste scelte coraggiose,con Il film di Brannagh(Ass.s.orient express)ha sorpreso anche voi!vero?.
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Premetto che le quattro stelle sono dovute ai tre "mostri"che firmano il film,Hancks,Streep è l'immenso Spielberg che come detto piu'volte,assieme ad Eastwood e Cameron sono i piu'bravi registi viventi.Il film si ricalca molto sulla scia di "Tutti gli uomini del presidente"si svolge negli anni 70 e il coraggio di testate giornalistiche di denunciare che la guerra in Vietnam era solo "business"Maestosa ricostruzione d'epoca,inquadrature di classe e la storia appassiona comunque(non per niente e'primo al box Office!)..il pubblico mi sta sorprendendo con queste scelte coraggiose,con Il film di Brannagh(Ass.s.orient express)ha sorpreso anche voi!vero?..e adesso esce il film di Eastwood!!!..e le 50sfumature..The Post e'un film che insegna ai giovani di oggi..un 64enne come me non e'stupito!..la politica che si insinua nelle varie testate giornalistiche,in fondo succede anche nel 2018 da noi,ma trovo giusto che ogni testata abbia un suo punto di partenza ideologico.Ora che sta frenando(purtroppo!)sono i social.La liberta'di stampa e'necessaria per la democrazia,ma la liberta'di scrivere quello che si vuole..non so?!
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giampituo
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domenica 4 febbraio 2018
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noia mortale
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Film dalla trama scontata. Senza storia. Senza ritmo. Senza suspense. Certo con ottimi attori. Ma potrà mai avere anche un solo Oscar? Credo e spero proprio di no. L’aggancio poi altrettanto scontato allo scandalo Watergate. Insomma, una noia mortale.
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(di inesperto)
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barbaram
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domenica 4 febbraio 2018
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noioso
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Film noioso, che nulla aggiunge ad altri migliori esempi dello stesso filone e che mi ha fatto rimpiangere, per tutta la sua troppo lunga durata, i più esaustivi e meno pretenziosi documentari sull'argomento.
Recitazione al limite del caricaturale, soprattutto per la Streep e soprattutto per il suo doppiaggio in italiano, che enfatizza il suo ruolo rendendolo stereotipato e fastidioso.
Scontato il solito autocelebralismo all'americana, che giustamente pone l'accento sulla democrazia e sulla libertà di stampa con chiara denuncia del rischio attuale, ma che nulla risolse all'epoca dei fatti.
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sartamatta
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domenica 4 febbraio 2018
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soporifero
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Attori bravi, belle scenografie però che noia !
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inesperto
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sabato 3 febbraio 2018
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nixon e post, olio e acqua
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Tipico film da filone giornalistico, quindi interessante. Prima parte ostica, seconda maggiormente edibile. Con le certezze di Tom Hanks e Meryl Streep non si poteva assistere a qualcosa di mal fatto. Il metaforico profumo della stampa si avverte a tratti, soprattutto con la visione delle rotative in funzione. Importante da vedere soprattutto a livello di conoscenza storica.
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chrisnolan
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sabato 3 febbraio 2018
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bel film
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Ho dato tre stelle perché mymovies.it non mi permette di dare come voto 3.5, che sarebbe più giusto. Il film è bello, ben fatto e gli attori sono bravi, ma pecca per un aspetto: non tratta l'argomento della pubblicazione del giornale con la stessa forza utilizzata per soffermarsi sulla libertà di stampa e sul ruolo della donna nella leadership aziendale. L'argomento della mal condotta degli Stati Uniti (e in particolare dei comportamenti non corretti dell'allora ministro della difesa e dei vari presidenti statunitensi) in una guerra che secondo l'opinione pubblica americana non doveva né essere combattuta né continuata, è sì trattato, ma con meno ardore rispetto al ruolo della donna e alla libertà di stampa.
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Ho dato tre stelle perché mymovies.it non mi permette di dare come voto 3.5, che sarebbe più giusto. Il film è bello, ben fatto e gli attori sono bravi, ma pecca per un aspetto: non tratta l'argomento della pubblicazione del giornale con la stessa forza utilizzata per soffermarsi sulla libertà di stampa e sul ruolo della donna nella leadership aziendale. L'argomento della mal condotta degli Stati Uniti (e in particolare dei comportamenti non corretti dell'allora ministro della difesa e dei vari presidenti statunitensi) in una guerra che secondo l'opinione pubblica americana non doveva né essere combattuta né continuata, è sì trattato, ma con meno ardore rispetto al ruolo della donna e alla libertà di stampa. Per questo motivo non gli do 4 come voto e lo reputo un gradino al di sotto ad esempio di un altro bel film giornalistico come Insider-dietro la verità, il quale trattava con grande impatto sia l'argomento d'inchiesta, sia la delicata questione della libertà di stampa.
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sabato 3 febbraio 2018
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"la stampa serve a chi è governato, non a chi governa"
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Un film bellissimo sul valore della libertà di stampa che ci appare come un ricorso storico, oggi come allora. Un paese come gli USA che cerca di fare di tutto per insabbiare la verità sulla guerra in Vietnam ostacolando con la forza del potere, la libertà di stampa. Cast eccezionale, interpretazioni da Oscar. Regia sublime del maestro Spielberg.
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